Come visitare i musei senza fare danni: nasce il galateo

Scattare un selfie e distruggere una sedia d’artista. Appoggiarsi a una parete e far volare un quadro del Settecento. Parlare a voce così alta da trasformare una galleria d’arte in una chat vocale. Non è l’inizio di una sit-com imbarazzante, ma la realtà quotidiana di molti musei italiani ed europei. E no, non succede solo nei weekend di Ferragosto o durante le gite scolastiche: il malcostume da museo è una costante che sta diventando una vera emergenza.
Proprio per contrastare questo trend assurdo, è nato qualcosa di inedito e, diciamolo, urgentissimo: il Galateo dei Musei. Undici semplici regole di bon ton per evitare di far danni, godersi l’arte e, perché no, non diventare virali per i motivi sbagliati.
A lanciarlo è Libreriamo, media digitale dedicato alla cultura e ai suoi consumatori più attenti, dopo aver raccolto le testimonianze preoccupate di alcuni dei principali direttori museali italiani, sempre più alle prese con turisti distratti, invadenti o nel peggiore dei casi anche maleducati.
Perché serve un galateo nei musei
Negli ultimi anni, i numeri parlano chiaro: i musei italiani sono pieni di gente… E di rischi. Nell’estate 2024, secondo il Ministero della Cultura, sono stati registrati oltre 60 milioni di visitatori. Le previsioni per il 2025? Ancora più in alto. E se da una parte è una notizia fantastica (viva la cultura!), dall’altra c’è un piccolo grande problema: l’overtourism, ovvero troppa gente tutta insieme in spazi non progettati per questi flussi.
Il risultato? Scene che farebbero rabbrividire qualsiasi restauratore: un visitatore che inciampa mentre si scatta un selfie e si abbatte su un dipinto antico agli Uffizi; due turisti che, ignari, si siedono su un’opera d’arte contemporanea (una sedia firmata da Nicola Bolla, per la cronaca) a Palazzo Maffei.
Il punto è questo: se fino a poco tempo fa questi erano casi isolati, oggi sono quasi all’ordine del giorno. E complici smartphone sempre in mano, social da aggiornare costantemente e zero filtri tra il “voglio fare una foto cool” e il “mi accorgo che ho distrutto un’opera del ‘700”, il confine tra visita culturale e caos totale si fa sempre più sottile.
Le 11 regole d’oro del Galateo dei Musei
Ecco, quindi, l’elenco delle 11 regole fondamentali del Galateo dei Musei. Alcune sembrano ovvie, altre decisamente necessarie, tutte andrebbero rispettate come se stessimo entrando a casa di qualcuno che ha speso secoli a creare qualcosa di meraviglioso.
1. No alle borse formato trasloco.
Il minimalismo è il nuovo chic, anche nei musei. Borse grandi, zaini stracolmi e tote bag rigonfie possono diventare armi accidentali. Basta un movimento sbagliato e addio statua. Riducete all’essenziale e usate, se disponibile, il guardaroba.
2. Niente karaoke tra i quadri.
Parlare a voce alta è la rovina di ogni visita. Se proprio c’è bisogno di commentare, fatelo con discrezione o aspettate di uscire. Nessuno vuole ascoltare il dibattito su “quale cornice sarebbe meglio per quel Caravaggio”.
3. Stop a snack e bibite.
Museo non è picnic. Mangiare e bere sono gesti bellissimi, ma fuori dalla sala espositiva. Anche le e-cig vanno lasciate spente: il vapore danneggia opere e ambienti, punto.
4. Telefono in modalità “sono in un luogo sacro”.
Rispondere alle chiamate durante la visita è un no gigante. Meglio un messaggio veloce oppure, udite udite, il silenzio. Staccare per un po’ è un regalo, fidatevi.
5. Tutti hanno diritto a guardare.
Fissare un’opera per ore come se fosse il proprio screensaver personale non è cool. Lasciate spazio anche agli altri e non passate davanti a chi sta osservando.
6. Basta foto a raffica.
Fare una foto va bene (se consentito), farne venti in sequenza no. Le opere non sono background per feed estetici: provate, per una volta, a guardarle davvero.
7. Flash? Solo se volete distruggere tutto.
Luci forti e impulsi luminosi rovinano i materiali, specialmente quelli più antichi. Anche quando sembra tutto ok, meglio controllare: se c’è il simbolo di divieto, il flash resta spento.
8. Addio bastoni da selfie.
Siete in un museo, non in una challenge TikTok. I selfie stick sono potenzialmente pericolosi, oltre che fastidiosi. Usate il braccio. E il cervello.
9. Camminare con attenzione.
Tutti vogliono fare la foto perfetta, ma occhio a dove si mettono i piedi: fili, opere a terra, delimitazioni, oggetti parte dell’allestimento. Serve un minimo di mindfulness.
10. Non toccare. Mai.
Questa dovrebbe essere la regola numero uno. Non si tocca nulla, neanche “solo con due dita”. Neanche se “mi sembrava finto”. Neanche se “volevo solo sentirlo un attimo”. No.
11. Le pareti non sono divani.
Se siete stanchi, cercate una sedia. Appoggiarsi può sembrare innocente, ma spesso significa urtare un’opera, una cornice, una struttura. I musei non sono pensati per accogliere corpi stanchi sulle pareti.
Qual è la tua reazione?






