Ucraina. L’incontro simbolico: Trump e Zelensky ai funerali di Papa Francesco

di Giuseppe Gagliano –

In un contesto carico di emozione e significato politico, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, si sono incontrati il 26 aprile 2025 a Roma, in occasione dei funerali di Papa Francesco. L’incontro, avvenuto senza assistenti all’interno della Basilica di San Pietro, ha visto i due leader dialogare a tu per tu per circa quindici minuti, in un momento che entrambi hanno descritto come potenzialmente “storico”.
Secondo quanto riferito dall’ufficio di Zelensky e confermato da immagini diffuse sia da Kiev che da Washington, i colloqui si sono concentrati su temi cruciali: la protezione della popolazione ucraina, la ricerca di un cessate-il-fuoco completo e incondizionato e l’auspicio di una pace solida e duratura. “È stato un incontro molto simbolico, con il potenziale di diventare storico”, ha dichiarato Zelensky, sottolineando la speranza di risultati concreti.
Il contesto dell’incontro non poteva essere più delicato: pochi giorni prima, il 24 aprile, un missile russo aveva colpito un condominio a Kiev, provocando dodici morti. In un raro cambio di tono rispetto alle sue dichiarazioni passate, Trump ha condannato l’attacco russo, criticando apertamente Vladimir Putin per aver preso di mira civili innocenti. “Se Putin non vuole fermare la guerra, dovremo affrontarlo con mezzi più duri, come le sanzioni bancarie o secondarie”, ha scritto Trump su Truth Social, sottolineando l’urgenza di agire per fermare l’escalation.
La svolta retorica di Trump è apparsa evidente anche alla stampa internazionale: Reuters ha evidenziato come il presidente americano, spesso critico verso Zelensky in passato, abbia ora mostrato un inedito sostegno all’Ucraina. In risposta, il senatore repubblicano Lindsey Graham ha dichiarato che il Senato è pronto a varare nuove sanzioni contro i Paesi che continuano ad acquistare petrolio e gas dalla Russia.
Tuttavia permangono divergenze profonde tra Washington, Kiev e gli alleati europei. Documenti ottenuti da Reuters rivelano che gli Stati Uniti hanno suggerito il riconoscimento legale dell’annessione russa della Crimea del 2014, una proposta inaccettabile per Zelensky e per i principali governi europei. Trump, intervistato da Time, ha ribadito la sua posizione: “La Crimea resterà alla Russia. Zelensky lo capisce e lo capiscono tutti”.
Le trattative sono complesse anche sul fronte delle sanzioni: resta da definire se e quando esse dovranno essere revocate in caso di accordo di pace, quali garanzie di sicurezza verranno offerte all’Ucraina e come saranno gestite le compensazioni economiche.
Durante la cerimonia funebre di Papa Francesco, definito dal cardinale Giovanni Battista Re “il Papa della Pace”, Trump ha avuto brevi colloqui anche con la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, in quello che è stato il loro primo incontro ufficiale dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca. Parallelamente, Zelensky ha incontrato il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro britannico Keir Starmer, consolidando il dialogo multilaterale su una possibile exit strategy dalla guerra.
Il significato simbolico di questa giornata è stato sottolineato anche dalla premier italiana, Giorgia Meloni, che ha definito l’incontro tra Trump e Zelensky “una giornata storica”. Meloni ha poi ricevuto Zelensky a Palazzo Chigi, ribadendo il pieno sostegno dell’Italia a un cessate il fuoco immediato e incondizionato.
In Piazza San Pietro, tra capi di Stato e leader religiosi riuniti per onorare Papa Francesco, il desiderio di pace sembrava più urgente che mai. E l’immagine di Trump e Zelensky, seduti fianco a fianco, ha offerto al mondo una speranza fragile ma preziosa di dialogo.