Shein apre un magazzino in Vietnam per ‘sfuggire’ ai dazi di Trump
Shein guarda al Vietnam per ripensare la propria supply chain. Il dragone dell’ultra fast fashion, secondo quanto riportato da Reuters, starebbe affittando un grande magazzino in Vietnam, il suo primo nel Paese, nell’ambito di una mossa volta a limitare la propria esposizione, sul fronte logistico, alle ripercussioni delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina.
Il player avrebbe preso in affitto quasi 15 ettari di terreno industriale per uno spazio vicino a Ho Chi Minh City, centro commerciale e finanziario del Vietnam, secondo quanto riferito dalle due fonti non meglio specificate menzionate dall’agenzia di stampa, che hanno chiesto di rimanere anonime poiché “l’informazione non è di dominio pubblico”.
Il rivenditore online, che dipende quasi interamente da fornitori con sede in Cina per la produzione di capi di abbigliamento destinati agli Stati Uniti e ad altri mercati, è finito nel mirino della guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, che minaccia di stravolgere le catene di approvvigionamento globali, nonostante la recente distensione che ha visto anche la Cina inclusa nel regime di tregua, con conseguente abbassamento temporaneo delle tariffe per i beni importati dall’Ex Celeste Impero dal 145% al 30 per cento.
Resta valido, inoltre, il termine dell’esenzione ‘de minimis’, escamotage particolarmente amato dai player della moda a basso costo perché consentiva l’ingresso di beni di valore inferiore a 800 dollari senza dazi ed eliminato dall’amministrazione Trump a partire dal 2 maggio.
Il rivenditore, ricorda Reuters, aveva comunque già manifestato l’intenzione di approvvigionarsi di alcuni prodotti dalla Turchia e dal Brasile e, a conferma di una riorganizzazione della supply chain che potrebbe non riguardare solo Shein, alcuni fornitori della consolidata base produttiva nel sud della Cina avrebbero dichiarato di stare perdendo ordini proprio in favore del Vietnam, poiché alcuni produttori cinesi hanno aperto fabbriche nel Paese del Sud-est asiatico.
Intanto, Shein ha messo nuovamente in stand-by i suoi piani per l’Ipo a Londra, nonostante avesse ormai ricevuto il lasciapassare dalle autorità britanniche. A giocare un ruolo cruciale è stata proprio l’incognita dei dazi, ma la travagliata quotazione non è del tutto accantonata e “potrebbe vedere la luce in futuro”.
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