AI Mode è disponibile in Italia: come la ricerca Google cambia per sempre (e il web con lei)

Ottobre 15, 2025 - 15:00
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AI Mode è disponibile in Italia: come la ricerca Google cambia per sempre (e il web con lei)

Dopo l'annuncio della scorsa settimana, da questa notte AI mode è davvero disponibile in Italia. Lo troviamo nella barra di ricerca su Google.com, sotto forma di un pulsante bello in evidenza sulla destra, con tanto di animazione al refresh della pagina.

Effettuando una ricerca e premendo invio, non cambierà nulla: ci troveremo con la consueta pagina di Google, spesso con AI Overview in cima.

Se invece scriviamo la nostra query di ricerca e poi clicchiamo sul pulsante AI Mode, allora si avvierà la nuova modalità potenziata dall'intelligenza artificiale. Come vedete dall'esempio autoreferenziale qui sotto, la differenza tra i due risultati è evidente: a sinistra abbiamo i classici siti web che possono rispondere alla nostra richiesta, a destra abbiamo invece solo l'IA, con un accenno alle fonti nella colonna di destra.

Inoltre, in AI Mode, la maschera in basso che ci invita a chiedere qualsiasi cosa è un vero e proprio dialogo con l'intelligenza artificiale, che riprende il contesto della ricerca iniziale oppure può partire per la tangente, a seconda di quello che scriviamo. In pratica è come usare Gemini, ma dentro Google, limitatamente al contesto della ricerca (non possiamo cioè creare immagini o video, né usare nessuno degli strumenti integrati in Gemini).

AI Mode è accessibile anche dall'indirizzo dedicato google.com/ai, che ci proietta in una pagina dove la ricerca classica proprio non esiste: c'è solo l'IA, alla quale "fare domande dettagliate per ricevere risposte migliori"; migliori di cosa, è relativo. È facile ipotizzare che nel prossimo futuro questa pagina possa diventare la predefinita ogni volta che accederemo a Google.

Ed è proprio questa la vera rivoluzione di AI Mode: riscrivere il modo in cui useremo il motore di ricerca più diffuso al mondo, con oltre il 90% del market share secondo gli ultimi dati di statcounter. Questo significa quindi, per la stragrande maggioranza degli utenti, riscrivere il modo di navigare in internet: non più una navigazione orientata ai siti web, ma alle risposte rapide e sintetiche dell'IA.

Tanto meglio, si fa prima e il web era invaso di pubblicità: questa è la giustificazione che in molti avanzano. E non neghiamo che ci sia del vero. Ma è una cane che si morde la coda, perché quello che resterà del web rischia di essere ancora più invaso di pubblicità e soprattutto molto meno plurale di prima, perché non più economicamente sostenibile per molti. 

Senza poi ignorare il fatto che, a oggi, le risposte dell'IA contengono spesso errori o imprecisioni, mascherate da verità che risulteranno credibili per buona parte di quel 90% dei naviganti. E se già le fake news e la disinformazione galoppano adesso, non ci aspettiamo che, in un futuro in cui l'IA avrà sempre meno fonti umane e verificate a cui attingere, le cose possano migliorare. Anzi...

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