Il bastone guaritore: storia del simbolo degli Ordini dei medici

Tra i vari simboli utilizzati per rappresentare la medicina, il più ampiamente accettato è il singolo serpente attorcigliato attorno a un bastone chiamato Bastone di Esculapio, ovvero il bastone guaritore dell’antico dio greco-romano della guarigione, Asclepio (latino: Aesculapio).
Il significato del bastone guaritore
Il serpente simboleggia la capacità di rinnovamento e guarigione, mentre il bastone rappresenta le sfide che un medico deve affrontare nel suo percorso verso la cura delle malattie. Il serpente raffigurato in questo simbolo è spesso associato al cosiddetto sauro di Esculapio, scientificamente noto come Zamenis longissimus, una specie non velenosa, appartenente alla famiglia dei colubridi, diffusa in tutta Europa e storicamente presente intorno agli antichi templi dedicati alla guarigione.
Il bastone di Asclepio
Il Bastone di Asclepio, le cui origini potrebbero essere antecedenti alla Grecia classica, era già associato a culti curativi in tutto il Mediterraneo. Nei templi antichi dedicati ad Asclepio, il motivo del bastone e del serpente era un emblema comune, inciso su offerte votive e inciso sugli altari curativi. Tra la Tarda Antichità e il Medioevo, la fiasca per l’urina sostituì il Bastone di Asclepio come emblema dominante del medico, riflettendo l’importanza dell’uroscopia nella pratica diagnostica medievale. Questo cambiamento era strettamente legato al rifiuto degli antichi simboli pagani in seguito alla cristianizzazione dell’Europa, che portò alla soppressione delle divinità greco-romane e delle loro immagini associate. Dopo il Rinascimento, l’interesse per l’antichità classica e la cultura simbolica crebbe in Europa, e il Bastone di Asclepio riemerse come emblema medico prediletto.
Dal bastone guaritore di Asclepio al Caduceo
Nello stesso periodo, con l’affievolirsi della memoria culturale della mitologia classica, il Bastone di Asclepio iniziò a essere confuso con un altro simbolo antico: il caduceo, il bastone portato dal dio greco Hermes (Mercurio nella mitologia romana). Si tratta di un breve bastone intrecciato tra due serpenti e talvolta sormontato da ali.
Il caduceo ebbe origine come simbolo assiro-babilonese, associato al dio Ningishzida, divinità della vegetazione e degli inferi, e fu uno dei pochi elementi culturali tramandati dalle civiltà sumere e accadiche ai successivi culti greci e romani. Hermes, considerato l’araldo degli dèi, dà il nome al simbolo: la parola “caduceo” deriva dal greco antico κηρύκειον (kērū́keion), che significa bastone dell’araldo. Hermes era tradizionalmente considerato il protettore di araldi, viaggiatori, mercanti, ladri e oratori. Per questo motivo, il caduceo divenne un simbolo di commercio e negoziazione. Poiché il commercio richiede pace, il caduceo fu adottato anche come simbolo di neutralità in guerra.
La storia del Caduceo
L’adozione del caduceo come emblema medico ha lasciato perplessi gli storici per secoli. Il tipografo medico svizzero Johann Froben (1460–1527) è spesso citato come il primo a utilizzare un bastone con due serpenti nelle sue pubblicazioni mediche, sebbene il suo disegno includesse non solo due serpenti ma anche due colombe, riferendosi al passo biblico “siate prudenti come serpenti e innocenti come colombe” (Matteo 10:16). Probabilmente Froben non intendeva creare un nuovo simbolo medico, ma la sua fama e influenza contribuirono a creare un precedente. Nel 1556, John Caius (1510–1573), autore di un trattato sulla malattia del sudore, presentò un caduceo d’argento, insieme a un cuscino, un libro e un sigillo, durante una visita al Gonville and Caius College dell’Università di Cambridge. Questi oggetti divennero emblemi cerimoniali del college.
Il bastone guaritore del Servizio Sanitario Pubblico degli Stati Uniti
Il caduceo scomparve dal mondo medico fino al 1844, quando riapparve nelle pubblicazioni dell’editore medico londinese J. S. M. Churchill. Nel 1856, fu adottato dall‘esercito americano per le insegne degli assistenti ospedalieri, nel 1902 comparve sulle uniformi degli ufficiali medici dell’esercito americano. Divenne anche l’emblema del Servizio Sanitario Pubblico degli Stati Uniti e ispirò il nome di una rivista medica militare francese, Le Caducée, nel 1901.
Il ritorno del bastone guaritore di Asclepio
Per un certo periodo, anche l’American Medical Association utilizzò il caduceo come logo, ma nel 1912, dopo un lungo dibattito, adottò ufficialmente il Bastone di Asclepio, ancora in uso oggi. Il colonnello John R. van Hof (1848-1920) introdusse il caduceo come distintivo per i medici militari statunitensi, sottolineandone l’associazione con la neutralità in guerra. Proprio come gli antichi araldi che portavano il caduceo venivano risparmiati in combattimento, gli ufficiali medici, ai sensi della Convenzione di Ginevra, sono protetti dal loro status di non combattenti. Pertanto, il caduceo è diventato simbolo sia di assistenza medica che di immunità sul campo di battaglia. Tuttavia, la maggior parte degli esperti oggi raccomanda l’uso del Bastone di Asclepio al posto del caduceo in contesti medici. Al di fuori del simbolismo bellico, ci sono poche ragioni solide, per non parlare di ragioni storiche, che ne giustifichino l’adozione in medicina.
Gli Ordini preferiscono il bastone di Asclepio
Per valutare l’uso corrente dei simboli medici, abbiamo analizzato i loghi degli OMCeO (Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri), gli enti pubblici responsabili del rilascio delle licenze, dell’iscrizione all’albo e della vigilanza sui medici in Italia.
Queste associazioni professionali locali, presenti in ogni distretto amministrativo del Paese, non solo regolano l’accesso alla professione e ne applicano gli standard etici, ma rappresentano anche la comunità medica in contesti istituzionali e pubblici. Attualmente in Italia ci sono 106 OMCeO, ciascuno corrispondente a una provincia.
I nostri risultati sono riassunti nella Tabella 1. Questa analisi ha confermato che il Bastone di Asclepio rimane l’emblema più utilizzato, presente nel 68% dei loghi degli OMCeO. Nel frattempo, il 18% degli OMCeO ha adottato simboli alternativi, spesso ispirati a eminenti medici locali, santi patroni della medicina o elementi emblematici dell’identità culturale delle proprie città. Infine, il 14% continua a utilizzare il caduceo, un simbolo il cui legame con la medicina è quantomeno labile e radicato più nella confusione che nell’accuratezza storica.
TABELLA 1 Distribuzione dei simboli medici nei loghi degli OMCeO (in tutto: 106)
Simboli Numero % sul totale
Bastone di Asclepio 72 68%
Caduceo 15 14%
Altri simboli 19 18%
Questa disparità nella rappresentazione simbolica riflette una più ampia ambiguità nel modo in cui l’identità professionale viene visivamente costruita. La presenza persistente del caduceo, nonostante il suo disallineamento con le professioni sanitarie, suggerisce la persistenza di scelte estetiche o convenzionali rispetto a quelle storicamente fondate. Al contrario, il Bastone di Asclepio si erge come emblema univoco di cura, conoscenza e arti curative, supportato da millenni di continuità iconografica. La sua semplicità e chiarezza lo rendono non solo storicamente appropriato, ma anche concettualmente coerente con i valori della professione medica.
Il ruolo degli Ordini dei medici
Il ruolo degli OMCeO va oltre la regolamentazione: essi rappresentano i fondamenti etici, culturali e storici della medicina nelle loro comunità. I simboli, sebbene apparentemente secondari, partecipano a questo processo di costruzione dell’identità. Esprimono continuità, appartenenza e significato. Per questo motivo, la scelta di un simbolo che rifletta accuratamente ciò che rappresenta dovrebbe essere incoraggiata e perseguita. In quanto rappresentanti della professione medica in Italia, gli OMCeO dovrebbero fondare la propria identità su simboli che riflettano l’integrità storica e i valori professionali.
Ad ogni Ordine il proprio simbolo
Sebbene un logo non influisca sull’assistenza clinica, spesso rappresenta il primo punto di contatto tra un’istituzione e il pubblico, plasmandone percezioni e aspettative. Rimane incerto se l’uso del caduceo da parte di alcuni OMCeO derivi da una mancanza di consapevolezza storica o da altri fattori. Il nostro obiettivo qui non è criticare, ma offrire un quadro storico ben documentato, che consenta a ciascun OMCeO di valutare il proprio simbolo e, se necessario, di valutarne future revisioni. Ci auguriamo che negli anni a venire, sempre più organizzazioni mediche adottino simboli che siano sia storicamente accurati che professionalmente significativi, proprio come la medicina stessa dovrebbe essere rigorosa, responsabile e radicata nella verità.
A cura di Michele Augusto Riva, docente di Storia della Medicina e Luca Ravasio, cultore della materia, Università Milano Bicocca
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