Celine riparte da un foulard: il debutto di Michael Rider

Lug 7, 2025 - 16:01
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Celine riparte da un foulard: il debutto di Michael Rider

Un foulard di seta bianco e nero avvolto attorno all’invito, e poi annodato al collo degli ospiti come un segno di appartenenza. È iniziato così il debutto di Michael Rider da Celine, con un gesto semplice ma carico di significato: “qualcosa che si tiene, che si tramanda, che ognuno indossa a modo suo”, ha raccontato il designer.

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Un manifesto in miniatura di quella che è stata la sua prima collezione per la maison, dove la memoria si tramanda nei look e il guardaroba si fa personale. Giochi di stratificazioni mixano proporzioni, silhouette, tessuti e colori in modo deciso e i look sono carichi di accessori e gioielli, in linea con la tendenza che negli ultimi mesi spopola su social e passerelle (con l’algoritmo di Tiktok nutrito da strategie di styling per personalizzare gli outfit, dai charms per le borse alle spille). Sulla passerella di Rider però anche l’originalità più azzardata è circoscritta dall’eleganza che percorre tutta la passerella. L’insieme risulta raffinato e minimalista.

L’esordio di Michael Rider da Celine

La sfilata, ospitata nella sede storica di Rue Vivienne, è stata molto più di un ritorno a casa (Rider è stato design director durante l’era Philo): è stata un ritorno all’estetica Celine, senza nostalgia e senza stravolgimenti.

Celine by Michael Rider.

Rider ha tenuto ciò che serviva delle due ere precedenti, la struttura asciutta di Hedi Slimane, l’eleganza pensata di Phoebe Philo, e lo ha combinato con elementi nuovi: maglie rugby portate con leggerezza, pantaloni carrot con stivaletti in pelle morbida, giacche con spalle marcate e cardigan dall’abbottonature diagonali. Molti i riferimenti alla storia del brand, dal logo Triomphe che riappare su borse e accessori alla palette di rossi, blu, beige e avori. “Una certa leggerezza manca nella moda,” ha detto Rider, “e il logo può essere anche gioco, non solo status.”

Michael Rider, direttore creativo di Celine succeduto a Hedi Slimane.

Focus styling: l’arte di abbinare

Sul fronte dello styling, la proposta è trasversale, pensata per un pubblico globale ma con lo sguardo preciso della donna parigina. Gli outfit sono costruiti con logica sartoriale ma con libertà creativa: cappotti lunghi aperti su gonne svolazzanti, jeans skinny e blazer corti per l’uomo bohémien, mini dress ricamati per la sera, e borse weekend tratte da un allungamento ironico dell’iconica Phantom Bag. Spiccano i dettagli: taschini cuciti su abiti da sera, charms e anelli a profusione, custodie AirPods tra i bijoux, foulard che diventano cintura o accessorio da borsa.

Mix & Match, Celine primavera estate 2026.

La sfilata Celine primavera estate 2026

Il risultato? Una collezione pensata, piacevole, accessibile nello spirito ma sofisticata nei codici. Un punto di partenza forte, anche se non rivoluzionario. Ma come ha scritto lo stesso Rider nella lettera lasciata agli ospiti: “Amo l’idea di abiti che catturano un momento e insieme parlano di anni, di vita, di memoria, di utilità e di fantasia.” Ed è proprio questo che resta: tantissime idee di styling pronte per essere replicate e adattate al proprio guardaroba, alla ricerca di un gioco personale sul filo dell’eleganza.

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Redazione Redazione Eventi e News