L’Italia sostiene l’Ucraina solo a parole, mentre cresce la pressione di Trump

Dicembre 6, 2025 - 04:00
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L’Italia sostiene l’Ucraina solo a parole, mentre cresce la pressione di Trump

Mi sembra sempre più evidente che l’afflato filo-ucraino del governo Meloni sia destinato a spegnersi con le ultime ambiguità dell’amministrazione Trump, e che al momento della scelta tra Usa e Ue il centrodestra italiano sceglierà la Casa Bianca. Ieri è arrivato un altro piccolo segnale in tal senso, che mi pare ben colto dall’incipit dell’articolo di Carmelo Palma su Linkiesta: «Se nell’ossimoro delle “convergenze parallele” si condensava il genio della dissimulazione morotea, la formula usata ieri da Antonio Tajani per troncare e sopire le reazioni ai niet di Matteo Salvini sul nuovo decreto per Kyjiv – “le armi italiane vanno usate per la difesa dell’Ucraina, non contro la Russia” – è una foglia di fico che non nasconde, ma rivela il peccato originale di una contraffatta solidarietà alla causa degli aggrediti e di una spiccata contrarietà alla mortificazione dell’aggressore».

Alcuni bambini ucraini rapiti dalla Russia sarebbero stati trasferiti in campi militari della Corea del Nord, ha dichiarato mercoledì una funzionaria ucraina al Congresso Usa. Durante l’audizione, Kateryna Rashevska ha raccontato che «Misha, dodici anni, della regione occupata di Donetsk, e Liza, sedici anni, della regione occupata di Simferopol (in Crimea), sono stati inviati al campo di Songdowon in Corea del Nord».

A oggi, Kyjiv ha riportato a casa circa 1.800 bambini degli oltre 19.500 rapiti dalla Russia dall’inizio dell’invasione. Continuo sperare, come ho già scritto qui e intendo ripetere molto a lungo, che qualcuno prima o poi voglia domandare ai tanti putiniani nostrani quale sarebbe il nesso tra l’allargamento della Nato, le condizioni dei russofoni in Donbas o qualsiasi altro pretesto ripetuto fin qui e il rapimento di ventimila bambini.

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Redazione Redazione Eventi e News