Giovani UK-EU: verso un nuovo visto post-Brexit

Giugno 21, 2025 - 20:00
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Giovani UK-EU: verso un nuovo visto post-Brexit

Dopo anni di distanza e incertezza, si apre uno spiraglio di riavvicinamento tra Londra e Bruxelles. Il via libera al nuovo Youth Visa Scheme da parte dell’UE rappresenta una svolta per migliaia di giovani europei e britannici. In un contesto post-Brexit segnato da tensioni e ostacoli burocratici, la possibilità di vivere, lavorare e formarsi oltreconfine torna ad apparire concreta. L’iniziativa non solo offre opportunità individuali, ma si carica anche di un forte valore simbolico: un gesto di distensione tra due blocchi un tempo indissolubilmente uniti.

Un accordo in cantiere: verso una nuova mobilità giovanile

Il 21 giugno 2025 il Consiglio dell’Unione Europea ha dato ufficialmente mandato alla Commissione per negoziare con il Regno Unito un nuovo schema di mobilità destinato ai giovani tra i 18 e i 30 anni (o fino a 35, secondo i singoli accordi bilaterali).

L’obiettivo? Consentire loro di vivere e lavorare nel Regno Unito o in uno stato membro dell’UE fino a due anni, senza vincoli accademici o professionali. Si tratta di un passo concreto verso una riconciliazione parziale dopo le ferite aperte dal referendum del 2016.

Il nuovo programma non nasce dal nulla. Il Regno Unito ha già accordi simili con 13 paesi extra-UE, tra cui Australia, Canada, Nuova Zelanda, Corea del Sud e Islanda, noti come Youth Mobility Schemes.

Ora, per la prima volta dal 2020, si tenta di riaprire il dialogo con Bruxelles, superando le rigidità di un’uscita dall’UE che ha colpito duramente la libertà di movimento delle nuove generazioni.

La Commissione Europea ha affermato che l’accordo mira a promuovere “l’apprendimento reciproco, lo scambio culturale e le esperienze lavorative all’estero”. E, per molti osservatori, rappresenta anche un primo esperimento per ricostruire un ponte con l’UE in vista di scenari futuri più cooperativi.

Maggiori dettagli saranno resi noti nei prossimi mesi, ma le basi gettate sono già significative.

Fonte: European Council – Press Release 21/06/2025

I limiti dello schema: libertà con clausole

Sebbene il programma prometta nuove opportunità, non è esente da limiti. Il governo britannico ha già chiarito alcune restrizioni fondamentali:

  • Il visto non consentirà l’accesso ai benefit del welfare pubblico.

  • Non sarà previsto il ricongiungimento familiare.

  • I partecipanti dovranno pagare il contributo sanitario (Immigration Health Surcharge), condizione indispensabile per accedere al NHS.

Ciò significa che lo schema ha una natura esclusivamente temporanea, e non costituisce un canale privilegiato per ottenere la residenza o cittadinanza.

Tuttavia, resta una valida alternativa a programmi universitari interrotti post-Brexit, come l’Erasmus+, offrendo un canale per i giovani europei interessati a vivere in Regno Unito e viceversa.

Secondo The Independent, l’accordo rappresenta “una delle aperture più importanti nelle relazioni diplomatiche UK-UE degli ultimi anni” e potrebbe servire da modello per futuri dialoghi più ampi, anche in ambito accademico e lavorativo.

Fonte: The Independent – Youth Visa Scheme 2025

Il peso della Brexit sui giovani: una generazione bloccata

La Brexit ha lasciato segni profondi nella vita dei giovani britannici ed europei. Chi è nato dopo gli anni Novanta si è trovato improvvisamente escluso da libertà acquisite: muoversi, studiare, lavorare all’estero è diventato più difficile e costoso.

L’uscita dall’UE ha segnato la fine automatica del diritto alla libertà di circolazione, un privilegio che milioni di giovani avevano considerato scontato.

Secondo una recente indagine YouGov, oltre il 62% dei giovani britannici tra i 18 e i 29 anni si dice oggi “pentito della Brexit”, una tendenza che ha dato origine all’espressione Bregret (Brexit + Regret).

Il ritorno di uno schema di mobilità rappresenta dunque un tentativo di riscatto generazionale, soprattutto per studenti e giovani professionisti rimasti bloccati ai margini della scena internazionale.

L’iniziativa riceve il sostegno anche di numerose ONG e movimenti giovanili europei. In particolare, Alfred Quantrill, rappresentante del Young European Movement UK, ha definito il programma “un primo passo essenziale per ricostruire fiducia e cooperazione”.

La risposta politica: aperture trasversali

Il governo conservatore britannico ha accolto positivamente l’iniziativa, pur specificando che non si tratta di un ritorno alla libera circolazione.

Anche l’opposizione laburista ha apprezzato l’apertura. In particolare, il Labour’s Shadow Foreign Secretary ha affermato che il partito sostiene “ogni misura in grado di ristabilire rapporti costruttivi con l’UE, specialmente a vantaggio dei giovani”.

In molti, tuttavia, sottolineano la natura prettamente bilaterale del nuovo schema. Non si tratta di un trattato UE-wide, ma di un meccanismo negoziabile paese per paese.

Questo potrebbe rendere più complesso il coordinamento e la parità di accesso tra stati membri, e lascia aperte numerose domande su quali nazioni parteciperanno davvero, e a quali condizioni.

Opportunità per i giovani italiani: cosa aspettarsi

Per i cittadini italiani, lo Youth Visa potrebbe rappresentare un ritorno a Londra dopo anni di incertezza. L’uscita dal Regno Unito ha comportato una brusca frenata nella mobilità accademica, con un drastico calo degli studenti italiani iscritti alle università britanniche.

Se l’Italia sarà tra i paesi coinvolti nei nuovi accordi (ipotesi molto probabile), migliaia di ragazzi potrebbero tornare a studiare, lavorare o semplicemente vivere un’esperienza all’estero nel Regno Unito.

Non sarà necessario trovare preventivamente lavoro o iscriversi a corsi universitari, ma solo dimostrare requisiti di età, salute e autonomia economica.

Si attendono chiarimenti su:

  • modalità di candidatura,

  • requisiti specifici (linguistici, sanitari, penali),

  • eventuali quote nazionali.

Il nuovo Erasmus? Prospettive future e scenari possibili

Molti analisti vedono in questo accordo una versione semplificata del programma Erasmus+, da cui il Regno Unito è uscito ufficialmente nel 2021.

Anche se non avrà lo stesso impianto accademico, lo schema mira comunque a:

  • facilitare lo scambio culturale,

  • stimolare la formazione informale,

  • promuovere la mobilità internazionale.

C’è inoltre l’ipotesi che, in caso di successo, lo schema possa evolvere in un trattato multilaterale, con elementi formativi, tirocini e opportunità di apprendimento sul campo.

L’European Youth Forum ha già espresso interesse per una standardizzazione del modello, che potrebbe diventare la base per una futura “Carta Europea della Mobilità Giovanile”.

Una finestra sul futuro: giovani protagonisti del riavvicinamento

Il nuovo Youth Visa Scheme è ancora in fase di negoziazione, ma rappresenta già un simbolo potente. Dopo anni di chiusura, l’Europa e il Regno Unito tornano a parlarsi attraverso i giovani, che più di ogni altra categoria hanno subito l’impatto del divorzio.

Resta da capire come evolverà l’accordo nei prossimi mesi, quali stati aderiranno, e se il modello sarà replicabile per altre fasce d’età o categorie professionali.

Nel frattempo, per decine di migliaia di ragazzi italiani ed europei, il sogno di vivere a Londra potrebbe tornare ad essere non solo possibile, ma anche più semplice e sostenibile.


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