L’UE esce allo scoperto e svela la semplificazione delle norme ambientali: “Risparmieremo un miliardo all’anno”
Bruxelles – L’opera di semplificazione della Commissione europea alla prova del nove. O dell’otto, come il numero dei pacchetti semplificazione normativa presentati in meno di un anno a Bruxelles, nel rispetto degli impegni presi a inizio anno. L’ultimo, svelato oggi (9 dicembre), è forse il passo indietro più significativo: quello sulla legislazione ambientale che è stata al centro del primo mandato di Ursula von der Leyen a capo dell’esecutivo. L’obiettivo è tagliare i costi fino a un miliardo di euro all’anno per imprese e agricoltori.
Le modifiche presentate dalla commissaria UE per l’Ambiente, Jessika Roswall, sono orizzontali, e investono una serie di leggi parte dell’impalcatura del Green Deal europeo. Arrivano nel giorno in cui l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) pubblica una relazione in cui si avverte che così, con le regole senza semplificazione, “l‘Unione Europea resterà probabilmente fuori strada per la maggior parte degli obiettivi ambientali del 2030“. Oltre alle proposte legislative, che implicano la riapertura di leggi già approvate e il rischio di una deriva nei negoziati tra i colegislatori, la Commissione europea punta a ridurre gli oneri burocratici anche attraverso linee guida, orientamenti, atti di esecuzione.
Il primo pilastro del pacchetto è un regolamento per accelerare le valutazioni ambientali e le procedure di concessione di autorizzazioni. Un regolamento che si inserisce nel quadro esistente – riguarda le valutazioni di impatto, la valutazioni strategiche, il quadro comunitario per l’acqua, la direttiva Uccelli e la direttiva Habitat -, con cui la Commissione punta di risparmiare circa 180 milioni all’anno.

Per arrivare alla cifra-slogan di un miliardo di euro all’anno di costi tagliati per imprese e agricoltori, ci sono tutta una serie di snellimenti di procedure da implementare attraverso linee guida, atti delegati. Senza cioè riaprire testi legislativi approvati con immensa fatica durante la scorsa legislatura. È il caso, ad esempio, della legge sul ripristino della natura, o del regolamento sugli imballaggi.
Visti i casi più recenti – la riapertura della legge sulla deforestazione importata e il pacchetto Omnibus I sulla semplificazione della due diligence per le imprese – c’è da aspettarsi che Paesi membri ed Eurocamera proveranno a imporre una ritirata più decisa dalla legislazione green dello scorso quinquennio. La Commissione stessa, potrebbe fare orecchie da mercante e accogliere con favore ulteriori modifiche. Come successo proprio oggi con l’annacquamento delle norme di rendicontazione di sostenibilità e due diligence aziendale imposto dai gruppi politici di destra.
Jessika Roswall, commissaria per l’Ambiente, non ha dubbi: “Il pacchetto odierno rispetta i nostri standard ambientali, riduce gli oneri amministrativi e ne semplifica l’attuazione”. Questo, assicura, “ci aiuterà a raggiungere i nostri ambiziosi obiettivi ambientali e a garantire la nostra resilienza nel futuro”. Assicura anche che non si sacrificano gli impegni di sostenibilità. Al contrario, “non c’è contraddizione tra elevati standard ambientali e competitività: sono due facce della stessa medaglia”.
Un concetto ripreso e rilanciato dal commissario per l’Economia, Valdis Dombrovskis: “La proposta omnibus di oggi dimostra in cosa consiste la semplificazione: ridurre gli oneri amministrativi per le imprese, mantenendo al contempo i nostri elevati standard”. Con questa iniziativa “stiamo ascoltando la richiesta delle nostre imprese e compiendo un altro passo nella giusta direzione”.
Dall’europarlamento arrivano però critiche: “La Commissione taglia la legislazione ambientale per compiacere chi inquina”, denuncia il gruppo dei Verdi. “Le proposte presentate oggi rappresentano un passo indietro assoluto“, critica Jutta Paulus, relatrice ombra del gruppo per la direttiva sulle emissioni industriali.
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