Leone XIV: “Portare Cristo nelle vene dell’umanità”

Papa Leone XIV ha incontrato oggi in Vaticano i Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana, offrendo loro un’ampia riflessione sul ministero episcopale alla luce della collegialità delineata dal Concilio Vaticano II. Il Santo Padre ha sottolineato l’urgenza di un rinnovato slancio nell’annuncio del Vangelo, l’impegno concreto per la pace e l’attenzione alla dignità umana, specialmente in relazione alle sfide poste dalle nuove tecnologie. Ha inoltre ribadito l’importanza del cammino sinodale e del coinvolgimento dei laici, affinché ogni comunità cristiana possa incarnare con fedeltà e coraggio la missione evangelica.
Le parole del Santo Padre
“Nell’esercitare il mio ministero insieme con voi vorrei ispirarmi ai principi della collegialità, che sono stati elaborati dal Concilio Vaticano II. In particolare, la Costituzione Lumen gentium sottolinea che il Signore Gesù costituì gli Apostoli a modo di collegio o ceto stabile, del quale mise a capo Pietro, scelto di mezzo a loro. È in questo modo che siete chiamati a vivere il vostro ministero: collegialità tra voi e collegialità con il successore di Pietro”. Lo ha detto Papa Leone XIV stamane ricevendo in Vaticano i Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana. “Questo principio di comunione – ha aggiunto – si riflette anche in una sana cooperazione con le Autorità civili. La CEI è infatti luogo di confronto e di sintesi del pensiero dei Vescovi circa le tematiche più rilevanti per il bene comune”. Oggi la comunità cattolica italiana “si trova da tempo a dover affrontare nuove sfide, legate al secolarismo, a una certa disaffezione nei confronti della fede e alla crisi demografica. In virtù del legame privilegiato tra il Papa e i Vescovi italiani – ha detto ancora Leone XIV – desidero indicare alcune attenzioni pastorali che il Signore pone davanti al nostro cammino e che richiedono riflessione, azione concreta e testimonianza evangelica”.
La trasmissione della fede
Il Papa ha ribadito l’importanza di “uno slancio rinnovato nell’annuncio e nella trasmissione della fede. Si tratta di porre Gesù Cristo al centro e aiutare le persone a vivere una relazione personale con Lui, per scoprire la gioia del Vangelo. In un tempo di grande frammentarietà è necessario tornare alle fondamenta della nostra fede, Questo è il primo grande impegno che motiva tutti gli altri: portare Cristo nelle vene dell’umanità, rinnovando e condividendo la missione apostolica. E si tratta di discernere i modi in cui far giungere a tutti la Buona Notizia, con azioni pastorali capaci di intercettare chi è più lontano e con strumenti idonei al rinnovamento della catechesi e dei linguaggi dell’annuncio”.
La pace
Poi il tema della pace: “Lì dove le relazioni umane e sociali si fanno difficili e il conflitto prende forma, magari in modo sottile, deve farsi visibile una Chiesa capace di riconciliazione. Auspico, allora, che ogni Diocesi possa promuovere percorsi di educazione alla nonviolenza, iniziative di mediazione nei conflitti locali, progetti di accoglienza che trasformino la paura dell’altro in opportunità di incontro. Ogni comunità diventi una casa della pace, dove si impara a disinnescare l’ostilità attraverso il dialogo, dove si pratica la giustizia e si custodisce il perdono. La pace non è un’utopia spirituale: è una via umile, fatta di gesti quotidiani, che intreccia pazienza e coraggio, ascolto e azione. E che chiede oggi, più che mai, la nostra presenza vigile e generativa”.
Le sfide che ci interpellano
“Ci sono poi le sfide che interpellano il rispetto per la dignità della persona umana. L’intelligenza artificiale, le biotecnologie, l’economia dei dati e i social media stanno trasformando profondamente la nostra percezione e la nostra esperienza della vita. La persona – ha scandito il Papa – non è un sistema di algoritmi: è creatura, relazione, mistero. Mi permetto allora di esprimere un auspicio: che il cammino delle Chiese in Italia includa, in coerente simbiosi con la centralità di Gesù, la visione antropologica come strumento essenziale del discernimento pastorale. Senza una riflessione viva sull’umano – nella sua corporeità, nella sua vulnerabilità, nella sua sete d’infinito e capacità di legame – l’etica si riduce a codice e la fede rischia di diventare disincarnata”.
Incarnare il Vangelo
“Annuncio del Vangelo, pace, dignità umana, dialogo – ha concluso Papa Leone – sono queste le coordinate attraverso cui potrete essere Chiesa che incarna il Vangelo ed è segno del Regno di Dio”. Il Papa ha raccomandato per il cammino sinodale che “la sinodalità diventi mentalità, nel cuore, nei processi decisionali e nei modi di agire”, ricordando poi di servire i poveri e di spronare i laici affinché “formati nella dottrina sociale della Chiesa, siano protagonisti dell’evangelizzazione nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, negli ambienti sociali e culturali, nell’economia, nella politica”.
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