Ue-Mercosur: ok del Parlamento alle clausole di salvaguardia. Ma l’accordo è a rischio

Si avvicinano i tempi per la firma dell’accordo Ue-Mercosur, che prevede l’eliminazione progressiva dei dazi su oltre il 90 per cento delle merci, ma il negoziato rischia di trovarsi di fronte un nuovo empasse. Ieri la Plenaria del Parlamento europeo ha dato il via libera alle clausole di salvaguardia proposte dalla Commissione con 431 voti favorevoli, 70 astenuti e 161 contrari.

Le clausole di salvaguardia riguardano l’ambito dell’agricoltura e, nel dettaglio, definisce le modalità con cui l’Unione europea potrebbe sospendere temporaneamente le preferenze tariffarie sulle importazioni di alcuni prodotti agricoli considerati sensibili (come pollame o carne bovina) provenienti da Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay, qualora tali importazioni siano ritenute dannose per i produttori europei.

Le clausole sono uno dei punti chiave dello schema di intesa proposto dall’esecutivo Ue ma, al momento, il sì della maggioranza dei 27 è tutt’altro che certa. Il 20 dicembre è prevista la firma dell’accordo in Brasile. Tuttavia il documento trova ancora di fronte una forte ostilità da parte della Francia che ha chiesto un rinvio del voto sull’accordo commerciale con il gruppo di paesi del Mercosur perché le tre condizioni che che ha presentato alla Commissione europea non sono ad oggi soddisfatte. L’Italia, da sempre in una posizione ambigua, si è ora allineata a Parigi sottolineando la necessità di un posticipo. Anche altri Paesi europei hanno manifestato contrarietà: Polonia, Ungheria e Irlanda. Un fronte che rischia di mettere a rischio la firma, fortemente voluta invece dallo schieramento a favore, guidato da Germania, Spagna e Paesi nordici tra cui la Danimarca che sperano nel bacino sudamericano per diversificare i mercati ed uscire dall’empasse della Cina.