Meloni dica se sapeva dei piani di Trump per sabotare l’Ue con l’aiutino italiano

Dicembre 12, 2025 - 09:30
 0
Meloni dica se sapeva dei piani di Trump per sabotare l’Ue con l’aiutino italiano

La Strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti conferma che Washington lavora per sabotare l’Unione europea. Tra i Paesi più vulnerabili sono indicati l’Ungheria, la Polonia e l’Austria, roccaforti di un’estrema destra sovranista, antieuropeista e contraria allo stato di diritto. A questi si aggiunge l’Italia: un Paese fondatore dell’Ue diventato ventre molle dell’Europa occidentale.

È difficile pensare che Giorgia Meloni non fosse al corrente di simili piani. È improbabile che Washington abbia classificato l’Italia tra i Paesi disponibili a collaborare per abbattere l’Europa, senza che nessuno abbia mai parlato con la presidente del Consiglio o qualcuno a lei vicino. «Di questo, Meloni dovrà rispondere già la settimana prossima in Senato, durante le comunicazioni», dice a Linkiesta Carlo Calenda, senatore e segretario di Azione. «La presidente del Consiglio deve chiarire di essere in fiera opposizione a questo disegno di Donald Trump, o se invece è connivente, perché qui stiamo giocando con la fine dell’Europa, e quindi dell’Italia, come se fosse una cosa banale».

Senatore Calenda, Giorgia Meloni ha sempre vantato un rapporto speciale con Trump, provando a costruire un ponte tra le due sponde dell’Atlantico. Possiamo dire che l’esperimento non sia riuscito?
L’idea del ponte tra Europa e Stati Uniti di cui parla Meloni non ha funzionato, ma non per chissà quale motivo, è che per Trump chiunque non gli dia dei soldi non conta nulla. Adesso, alla luce del documento di sicurezza nazionale americano, che dimostra le reali intenzioni di Washington, bisogna capire se questo rapporto con Trump sia una connivenza o una semplice vanteria. E credo che sia anche compito degli italiani chiederle una risposta pubblica.

Nel documento degli Stati Uniti l’Italia è inserita in un gruppo di Paesi considerati più fragili nella loro tenuta democratica. È una visione corretta?
Probabilmente sì, da fuori ci vedono così. Io spero che sia un wishful thinking e che quest’idea non corrisponda al vero. Francamente non glielo so più dire con certezza, perché Meloni sta avendo negli ultimi tempi una scarsa linearità su questo tema.

In che senso?
Continua a cullarsi nell’idea di non dover stare con decisione dalla parte della Coalizione dei Volenterosi, infatti non si fa vedere spesso con loro, e non prende di petto Matteo Salvini. Quindi credo che oggi noi non sappiamo davvero dove sta l’Italia. È così per la prima volta da tanti anni, direi dal governo gialloverde.

Perché dall’opposizione non è arrivata la reazione che ci si aspettava?
Schlein si finge morta, perché è l’unica cosa che sa fare. Si è finta morta su Stellantis finché non hanno deciso di vendere Repubblica e Gedi, si finge morta sull’Ucraina, si finge morta quando una persona del suo stesso partito chiede una piazza europea. Ma fa bene, perché tanto i riformisti del Pd chinano il collo ogni volta, qualunque cosa lei faccia, quindi evidentemente è una strategia che paga.

E gli altri?
Per il resto abbiamo una valanga di propaganda russa dappertutto, per cui i partiti politici preferiscono non prendere posizioni che ritengono impopolari. E questo sta trascinando l’Italia in un vortice di fake news, di disinformazione, di ritorno di criptocomunisti, come ha dimostrato l’articolo di Carlo Rovelli sul Corriere della Sera. E la verità è che la sinistra ormai è in balia di queste persone: da Cacciari a Caracciolo, da Sachs a Barbero. Ci sarebbe anche Di Battista, che peraltro non mi ha ancora mai risposto alla domanda se è pagato o meno dai russi. Ma a parte lui, gli altri sono comunque persone apprezzabili intellettualmente. Semplicemente, è gente che pensa che l’Occidente sia il male assoluto e peccato che il comunismo non ha vinto. Berlusconi direbbe «sono sempre i soliti comunisti».

È questa la vulnerabilità dell’Italia vista dall’amministrazione Trump?
Certo, è anche la ragione per cui gli attacchi ibridi russi assumono forme meno violente rispetto a quelle che vediamo in Gran Bretagna, in Germania, in Francia, negli altri Paesi. Perché la Russia sa che l’Italia è più propensa a cadere nella sua propaganda, del resto è stata cresciuta a pane e putinismo per molti anni. Per questo dico che in questo momento la responsabilità più grande ce l’ha la sinistra italiana.

Ci sono più colpe nella sinistra che nel governo?
Nel 2018 Meloni ancora sosteneva Putin, gli faceva le congratulazioni per la vittoria alle elezioni. Quindi niente di nuovo. Le colpe di Meloni ci sono, ma almeno il governo prova a far passare il decreto sulle armi a Kyjiv. La sinistra in coro, su tutti i suoi network, dice che non farebbe neanche quello. E dà voce alla propaganda di Mosca. E sono solerti nel parlare del rischio democratico che rappresenta Meloni, ma il rischio rappresentato da Putin invece non lo vedono.

Quindi sta mancando chi, in tutto il panorama politico, dovrebbe sentire una vocazione europeista e atlantista.
Da Meloni un giro a 180 gradi me lo aspetto, anche perché nella sua vita ne ha fatti moltissimi e quindi me l’aspetto anche su questo. Lo stesso Conte va dove soffia il vento. Da chi non mi aspetto una caduta di questo tipo è Forza Italia, che mi pare il punto lo stia tenendo di più, ed è un partito a solida trazione europeista. Poi penso che ci sia un nucleo, fatto dai popolari, dai liberali e dai socialdemocratici, che dovrebbe tenere una linea dritta. Invece vedo Renzi che lavora con Kushner, e quindi dice che è inutile criticare Trump. Schlein sparisce, i riformisti del Pd fanno il loro tweet e poi restano lì. È una cosa incredibile quello che sta succedendo nella sinistra italiana.

L'articolo Meloni dica se sapeva dei piani di Trump per sabotare l’Ue con l’aiutino italiano proviene da Linkiesta.it.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News