Giornata delle api, i dati raccontano il declino degli impollinatori in tutta Europa

Gli insetti che garantiscono il fondamentale servizio ecosistemico dell’impollinazione sono in declino in tutto il mondo. Facciamo il punto sulla situazione europea, citando alcune delle nuove iniziative che provano a ridare spazio ad api domestiche e selvatiche in Italia
Bee inspired by nature to nourish us all: è il motto scelto dalle Nazioni Unite per la Giornata mondiale delle api di quest’anno, che cade oggi, martedì 20 maggio.
In effetti, gli organismi impollinatori nutrono il nostro Pianeta: senza di loro – come viene spiegato anche nel nuovo report pubblicato dal Wwf, Il futuro in un volo d’ape – sarebbe a rischio il 75% delle colture alimentari e il 90% delle piante da fiore presenti in natura.
Peraltro, il volume dei raccolti che derivano dalle colture legate a doppio filo agli impollinatori è triplicato negli ultimi 50 anni. Ciò significa che, allo stato attuale, la nostra alimentazione, la salute pubblica e la sicurezza economica di intere nazioni dipendono dallo stato di conservazione degli impollinatori.
E per tutto questo non dobbiamo ringraziare solo la famosissima Apis mellifera con le sue sottospecie: più di 200.000 specie animali sono impollinatrici e la maggior parte è selvatica: insetti di vario tipo, farfalle, uccelli e pipistrelli danno il loro contributo, oltre a 20.000 specie di api, tra le quali si contano varietà domestiche ma anche selvatiche e solitarie.
Impollinatori in caduta libera
L’Ispra segnala che circa una specie su tre di api e farfalle europee è in declino, mentre una su dieci è a rischio di estinzione.
Questa forte diminuzione è attribuibile a una serie di pressioni ambientali che spesso agiscono in sinergia tra loro, tra cui la distruzione, il degrado e la frammentazione degli habitat, l’inquinamento da agenti fisici e chimici, la diffusione di specie aliene invasive e la presenza di parassiti e patogeni.
Un altro fattore importantissimo è l’uso di pesticidi, diserbanti e fertilizzanti tossici. Per questo, dal 2015, l’Ispra si occupa di monitorare il fenomeno della moria di api dovuta a uso di fitosanitari, evidenziando la presenza costante di principi attivi dannosi all’interno degli alveari italiani, segno di un uso spesso improprio di fitosanitari, soprattutto nei mesi primaverili.
Anche il cambiamento climatico fa la sua parte, spingendo spesso api e altri insetti a muoversi a caccia di fiori nei periodi più freddi, sprecando energie e rimanendo vittima delle gelate. Non a caso, i dati disponibili e citati da Ispra evidenziano un aumento dal 5-10% fino al 25-40% nelle morti invernali delle api.
Invertire la tendenza
Agire per arginare questo fenomeno è urgente per tutelare la produzione di cibo, ma anche la biodiversità nel suo insieme.
In un Pianeta dove tutto è interconnesso, api e altri impollinatori sono anche bioindicatori della salute ambientale: la loro salute o, al contrario, la loro sofferenza ci comunicano preziose informazioni sugli ecosistemi e sul clima.
Proteggere gli le api, quindi, significa anche rafforzare i più importanti servizi ecosistemici, come la fertilità del suolo – che dipende direttamente dal tipo e dalla quantità di piante presenti – e la sopravvivenza di uccelli e mammiferi che degli impollinatori si cibano ogni giorno.
In risposta a questa crisi, l’Unione europea ha recentemente adottato il regolamento sul ripristino della natura – Restoration Law – che introduce obblighi specifici per invertire il declino delle popolazioni di impollinatori entro il 2030.
Gli Stati membri dovranno attuare misure volte a migliorare indicatori come la popolazione di farfalle comuni e la percentuale di superficie agricola con elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità naturale, che favorisce lo sviluppo delle colonie di api e la sopravvivenza delle specie selvatiche.
In alcune aree d’Italia, un’evoluzione nella stessa direzione sta già avvenendo. L’ha raccontato in questi ultimi giorni, per esempio, Andrea Ferrarini, dell’azienda agricola Bio Ferrarini di Mirandola, che coltiva ortaggi e cereali su 150 ettari di cui oltre il 10% destinati alla biodiversità.
“Qui abbiamo creato un equilibrio vivo tra prede e predatori – ha spiegato Ferrarini, promuovendo il ruolo delle coltivazioni bio nella tutela degli insetti – con siepi, boschetti, zone umide e fioriture per gli impollinatori. Anche gli alveari sono parte della struttura agricola, perché ormai è chiaro: la biodiversità non è un lusso, è una necessità“.
Piccoli spazi per gli impollinatori
In sinergia con la Restoration Law, altre esperienze virtuose stanno cercando di ritagliare luoghi sicuri per gli impollinatori in tutta Italia, da nord a sud, in città e in campagna.
Greenpeace, per esempio, sta portando avanti il progetto Bosco delle Api, nato a Roma nel 2020 e di recente replicato a Cremona, in una delle aree più inquinate d’Europa.
Sono stati creati così due spazi verdi popolati da specie autoctone, gradite agli impollinatori e posizionate all’interno dei centri urbani. Due giorni fa è stata anche inaugurata la Casa delle api di montagna alla Malga Derocon, in Lessinia (Veneto).
“Vogliamo vogliamo trasformare la malga in un centro per la divulgazione e la pratica dell’apicoltura in ambiente montano – ha spiegato Gerardo Meridio, presidente dell’associazione regionale Apicoltori del Veneto – in questo modo malga sarà un luogo aperto alla cittadinanza, dove parlare di api, di sostenibilità e di come anche le pratiche agricole possano contribuire alla salvaguardia della biodiversità“.
Proprio oggi, invece, è partita la quarta edizione di Bee Korian, un progetto di Korian Italia che promuove il benessere dell’anziano e il confronto intergenerazionale proprio grazie alle api, in collaborazione con ApicolturaUrbana.it.
Quest’anno, Bee Korian porterà le proprie arnie in quattro Rsa sul territorio nazionale: “L’apicoltura e il contatto che sa creare con la natura non riguarda solo le nuove generazioni – ha spiegato Giuseppe Manno, Ceo e founder di ApicolturaUrbana.it – è sempre emozionante scoprire dalle testimonianze degli ospiti delle strutture che l’esperienza immersiva con le api è stata uno dei momenti più emozionanti della loro vita“.
Per fare la propria parte, ci si può ispirare a questi progetti riservando una parte del balcone o del proprio giardino alle piante autoctone e ricche di fiori della propria zona, garantendo così cibo e riparo agli impollinatori che vivono intorno a noi.
L'articolo Giornata delle api, i dati raccontano il declino degli impollinatori in tutta Europa è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




