Santuario Pelagos, OSA e PAI: “Tutela fantasma, balenottera ferita e reti illegali: emergenza nel Mar Ligure”


Liguria. “La recente scoperta di una balenottera gravemente ferita dall’elica di un’imbarcazione e il sequestro di 300 metri di nasse da parte della Capitaneria di Porto rappresentano solo la punta dell’iceberg di una situazione ormai allarmante per il Mar Ligure e per i suoi abitanti marini”. Lo fanno sapere, in una nota, l’Osservatorio Savonese Animalista e il Partito Animalista Italiano.
OSA e PAI denunciano “ancora una volta, inascoltati, che il Santuario Pelagos – istituito nel 1992 con l’obiettivo di proteggere i cetacei – continua a esistere soltanto sulla carta: una “tutela fantasma”, priva di misure concrete ed efficaci. Le promesse sono rimaste tali, mentre il mare viene devastato ogni giorno da traffico marittimo, pesca indiscriminata e inquinamento. È arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti”.
OSA e PAI “ribadiscono con forza le azioni che Italia e Francia devono adottare con urgenza: creare nuove e vaste aree marine protette in cui siano vietate tutte le attività di pesca e le fonti di inquinamento. Le attuali aree protette (Portofino, Bergeggi, Gallinara) sono briciole di fronte alla vastità del problema; destinare parte dei fondi europei per la pesca alla ricerca e al recupero delle migliaia di chilometri di reti perdute o abbandonate sui fondali, e incentivare la riconversione delle reti in plastica verso materiali biodegradabili; vietare definitivamente le “ferrettare” – reti lunghe fino a 2,5 chilometri, micidiali trappole per cetacei e pesci pelagici – e proibire la pesca sportiva con attrezzi professionali (nasse, palangari), riducendo inoltre il limite di pescato giornaliero da 5 a 1 chilo; sostenere e finanziare le imprese che promuovono un turismo marino rispettoso: osservazione corretta dei cetacei, snorkeling, immersioni ed esplorazioni subacquee; deviare, quando possibile, il traffico marittimo dalle rotte abitualmente percorse dai cetacei e imporre la riduzione della velocità massima delle imbarcazioni turistiche a 10 nodi. Per le navi di maggiori dimensioni deve diventare obbligatorio l’impiego di sistemi di rilevamento subacqueo dei cetacei (idrofoni, registratori digitali, analizzatori di spettro, strumenti di localizzazione passiva) e, infine, incentivare la produzione di motori marini e imbarcazioni a basso impatto acustico e con carburanti meno inquinanti”.
“Da oltre trent’anni si parla di tutela del Santuario Pelagos, ma le istituzioni hanno lasciato che restasse un guscio vuoto, mentre il mare si svuota di vita. Se non si interviene subito con misure drastiche e vincolanti, il Mediterraneo rischia di trasformarsi in un deserto liquido. Il tempo delle mezze misure è finito: servono decisioni coraggiose, adesso”, concludono.
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