Il calendario F1 2026 crea un problema con la Indy 500?

Michael Lelli
Il calendario F1 2026 crea un problema con la Indy 500?
La Formula 1 ha cercato l’efficienza, ma potrebbe aver creato un bel grattacapo. Il tanto atteso calendario 2026, pur risolvendo il problema dei “salti” transoceanici isolati, ha piazzato il Gran Premio del Canada in rotta di collisione diretta con una delle gare più iconiche d’America: la leggendaria Indianapolis 500.
L’anno scorso, l‘annuncio dello spostamento del Gran Premio di Monaco dalla sua tradizionale data di fine maggio aveva suscitato reazioni miste. Da un lato, c’era la delusione per aver spezzato una tradizione sacra che vedeva la domenica di Monaco unita alla Indy 500 e alla Coca-Cola 600. Dall’altro, per alcuni, si apriva la porta a nuove possibilità, come quella di poter seguire entrambi gli eventi con maggiore agio.
La logica dietro lo spostamento di Monaco era chiara: ottimizzare il calendario, consentire al GP del Canada di rientrare prima nella stagione ed evitare un’andata e ritorno isolata attraverso l’Atlantico. Obiettivo raggiunto: Monaco sarà il primo round europeo nel 2026, e la F1 non lascerà il continente prima di fine settembre. Sembrava tutto perfetto, no?
Il “Clash” che nessuno voleva lo genera il calendario F1
Ma ecco il colpo di scena: il Gran Premio del Canada si è insediato proprio nel weekend che fu di Monaco, lo stesso giorno della Indy 500. E qui, i “fusi orari” fanno la differenza. Mentre Monaco, con il suo inizio di gara mattutino, permetteva ai fan statunitensi di godersi entrambe le gare, la situazione cambia radicalmente con Montreal.
La bandiera verde della Indy 500 sventola storicamente alle 12:45 Eastern, e il GP del Canada negli ultimi anni ha preso il via alle 14:00 Eastern. Con una durata media di circa tre ore per la Indy 500, c’è un’altissima probabilità che i momenti chiave di entrambe le gare si sovrappongano. Spostare l’orario di Montreal più tardi non è fattibile, per non penalizzare il pubblico europeo e scontrarsi con la NASCAR.
Pubblico diverso o occasione mancata?
Quando le voci di questa sovrapposizione hanno iniziato a circolare, le fonti in F1 hanno replicato che le due serie hanno un pubblico differente dalla Indy 500. È vero, certo, ma è altrettanto innegabile una significativa sovrapposizione. Entrambe sono eventi di portata enorme che molti appassionati di motori vorrebbero seguire per intero.
L’ex direttore della F1 Sean Bratches era solito sostenere il mantra che “una marea crescente solleva tutte le barche”, suggerendo che la crescita di una serie beneficiasse l’intero settore. Questa decisione, però, sembra non seguire più quella filosofia. Con Stefano Domenicali al timone, la F1 aveva la palla in mano per evitare questo scontro, molto più di quanto potesse fare Roger Penske per la IndyCar.
Scelte difficili e l’impatto sul fan casuale
Decisioni così importanti raramente vengono prese alla leggera, e la F1 avrà sicuramente analizzato diverse opzioni. Ma con 24 gare all’anno, evitare ogni sovrapposizione diventa un’impresa. Anche il clima di Montreal e la volontà di non avere due gare nordamericane (Miami e Canada) troppo vicine hanno giocato il loro ruolo. Ma un gap di tre settimane, invece di due, sembra un compromesso minimo rispetto allo scontro diretto con il più grande evento motoristico degli Stati Uniti.
L’Ironia è palese: la F1 sta investendo tantissimo per espandere la sua presenza in Nord America, e poi entra in competizione diretta con il suo evento di punta. Gli ascolti televisivi della Indy 500 di quest’anno, con una media di oltre 7 milioni e un picco di 8.4 milioni, dimostrano che è un evento che va ben oltre i fan abituali dell’IndyCar, attirando l’attenzione di un pubblico sportivo molto più ampio che la F1 dovrebbe cercare di conquistare.
Questo scontro non avrà un impatto enorme sulle presenze a bordo pista, ma è lecito scommettere che molti tifosi, da entrambe le parti, cercheranno di seguire anche l’altra gara, rammaricandosi di dover scegliere. E quasi certamente, la Indy 500 avrà un pubblico televisivo nordamericano di gran lunga maggiore rispetto al Gran Premio del Canada l’anno prossimo.
Ed è proprio qui il problema. Nonostante si dica che lo scontro avverrà solo una volta ogni cinque anni (ma i calendari cambiano di stagione in stagione, quindi c’è da vederlo), per il 2026 la situazione è tutt’altro che ideale.
La Indy 500 è un’istituzione. E stando così le cose, sembra che la Formula 1 sarà la più grande perdente di questo inatteso duello.
Save the date 🔒
Presenting the 2026 Calendar 🗓️
24 races across the world to crown our champion 🏆#F1 #Formula1 pic.twitter.com/4xe7e8MPM6
— Formula 1 (@F1) June 10, 2025
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