“Wall Street Journal”: Pechino sta rapidamente erodendo il primato statunitense nel campo dell’Ia
Le aziende cinesi attive nell’intelligenza artificiale stanno rapidamente erodendo il predominio globale degli Stati Uniti, alimentando una corsa tecnologica che alcuni osservatori definiscono un’incombente “Guerra Fredda dell’Ia”. E’ quanto si legge sul quotidiano “Wall Street Journal”, che sottolinea come in Asia, Europa, Medio Oriente e Africa, clienti come banche multinazionali e università pubbliche stanno adottando sempre più massicciamente modelli linguistici sviluppati da società cinesi come DeepSeek e Alibaba come alternative ai colossi statunitensi, tra cui OpenAI (ChatGpt). Secondo fonti del settore citate dal quotidiano, Hsbc e Standard Chartered stanno testando i modelli linguistici di DeepSeek, recentemente installati anche nei centri dati principali della compagnia petrolifera saudita Aramco. Paradossalmente, anche fornitori cloud statunitensi come Amazon Web Services, Microsoft e Google offrono l’accesso a DeepSeek, nonostante il bando imposto da Washington per motivi di sicurezza su alcuni dispositivi governativi.
ChatGpt resta il chatbot Ia più diffuso a livello globale, con 910 milioni di download contro i 125 milioni di DeepSeek. Tuttavia, le aziende cinesi stanno guadagnando terreno grazie a prezzi molto più bassi e prestazioni ormai vicine a quelle dei leader del settore statunitensi. Uno studio della Harvard University pubblicato il mese scorso indica che la Cina vanta un vantaggio competitivo in due elementi chiave: disponibilità di dati e capitale umano. Secondo alcuni esperti del settore, il mondo si avvia verso una divisione netta tra sistemi Ia statunitensi e cinesi, con i Paesi chiamati a schierarsi da una parte o dall’altra. “Il fattore decisivo sarà la diffusione globale: chi conquisterà più utenti sarà difficile da scalzare”, ha dichiarato il presidente di Microsoft Brad Smith durante un’audizione al Senato Usa. Nonostante le restrizioni imposte da Washington su chip, know-how e investimenti, però, le aziende cinesi continuano ad avanzare.
Pechino sta investendo massicciamente per costruire una filiera Ia autonoma, riducendo al minimo la dipendenza dagli Stati Uniti. Anche le forze armate cinesi, secondo pubblicazioni accademiche, esplora l’uso strategico dell’Ia, come già avviene al Pentagono. Intanto, il Congresso degli Stati Uniti ha proposto una legge bipartisan per vietare l’uso di intelligenza artificiale cinese nelle agenzie federali. Secondo gli analisti, il progressivo isolamento reciproco potrebbe aggravare la diffusione di disinformazione e rendere più difficile la cooperazione globale su sicurezza e minacce future legate all’Ia.
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