E-commerce, anche il Parlamento Ue contro l’esenzione dai dazi per i prodotti sotto i 150 euro
Bruxelles – Niente più esenzione per i pacchi e pacchetti di costo inferiore ai 150 euro, ma soprattutto un grande centro di immagazzinamento e smistamento europeo per il controllo delle merci e le verifiche di qualità a prova di salute del consumatore. Quando si tratta di commercio elettronico e gestione di quanto acquistato on-line per il Parlamento europeo la parola d’ordine è ‘sicurezza’ nell’accezione più ampia del termine. Così nel processo legislativo per la riforma dell’e-commerce l’Aula opta per una chiusura del mercato unico alle merci scadenti provenienti dai negozi telematici extra-Ue.
A larga maggioranza – 619 voti a favore, 26 contrari e 46 astensioni – l’Eurocamera approva la risoluzione in cui viene chiesto di indurre i venditori dei Paesi terzi a creare dei magazzini all’interno dell’Ue da cui effettuare le consegne ai clienti. In tal modo, il controllo delle spedizioni avverrebbe in blocco e sarebbe molto più semplice rispetto al controllo dei singoli pacchi alle dogane.
Il testo approvato dall’Aula sostiene in linea di principio la proposta della Commissione di introdurre una tariffa di gestione di 2 euro per ogni pacco proveniente da fuori Ue, indicata nella comunicazione sull’e-commerce. Tuttavia, i deputati chiedono alla Commissione di verificare che tale importo sia proporzionato, conforme alle regole dell’Organizzazione per il commercio (Wto) e non venga scaricato sui consumatori europei.

Soddisfatto Salvatore De Meo (Fi/Ppe), relatore del testo: “Non è accettabile che le nostre imprese, che rispettano rigorose norme fiscali, ambientali e sociali, debbano competere con operatori extra-Ue che spesso eludono regole e controlli”, premette. “Questo voto dà un messaggio chiaro: le stesse regole devono valere per tutti, indipendentemente dal Paese di partenza del prodotto”.
Sulla stessa lunghezza d’onda Pierfrancesco Maran (Pd/S&D), membro della commissione Mercato interno del Parlamento europeo: “Servono regole europee più severe sull’e-commerce per contrastare l’ingresso di prodotti low cost non sicuri, tutelare i consumatori e garantire una concorrenza leale di fronte all’esorbitante afflusso di articoli asiatici”.
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