Green Claims, stop alla discussione in Ue della direttiva

Giugno 25, 2025 - 06:30
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Green Claims, stop alla discussione in Ue della direttiva
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La discussione sulla direttiva Green Claims è stata fermata in Commissione europea: tuttavia questo non significa che le aziende saranno libere di comunicare dati non veritieri sulle loro pratiche di Sostenibilità. Vediamo il perché in questo articolo…

La direttiva sui Green Claims e la direttiva sulla Responsabilizzazione dei Consumatori per la Transizione Verde sono due iniziative dell’Unione europea distinte ma complementari, che hanno l’obiettivo di contrastare il greenwashing e di consentire ai consumatori di fare scelte più sostenibili.

In questo articolo vogliamo fornire una chiara analisi delle loro principali differenze e aree di interesse, mettendone in luce benefici e obiettivi.

Green Claims Directive (Gcd)

Il suo nome completo è direttiva sulla fondatezza e la comunicazione delle dichiarazioni ambientali esplicite e la sua proposta è stata pubblicata nel marzo 2023, ma oggi non ancora adottata.

La direttiva si propone di regolamentare le dichiarazioni ambientali esplicite presentate dalle imprese, con i seguenti obiettivi principali:

  • assicurarsi che le dichiarazioni verdi (per esempio carbon neutral, eco-friendly) siano chiare, veritiere e scientificamente comprovate
  • vietare le affermazioni ecologiche non verificate e fuorvianti
  • richiedere alle aziende di condurre una verifica indipendente da parte di terze parti delle dichiarazioni ambientali
  • prevenire la proliferazione di etichette ambientali vaghe o non regolamentate

In pratica, la direttiva mira a eliminare:

  • affermazioni come 100% biodegradabile, climate positive o imballaggio ecologico
  • etichette ecologiche inaffidabili (a meno che non siano approvate dall’Ue o dalle autorità nazionali)
  • affermazioni di compensazione delle emissioni di carbonio che nascondono emissioni reali

Direttiva sull’empowerment dei consumatori per la transizione verde (Ecgt)

Il suo nome completo è direttiva che modifica la direttiva sulle pratiche commerciali sleali (Ucpd) e direttiva sui diritti dei consumatori (Crd) ed è stata approvata dal Consiglio dell’Ue nel febbraio 2024.

Il suo obiettivo è quello di rafforzare i diritti dei consumatori in materia di accesso a informazioni ambientali affidabili e li protegge dal greenwashing. I suoi obiettivi principali sono i seguenti:

  • vietare affermazioni ambientali generiche e infondate (per esempio eco, sostenibile) a meno che non siano basate su prove concrete
  • vietare affermazioni false o fuorvianti su durata e riparabilità
  • richiedere la divulgazione della durata del prodotto, della disponibilità di aggiornamenti software e del punteggio di riparabilità (se applicabile)
  • migliorare gli strumenti di confronto dei prodotti e la trasparenza

La direttiva mira a eliminare:

  • vaghe dichiarazioni di sostenibilità nel marketing
  • obsolescenza programmata e prestazioni del prodotto non trasparenti
  • mancanza di informazioni sulla durata di un prodotto o sulla sua riparabilità

Differenze chiave a primo impatto

tabella differenze

Le due direttive si completano a vicenda: la direttiva Ecgt fornisce ai consumatori gli strumenti per riconoscere e segnalare il greenwashing, mentre la direttiva Gcd garantisce che le dichiarazioni presentate sul mercato siano verificate e affidabili.

Insieme, mirano a ripulire il marketing verde e a rendere il mercato unico dell’Ue più sostenibile e trasparente.

differenze direttive

Direttiva Ecgt, questa sconosciuta

La direttiva sull’Empowerment dei Consumatori per la Transizione Verde (Ecgt), adottata nel febbraio 2024, segna una pietra miliare fondamentale per garantire che i consumatori ricevano informazioni pertinenti e accurate sulle prestazioni e sulle caratteristiche ambientali dei prodotti e dei servizi che acquistano.

Gli Stati membri sono tenuti a recepirne le disposizioni entro il 27 marzo 2026. L’Ecgt va oltre la semplice definizione di norme sulla pubblicità verde,; rendendo la comunicazione sulla sostenibilità una questione di responsabilità giuridica e operativa per le aziende.

Mentre regolamenti come il Regolamento Ue sulla deforestazione, il Regolamento Ue sul lavoro forzato e il Regolamento Ue sugli imballaggi o sulle batterie si concentrano sul contenuto dei prodotti o sulle pratiche aziendali, l’Ecgt chiude il cerchio su come le aziende comunicano ai consumatori le proprie prestazioni ambientali e sociali attraverso pubblicità, etichette e certificati.

Affrontare i nuovi requisiti dell’Ecgt

La direttiva rafforza in particolare le attuali direttive europee sulla tutela dei consumatori (2005/29/CE e 2011/83/Ue):

  • aggiornando l’elenco delle pratiche commerciali ingannevoli vietate, includendo esplicitamente alcune dichiarazioni ambientali nell’Allegato I delle Direttive sulle pratiche commerciali sleali
  • stabilendo requisiti per comprovare le dichiarazioni ambientali, come quelle associate a una riconosciuta prestazione ambientale eccellente o a prestazioni ambientali future, sotto forma di transizione verso la neutralità carbonica o la circolarità dei prodotti
  • nel caso della pubblicità comparativa, richiedendo ai professionisti di fornire ai consumatori informazioni dettagliate sul metodo di confronto, sui prodotti confrontati e sui fornitori di tali prodotti
  • stabilire standard minimi per le etichette di sostenibilità fornendo una definizione giuridica di cosa costituisca un sistema di certificazione ai sensi del diritto dell’Ue

La direttiva sulle pratiche commerciali sleali prevede sanzioni massime fino al 4% del fatturato di un’azienda nello Stato membro interessato, o 2 milioni di euro, in caso di inadempienza.

Per soddisfare i requisiti dell’Ecgt, le aziende dovranno:

  • identificare e categorizzare la comunicazione attuale: identificare tutte le comunicazioni aziendali esterne relative alla sostenibilità, comprese etichette dei prodotti, siti web, post sui social media e pubblicità, e categorizzarle secondo le definizioni giuridiche dell’Ecgt
  • condurre un’analisi di gap e rischi: prima dell’entrata in vigore dell’Ecgt, identificare potenziali violazioni e rischi di conformità valutando sistematicamente l’accuratezza e la disponibilità dei dati delle asserzioni ambientali esistenti e l’allineamento degli schemi di certificazione delle etichette di sostenibilità ai requisiti dell’Ecgt
  • adattare il Capability Framework: l’Ecgt supporta le dichiarazioni ambientali con dati e prove scientifiche affidabili, chiede la verifica delle etichette di sostenibilità tramite schemi di certificazione di terze parti per garantirne la credibilità e di documentare in modo coerente i processi di marketing per i controlli normativi

È necessario migliorare la governance e i processi operativi definendo chiaramente ruoli e responsabilità, allineando le procedure interne e implementando solidi sistemi di controllo per gestire efficacemente la conformità.

Crediti immagine: Depositphotos

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Christian SansoniChristian Sansoni: astrofisico per la sostenibilità, cerca di unire It ed Esg per aiutare le aziende a misurare, secondo le norme Iso, i loro impatti sul Pianeta. Collabora con GreenPlanner per rendere gli ambiti Esg alla portata di tutti | Linkedin

L'articolo Green Claims, stop alla discussione in Ue della direttiva è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.

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