I cinque dogmi del carnivoro da confutare

Le persone spesso confondono il processo col prodotto. Una cosa sono le proprietà nutrizionali dei cibi, un’altra come questi vengono ottenuti.
Avere una alimentazione a base di prodotti animali è rischioso per la salute a prescindere dal loro processo di allevamento/lavorazione. Ma questo non sempre viene compreso.
1. Carne grass fed: è sempre carne rossa e non esistono differenze sostanziali con la carne “normale”. Nessuna organizzazione nazionale o internazionale si è mai premurata di suggerire un consumo maggiore di carni rosse, qualunque sia il metodo di allevamento. Come mai?
2. Salumi senza nitriti: sono classificati cancerogeni sicuri per l’uomo esattamente come quelli con conservanti (perché non sono loro il problema maggiore). Anche in questo caso non c’è nessuno studio scientifico che distingua diversi livelli di rischio.
3. Pesce pescato: è sicuro e nutriente tanto quanto quello allevato, nonostante campagne mediatiche contrarie.
4. Uova bio (o del contadino): leggende metropolitane narrano la qualità maggiore di queste uova, ma le uova escono tutte dallo stesso pertugio. E quelle del contadino non sono più nutrienti (e potrebbero essere più pericolose).
5. Burro chiarificato: un burro concentrato e quindi più ricco di grassi saturi, misteriosamente considerato più sano del burro normale (o addirittura dell’olio extravergine di oliva) per motivi imperscrutabili. No, la mancanza di caseina e lattosio non sono motivi validi. No, il fatto che sia più resistente alle temperature, neppure.
La rete pullula di giovani maschi palestrati orgogliosamente iper-carnivori che mostrano (e purtroppo suggeriscono agli altri) vassoi di salumi, carni, coratelle e pezzi di burro ghee sormontati da decine di uova fritte…
Signori, ricordate che le malattie psichiatriche si possono manifestare in molti modi.
Non è questo il modo di mangiare, anche se la carne non è da allevamenti intesivi e i salumi sono senza i nitriti.
N.B. Esistono alcune motivazioni etiche/ambientali per scegliere una tipologia di produzione rispetto a un’altra, ma i carnivori a cui mi riferisco non lo fanno certo per questo.
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