Lucca, con 15 chilometri di percorsi dedicati agli animali si favorisce l’inclusione sociale e il dialogo tra i cittadini


Un progetto ambizioso applica in Italia il concetto della città “humanimal”, approccio che unisce l’inclusione delle persone più fragili al benessere animale, partendo da attività di co-disegno e co-progettazione. Ne abbiamo parlato con Francesco di Iacovo
Si è chiuso a Lucca il progetto europeo In-Habit, promosso dal Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa in collaborazione con il Comune di Lucca e con LuccaCrea.
Si è trattato di un esperimento innovativo, che ha puntato l’attenzione sul benessere degli animali domestici che vivono le nostre città e sul contributo che i pet possono dare a livello di relazioni sociali e interpersonali.
Percorsi che uniscono la città
In cinque anni, grazie a In-Habit sono stati infatti creati 15 chilometri di percorsi animabili, pensati per favorire l’interazione tra persone e pet.
“Abbiamo lavorato con il comune di Lucca sulle strutture esistenti – spiega a GreenPlanner Francesco Di Iacovo, professore dell’Università di Pisa, coordinatore di In-Habit – nell’ambito dei vincoli che una città come Lucca ha dal punto di vista urbanistico e delle azioni di salvaguardia della Sovrintendenza.
L’idea era anche quella di legare le parti storiche della città con quelle più esterne alla antica cinta muraria, per usare il tramite degli animali come collante sociale e facilitatore del dialogo urbano“.
Il processo è partito da una attività di co-disegno, svolta insieme ai portatori di interesse della città – quindi cittadini, associazioni, enti locali – all’interno dell’InHub partecipativo previsto dal progetto.
In questo contesto, è emersa subito l’esigenza di concentrarsi su due fasce della popolazione, ovvero i ragazzi e i più anziani, favorendo al contempo la salute fisica e psicologica degli animali domestici, in particolare i cani.
“Nel corso di queste attività di co-disegno siamo entrati nel merito, anche con passeggiate ecologiche sui luoghi con le persone – aggiunge Di Iacovo – su quelle che potevano essere le traduzioni operative delle idee espresse, con il supporto di colleghi etologi ed esperti di costruzioni in ambito animale“.
Dopo un confronto con il Comune di Lucca, sono stati individuati sia i percorsi delle vie animabili sia le aree relazionali che le arricchiscono e permettono agli animali di muoversi in libertà, seppur nel rispetto di regole condivise.
Le animabili – che sono segnalate tramite una app – sono state inoltre suddivise in percorsi di diversa lunghezza e durata in funzione delle esigenze e delle capacità di mobilità dei cani e delle persone. L’affluenza viene monitorata tramite la lettura delle celle telefoniche.
“Proprio ieri sera mi sono soffermato in una delle aree – nota Di Iacovo – molto frequentata da persone di diverso genere, età ed estrazione, che hanno espresso e registrato anche da turisti in città grande apprezzamento per l’intervento. Ci sono persone che si spostano appositamente da centri vicini per avere accesso alle aree con i loro animali e consentirre loro una libertà di movimento e gioco“.
Quella che si forma, precisa Di Iacovo, è una comunità, trasversale rispetto al quartiere in cui si vive.
Le sfide della città humanimal
Oltre a rendere realtà le animabili, il progetto In-Habit ha portato avanti anche altre attività parallele, come la creazione di CityPets (un gioco di carte sulla gestione responsabile degli animali in città), la pianificazione di interventi assistiti con animali nelle residenze sanitarie e l’ideazione di un servizio di pet care per persone fragili.
È stata infine valorizzata la pet economy locale, avviando 35 nuovi progetti imprenditoriali, in ambiti che vanno dal turismo pet-friendly alla gestione dei servizi per animali.
Queste attività offrono interessanti prospettive di lavoro, destinate soprattutto a giovani e donne. Tutti questi risultati sono stati raggiunti nonostante alcune sfide importanti.
Innanzitutto, l’idea di una città humanimal, pensata per combinare le esigenze umane e non umane, non è ancora così diffusa e accettata: “in letteratura si parla di nature based solutions per rendere le città più vivbli e inclusive, ma gli animali, pur presenti in numero crescente nelle famiglie e in città, oltre che dal punto di vista culturale, non sono mai citati” spiega Di Iacovo.
Eppure, gli animali possono incoraggiare e indirizzare le nature based solutions: una città più a misura di pet porta con sé infatti aree verdi che riparano anche le persone dal caldo, punti di ristorno in cui l’acqua è accessibile a tutti, zone in cui sono favoriti il dialogo, il movimento e il gioco.
“Altro aspetto cruciale è quello dell’integrazione delle politiche – dice Di Iacovo – che, come sappiamo, sono sviluppate spesso per silos. Nel nostro caso a Lucca il referente è stato l’assessorato all’ambiente che solitamente si occupa di animali, ma in funzione delle diverse attività sono stati coinvolti altri assessorati tra cui, lavori pubblici, sociale, educativo, attività economiche, turismo, trasporti pubblici“.
Di Iacovo vede, in prospettiva, l’utilità di un urban pet policy manager, che potrà “essere il gestore di una politica urbana humanimal volta a migliorare la vita delle persone e degli animali in città sempre più popolate, dagli uni come dagli altri e non solo in Italia“.
Crediti immagine: Depositphotos
L'articolo Lucca, con 15 chilometri di percorsi dedicati agli animali si favorisce l’inclusione sociale e il dialogo tra i cittadini è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.
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