Come Trump usa le immagini per stupire i suoi elettori

Agosto 14, 2025 - 06:30
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Come Trump usa le immagini per stupire i suoi elettori

L’immagine è il celebre scatto realizzato a febbraio 2025 nello Studio Ovale per inaugurare e promuovere la nascita del White House Faith Office (che sostituisce il White House Office of Faith-based and Neighborhood Partnerships inaugurato dal Presidente G.W. Bush nel 2001); un organo governativo che si pone l’obiettivo, come riporta il sito della Casa Bianca, di supportare gli enti religiosi, le organizzazioni comunitarie e i luoghi di culto. Tale inedito ente è consegnato alla telepredicatrice Paula White, una figura bizzarra e controversa, tacciata dal mondo cattolico di essere irriguardosa nei confronti della religione cristiana e caratterizzata da stravaganze e abitudini alquanto discutibili – ha dichiarato che le è apparso Dio e, secondi i costumi della “teologia della prosperità”, offre benedizioni in cambio di importanti elargizioni economiche, attivando delle dinamiche che sono state paragonate alle truffe finanziarie realizzate attraverso lo schema Ponzi.

È stata affidata a una picture il compito di diffondere l’informazione della nascita di quest’Ufficio; è alla fotografia che si è richiesta la diffusione di un messaggio che lavori sui canali delle emozioni per colpire il proprio elettorato e tutti i credenti.

Colpire e informare questo è l’incarico di cui l’immagine governativa è investita.

Da un lato, informare della nascita dell’Ufficio della Fede della Casa Bianca. Dall’altro lato, colpire emotivamente gli animi dei credenti, mostrando la particolare attenzione che il nuovo governo rivolge a loro e ai loro valori. E in questa comunicazione, che lavora con la sfera dei sentimenti di fede, Trump viene investito del ruolo di guida; guida non solo politica, ma anche religiosa.

“Opporre resistenza a Trump equivale a opporsi a Dio”, ha dichiarato Paula White e l’immagine, realizzata con il coinvolgimento di una trentina di predicatori che attorniano il Presidente degli Stati Uniti, è alquanto esplicita nel confermare questo pensiero della direttrice del Faith Office.

Trump appare, infatti, avvolto da un’aura divina; si offre come pilastro su cui gli uomini e le donne di fede trovano appoggio e sicurezza spirituali; su di lui, sulle sue spalle, sulle sue braccia, poggiano la propria mano i predicatori, nel mentre sono tutti raccolti in preghiera, con occhi chiusi e capo chino, come fossero ispirati da lui, trasportati altrove grazie a lui, e a lui si affidassero.

Trump, in questo modo, non solo trasmette conforto e speranza, ma appare anche medium per una comunicazione con il trascendente. È lui il tramite, il ponte che permette ai predicatori di accedere altrove. Così come, anche a noi, spettatori di questa foto, è permesso – secondo il principio caro ai telepredicatori – di poter stabilire un dialogo con la dimensione sacra, fruendo della presenza, in immagine tecnica, del Presidente. Anche a noi viene concesso di accedere all’altrove mediante la contemplazione di questo scatto; è permesso, anche a noi, grazie alla fotografia di questo rito, di stabilire un contatto con il corpo di Trump, conducendo le proprietà del nostro sguardo all’interno della sfera della tattilizzazione; anche noi possiamo “toccarlo” e, grazie a questo, innalzarci.

Il neopresidente degli Stati Uniti si ammanta così di un’aura sacrale. E lo esprimono chiaramente la centralità e l’atteggiamento assunti dal corpo di Trump all’interno dello scatto: abbracciato da un arco di uomini e donne di fede posti in piedi attorno a lui, unico seduto con le mani congiunte poste sulla Resolute Desk, il tycoon esprime perfettamente questa sua alta statura spirituale che si fonde con ciò che egli stesso ha espresso nel suo discorso d’insediamento: è stato salvato da Dio per rendere l’America di nuovo grande.

Dio, insomma, sta parlando per mezzo di Trump e lo scatto presidenziale non fa altro che confermare quest’idea; il tycoon, come egli stesso ha detto e come egli stesso ci fa vedere, è espressione di comunione tra realtà sensibile e trascendenza. Per tale motivo, la volontà del Presidente si ammanta di una proprietà sacra, quella stessa che avvolgeva il comandante supremo, l’imperatore.

Questa immagine si pone, così, sul solco di quella politica dell’immagine e del culto di sé che Trump aveva avviato attraverso le imponenti costruzioni che lo inneggiavano: dalla Trump Tower al Trump Taj Mahal, fino a giungere al Faith Office della Casa Bianca, il processo di mitizzazione della propria immagine è portata avanti con particolare attenzione, per giungere a divenire un’immagine sacra.

La picture della Casa Bianca riesce perfettamente a trasmettere l’aura sacrale raggiunta da Trump.

È un’immagine che punta alla dimensione cultuale, alla contemplazione da parte del credente per accedere alla sfera del divino, immagine che è medium, ponte, mezzo di accesso alle alte sfere. Una concezione consolidata da millenni di rapporto immagine-uomo ma che è sfruttata dalla “teologia della prosperità” statunitense, che usa le immagini fotografiche e audiovisive attraverso modalità particolarmente ardite. Questa teologia, avviata dal pastore Essek William Kenyon, ha trovato, attraverso il movimento neo-pentecostale, una sua manifestazione particolarmente incisiva, tesa a coinvolgere un ampio pubblico mediante le pictures dei media, per diffondere la fede e far fare esperienze religiose mediate.

Trump – guidato dalle indicazioni di Paula White, in qualità di predicatrice mediatica e, da diversi anni, sua consigliera spirituale – si è affidato, anch’egli, alla fotografia e alla viralità offerta da internet per proporre un messaggio religioso.

Inoltre, in aggiunta alla diffusione dell’immagine sul sito della Casa Bianca, Trump opta anche all’uso dei social – come è suo solito –, e su X pubblica lo scatto commentandolo con una citazione di un versetto tratto del Vangelo secondo Matteo, a cui aggiunge un proprio auspicio:

«As the Bible says, ‘Blessed are the peacemakers.’ And in that end, I hope my greatest legacy when it’s all finished, will be known as a peacemaker and a unifier.» – Presidente Donald J. Trump.

Beati gli operatori di pace, dice la Bibbia, e ciò che Trump si augura è che la sua più grande eredità risulti essere, quando tutto sarà finito, quella di venire riconosciuto come un pacificatore e unificatore. Pace e unione. Questo è il suo messaggio che diffonde attraverso la sua picture.

Tratto da “Pictorial Trump. Il ruolo politico delle nuove immagini” (Mimesis), di Andrea Rabbito, 14€, pp. 180

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Redazione Redazione Eventi e News