Segnali di ripresa nel 2025 per la filiera pelle: fatturato a -3,2%

Dicembre 17, 2025 - 15:29
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Segnali di ripresa nel 2025 per la filiera pelle: fatturato a -3,2%
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Dopo un 2024 particolarmente difficile e un avvio d’anno ancora in affanno, la filiera pelle italiana intravede i primi segnali di recupero nel corso del 2025, con un netto miglioramento nel terzo trimestre. Confindustria Accessori Moda stima una chiusura d’esercizio con un calo del fatturato limitato al -3,2%, in netto miglioramento rispetto al -8,6% del 2024, quando il giro d’affari si era attestato poco sopra i 30 miliardi di euro. “Viviamo un momento di sollievo per i nostri comparti”, ha dichiarato la presidente Giovanna Ceolini, “perché il calo dei fatturati nel terzo trimestre sta registrando un deciso rallentamento”, con un trend che dal -6,4% del primo trimestre è passato al -4,3% del secondo fino al -1,4% del periodo luglio-settembre, coinvolgendo tutti e quattro i settori rappresentati – calzaturiero, pelletteria, pellicceria e concia – e portando il fatturato complessivo “ad attestarsi appena sopra i 29 miliardi di euro, un dato che resta negativo ma che indica una progressiva stabilizzazione”.

Secondo Ceolini, “i segnali di ripresa sono ancora deboli e non vanno sopravvalutati”, ma “rappresentano comunque un cambio di passo rispetto alla fase più acuta della crisi”. Sul fronte produttivo, l’Indagine rapida congiunturale del Centro studi di Confindustria accessori moda ha evidenziato un miglioramento dei volumi nei primi nove mesi dell’anno, con la quota di imprese che ha segnalato andamenti negativi scesa dal 64% al 50%, un dato che trova conferma anche nell’indice Istat della produzione industriale per la fabbricazione di articoli in pelle, che registra un calo dell’11,8%, meno severo rispetto al -19,8% del primo trimestre e al -13,2% del primo semestre.

Dall’analisi di Confindustria emerge inoltre che le aziende stanno lentamente recuperando i ritmi produttivi ma il contesto in cui operano è ancora governato da forti incertezze che emergono sul fronte macroeconomico e geopolitico. “L’instabilità internazionale e le difficoltà di accesso al credito continuano a pesare”, sottolinea la presidente del comparto, “limitando nuovi investimenti e rendendo più complessa la pianificazione aziendale”. L’export, da sempre motore della filiera, nei primi otto mesi del 2025 ha raggiunto i 16 miliardi di euro, un valore di poco inferiore a quello del 2019 pre-pandemia, ma in calo del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2024.

Al livello geografico, il panorama appare frammentato con alcuni mercati in sofferenza e altri che mostrano segnali incoraggianti. L’export verso l’Europa è cresciuto complessivamente del +0,4%, mentre si registrano forti incrementi verso Emirati Arabi (+21,3%) e Turchia (+15,7%); al contrario, il Far East continua a penalizzare le performance, con la Cina a -25,1%, il Giappone a -10% e la Corea del Sud a -13,4%, mentre gli Stati Uniti tengono, almeno in valore. Divergenti anche gli andamenti di Russia e Ucraina che “a oltre tre anni dall’inizio del conflitto”, osserva Ceolini, “la Russia rallenta ulteriormente, mentre l’Ucraina mostra un lento percorso di recupero, pur restando lontana dai livelli pre-guerra”.

Sul fronte delle opportunità, l’attenzione è rivolta al possibile accordo Ue-Mercosur, che “potrebbe aprire nuove prospettive in un’area dove nel 2024 l’Italia ha esportato accessori moda per oltre 73 milioni di euro”.

Anche il capitolo occupazione presenta luci e ombre: nel terzo trimestre le ore di cassa integrazione autorizzate registrano una riduzione del 20,5% su base annua, ma il cumulato dei primi nove mesi resta leggermente superiore al 2024, mentre le stime indicano un calo del 2,8% nel numero di aziende e del 2,6% degli addetti. In merito, Ceolini ha sottolineato l’importanza di sostenere le imprese del comparto e l’impegno  della federazione. “Restiamo al fianco delle nostre imprese puntando su internazionalizzazione, formazione e dialogo. La transizione verso sostenibilità ed economia circolare richiede linee guida chiare e investimenti importanti, ma è imprescindibile per mantenere la competitività internazionale” ha aggiunto Ceolini che, infine, ha ribadito la necessità di sviluppare nuove competenze e trovare nuove figure professionali “capaci di integrare il sapere manifatturiero con competenze digitali e tecniche avanzate”.

In questo contesto, conclude Ceolini, “è fondamentale che il governo metta in campo misure concrete e mirate per sostenere le imprese e che il settore si presenti compatto”, anche valorizzando appuntamenti chiave come le fiere internazionali di febbraio in Italia.

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Redazione Redazione Eventi e News