Verso Marte con cellule giovani: La tecnologia REAC apre nuove strade alla medicina spaziale


Presentato all’ISSCR 2025 lo studio che dimostra come la biomodulazione REAC possa proteggere e ringiovanire le cellule staminali in condizioni di microgravità.
In occasione dell’ISSCR Annual Meeting 2025 tenutosi a Hong Kong, è stato presentato uno studio scientifico che potrebbe segnare una svolta epocale nella medicina spaziale e nella ricerca rigenerativa.
Il team di ricerca composto da scienziati dell’Università di Sassari e dell’Istituto Rinaldi Fontani di Firenze ha dimostrato che la biomodulazione bioelettrica mediante tecnologia REAC (Radio Electric Asymmetric Conveyer) è in grado di contrastare gli effetti negativi della microgravità sulle cellule staminali umane.
Nel loro studio, le cellule staminali mesenchimali della gelatina di Wharton (WJ-MSCs) sono state esposte per 24 ore a condizioni di microgravità simulata tramite una macchina di posizionamento casuale tridimensionale (3D-RPM).
Successivamente, le cellule sono state trattate con un ciclo del protocollo REAC MO-MG (Metabolic Optimization – Microgravity).
I risultati hanno evidenziato un recupero significativo dell’espressione dei geni chiave della staminalità (Oct4, Sox2, Nanog) e di importanti fattori epigenetici implicati nella risposta allo stress (Sirt1, DNMT1, HSP70).
Il contesto di questa scoperta è di grande attualità. Come recentemente riportato dal colonnello e astronauta ESA Luca Parmitano, una missione su Marte potrebbe causare un decadimento osseo del 25% in soli sei mesi, lasciando gli astronauti con uno scheletro paragonabile a quello di un novantenne. Questo fenomeno si accompagna a gravi alterazioni muscolari, immunitarie, neurologiche e cellulari. Contrastarlo in modo efficace è una priorità assoluta per le future missioni spaziali.
“Abbiamo bisogno di tecnologie che non solo contrastino gli effetti dell’ambiente spaziale sull’organismo umano, ma che potenzino le risorse biologiche di adattamento e rigenerazione” afferma il Prof. Salvatore Rinaldi, dell’Istituto Rinaldi Fontani.
“La biomodulazione REAC si sta dimostrando una delle soluzioni più promettenti in questo ambito, non solo per lo spazio, ma anche per la medicina terrestre del futuro.”
“Il nostro obiettivo è capire come le cellule rispondano allo stress estremo della microgravità e come possiamo intervenire per preservarne le funzioni vitali ” spiega la Prof.ssa Margherita Maioli, responsabile del progetto presso l’Università di Sassari.
“I risultati ottenuti con il trattamento REAC sono sorprendenti: non solo proteggono le cellule, ma ne riattivano la piena funzionalità.”
“L’utilizzo del REAC MO-MG è un esempio concreto di medicina bioelettrica endogena applicata in ambito spaziale” aggiunge la Dr.ssa Sara Cruciani, co-autrice dello studio.
“Abbiamo osservato un recupero rapido e significativo dei principali marcatori staminali ed epigenetici. È un risultato che apre scenari nuovi anche per la medicina rigenerativa in condizioni terrestri .”
“Questo protocollo REAC è frutto di anni di ricerca sul ruolo dell’attività bioelettrica endogena nella regolazione cellulare e della risposta allo stress ”, sottolinea la Dr.ssa Vania Fontani, co-inventrice della tecnologia.
“La nostra sfida è portare soluzioni concrete e applicabili sia nello spazio sia nei contesti clinici più avanzati.”
Lo studio si collega ai risultati già pubblicati nel 2018 dal medesimo gruppo di ricerca (Scientific Reports, PMID: 29979723), dove per la prima volta era stato dimostrato come la tecnologia REAC potesse contrastare i segni molecolari dell’invecchiamento precoce in cellule staminali sottoposte a condizioni estreme.
Il trattamento REAC è non invasivo, ripetibile, e non richiede sostanze chimiche né manipolazioni genetiche.
Funziona interagendo con l’attività bioelettrica endogena cellulare, promuovendo la riprogrammazione funzionale delle cellule verso uno stato più resiliente e rigenerativo.
Lo studio è stato realizzato con il supporto di Fondazione di Sardegna, Istituto Rinaldi Fontani, e del progetto e.INS-Ecosystem of Innovation for Next Generation Sardinia (Grant ECS 00000038), finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
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