35 anni di Pretty Woman: la commedia che ha fatto la storia

35 anni di Pretty Woman: la commedia che ha fatto la storia
Il film che ha ridefinito la commedia romantica moderna
Nel marzo del 1990, il mondo del cinema accoglieva una commedia romantica destinata a diventare un classico: Pretty Woman. Oggi, a 35 anni di distanza, il film con Julia Roberts e Richard Gere continua a incantare il pubblico e a ispirare nuove generazioni. I fan e la critica celebrano questo anniversario ricordando i momenti più iconici, i retroscena più curiosi e le ragioni del suo successo duraturo.
Un film nato da un’idea molto diversa
Garry Marshall dirige un film che Disney trasforma radicalmente. Lo script originale raccontava una storia cruda e drammatica, con Vivian tossicodipendente e un finale ben lontano dal romantico “vissero felici e contenti”. Inizialmente, il titolo doveva essere 3000, come il compenso pattuito tra i due protagonisti. Solo in un secondo momento la produzione decide di virare verso una moderna fiaba urbana, dando vita a Pretty Woman come oggi la conosciamo.
Curiosità che hanno fatto la storia
Durante le riprese, il regista Garry Marshall coglie un momento magico che diventa leggenda: la celebre risata di Julia Roberts mentre Richard Gere chiude la scatola della collana non figura nel copione. Quella scena nasce da uno scherzo sul set, ma finisce per diventare una delle immagini più iconiche del film. Anche la locandina cela un segreto: il corpo in posa non appartiene all’attrice, bensì a una controfigura.
Richard Gere suona davvero il pianoforte in una delle scene più romantiche, mentre Julia Roberts recita con naturalezza, nonostante all’epoca fosse ancora poco conosciuta.
Il significato che resiste al tempo
A 35 anni dalla sua uscita, Pretty Woman conserva un messaggio forte: l’importanza dell’autostima, del rispetto e della possibilità di reinventarsi. Non si limita a raccontare una storia d’amore: mostra come due persone provenienti da mondi opposti possano riconoscersi e crescere insieme. Il film affronta temi profondi con leggerezza, rimanendo accessibile e coinvolgente.
“Lo farei solo con una sceneggiatura davvero valida”, ha dichiarato recentemente Richard Gere aprendo uno spiraglio su un possibile sequel. Anche Julia Roberts, pur senza dichiarazioni ufficiali, non esclude l’idea.
Un’eredità culturale ancora viva
Pretty Woman non smette di influenzare moda, musica e linguaggio. Il celebre abito rosso di Vivian, la colonna sonora firmata Roy Orbison e le frasi entrate nell’immaginario collettivo hanno segnato l’estetica degli anni ’90 e continuano a farlo. Il musical tratto dal film, approdato a Broadway nel 2018, conferma il fascino intramontabile di questa storia.
A trentacinque anni dalla prima proiezione, Pretty Woman continua a emozionare, a far sognare e a insegnare che la vera bellezza nasce dalla fiducia in sé stessi e dalla capacità di cambiare. Il pubblico lo ama ancora, come fosse il primo giorno. E forse, un giorno non lontano, potrà tornare a innamorarsi dei suoi protagonisti sul grande schermo.
A cura della Redazione
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