Il vigneto Cà du Ferrà resiste agli attacchi al rispetto e alla libertà

Agosto 20, 2025 - 16:30
 0
Il vigneto Cà du Ferrà resiste agli attacchi al rispetto e alla libertà

Davide Zoppi e Giuseppe Luciano Aieta sono due professionisti determinati e capaci, che hanno scelto la Liguria per intraprendere una nuova attività, Cà du ferrà, tornando alla terra che avevano lasciato per dedicarsi a nuove prospettive, capendo con la maturità che era questa la loro strada. La vigna, il vino, l’accoglienza sono diventati la loro nuova strada e grazie a tanto lavoro e a tanta competenza hanno raccolto buoni frutti: buone recensioni, il rispetto del settore e un’ottima immagine che inizia a farsi spazio nel mondo del vino. Come tutte le scelte, anche questa non è stata facile, né immediata. Ci sono stati momenti di tensione, e momenti in cui i ragazzi hanno pensato che forse lavorare nel marketing a Milano avrebbe permesso loro di avere una vita più tranquilla e agiata. Ma i legami di terra e di pancia sono difficili da tradire, e questa autentica passione è diventata parte della loro identità. Vedere le prime bottiglie di Luccicante o di ’Ngilu alle fiere internazionali, il Bonazolae che diventa Miglior Vermentino Medaglia d’Oro XXII al Concorso Enologico Internazionale Città del Vino e conquista 93 punti su 100 nella prestigiosa guida di James Suckling, ha di sicuro rafforzato l’idea di essere sulla strada giusta.

Poi, in un giorno d’estate del 2025, a pochi giorni da una nuova vendemmia, accade un fatto increscioso proprio lì, nelle vigne che tanto amano e curano, quelle vigne che sono per loro simbolo di attaccamento al territorio, ma anche riscatto e conferma e che sono il simbolo di quanto Davide e Giuseppe hanno investito in questo progetto. Le vigne sono testimoni inconsapevoli di un attacco personale, mirato, indegno: Giuseppe, mentre lavorava alle sue viti, è stato vittima di un’aggressione brutale con percosse, minacce con un’arma, immobilizzazione e un tentativo di violenza. E proprio le vigne diventano un luogo da cui necessariamente bisogna ripartire con una denuncia, grave e pesante, e che è rivolta a tutta la comunità, chiamata a non rimanere in silenzio davanti a un gesto ipocrita. Ci uniamo all’appello, e speriamo che la conseguenza di questo gesto non sia l’abbandono di Cà du Ferrà da parte dei suoi creatori: sarebbe una perdita per il mondo del vino, ma prima di tutto per la bellezza, il benessere e il territorio di Bonassola.

 

LETTERA APERTA ALLA COMUNITÀ DI BONASSOLA

Cari concittadini,

sono giorni difficili e dolorosi, nei quali la nostra vita è stata segnata da un episodio di inaudita violenza.
Mio marito Giuseppe Luciano Aieta, mentre lavorava nella nostra vigna, è stato vittima di un’aggressione brutale: percosse, minacce con un’arma, immobilizzazione e un tentativo di violenza che mai avremmo immaginato di dover subire nella nostra terra, tra le nostre colline.

Abbiamo denunciato tutto alle Autorità competenti, che stanno già operando per accertare i fatti e individuare i responsabili. Confidiamo pienamente nella Giustizia e chiediamo che chi ha commesso o ha contribuito a qualsiasi titolo a commettere questo gesto venga punito con la massima severità.

Questa aggressione non è un episodio isolato. Da oltre un anno e mezzo, Giuseppe ed io viviamo in un clima pesante, fatto di pressioni, rancori, atti persecutori e tentativi di delegittimazione personale e professionale. Un clima che, pur senza nominare nessuno, è noto a molti e che oggi ha fatto da terreno fertile ad un gesto vile e intollerabile.

Noi, in tutto questo tempo, abbiamo sempre vissuto alla luce del sole, con viso aperto e testa alta.
Continueremo a farlo, così come continueremo a promuovere, con il nostro lavoro, il nostro sudore e la nostra passione, le meraviglie di questa Terra.

Chi sceglie la viltà, l’agire torbido e meschino e la violenza non vuole bene a questa Comunità e, siamo certi, troverà sempre la porta chiusa.
Siamo figli di questa terra e continueremo a custodirla e ad amarla, a lavorare tra i filari e a credere nei valori che Bonassola rappresenta: comunità, rispetto, dignità.

In questi giorni abbiamo sentito forte la vostra vicinanza. In tanti ci avete scritto, chiamato, abbracciato: questo ci dà la forza per andare avanti e per non sentirci soli. La vostra solidarietà è il segno più autentico che la comunità di Bonassola rifiuta la violenza e non intende lasciare spazio a chi vive di odio e intimidazione.

Chiediamo a tutti voi di non rimanere indifferenti. Questo non è solo un attacco a noi due: è un attacco ai valori di civiltà che tengono insieme una Comunità.
È tempo che Bonassola scelga da che parte stare: dalla parte del rispetto, della giustizia, della libertà.

Con dignità e determinazione,

Davide Zoppi
Giuseppe Luciano Aieta

L'articolo Il vigneto Cà du Ferrà resiste agli attacchi al rispetto e alla libertà proviene da Linkiesta.it.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News