Concessioni balneari, il ministro Salvini taglia del 62% i canoni dovuti allo Stato

Nonostante la sentenza del Tar Liguria dello scorso febbraio, il Governo Meloni sta tirando dritto con la linea impostata dal decreto Salva-infrazioni (dl 131 del 2024) approvato lo scorso novembre, in cui si prevede la messa a gara delle concessioni balneari entro fine giugno 2027.
Nel frattempo, il decreto attuativo concertato tra i ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia e già bollinato dalla Ragioneria generale – in attesa solo del parere del Consiglio di Stato – porta un nuovo quanto inaspettato regalo al settore: l’ulteriore decurtazione dei canoni, già irrisori, di concessione demaniale.
Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde, l’ha già ribattezzato «il regalo di Salvini con i soldi degli italiani ai balneari»: si tratta del «62% di sconto sui canoni demaniali, già scandalosamente bassi. Mentre Giorgetti chiede sacrifici agli italiani, decidendo tagli in settori fondamentali come trasporti, scuola, servizi sociali e sanità e prevedendo un aumento di soli dieci centesimi al giorno alle pensioni minime, Salvini fa un super-regalo agli imprenditori balneari».
Dal Governo però affermano l’esatto contrario, ovvero che lo sconto non c’è. Anzi, i canoni concessori aumentano, secondo il ministero delle Infrastrutture: «Con il decreto in corso di adozione i canoni sono stati aggiornati prevedendo, come da prospetto allegato allo stesso, un incremento lineare del 10% a tutti gli importi previsti dall’articolo 3 del decreto-legge n. 400 del 1993 e successive modificazioni e dal decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione 5 agosto 1998, n. 342».
Quindi, dove sta il trucco? Che l’incremento del 10% è pesato a partire dalle concessioni degli anni ’90, mentre il calo del 60% è riferito alle tabelle del 2024.
«Sono semplicemente disgustato – continua Bonelli – di come i beni degli italiani continuino a essere svenduti. Le concessioni demaniali sono già a prezzi bassissimi: pensate che il Twiga paga solo 21 mila euro l’anno a fronte di un fatturato di 10 milioni di euro. Dalle oltre 24 mila concessioni lo Stato ha incassato nel 2024 appena 120 milioni di euro, con una morosità di 30 milioni. Con i nuovi canoni lo Stato incasserà 74 milioni di euro. Vergogna pura. Trovano i soldi per fare regali ai loro amici, ma per aumentare pensioni e stipendi o per migliorare scuola e sanità i soldi non ci sono. Questo è il governo che difende i privilegi delle lobby a danno dei cittadini. La destra ha trasformato le spiagge in un business e le sta privatizzando».
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