La guerra Israele-Iran irrompe nel Parlamento europeo, l’Aula modifica l’agenda dei lavori

dall’inviato a Strasburgo – Fare il punto su una situazione in Medio Oriente che appare completamente fuori controllo. L’attacco di Israele contro l’Iran non ha lasciato il Parlamento europeo indifferente, con i principali gruppi – popolare (Ppe), socialista (S&D) e liberale (Re) – che chiedono e ottengono una modifica all’agenda dei lavori per un dibattito sul tema. Lo scontro Israele-Iran viene calendarizzato per il pomeriggio di martedi 17 giugno, subito il dibattito previsto sulle nuove regole per i rimborsi dei passeggeri in caso di ritardo aereo.
La modifica dell’agenda dei lavori non avviene senza tensioni. Dalle fila de la Sinistra si leva la voce critica di Marc Botenga, che chiede di aggiungere al dibattito una risoluzione con tanto di voto. “Quello di Israele è un atto illegale, criminale e pericoloso“, attacca il belga. “Non si può attaccare un altro Paese” militarmente, “questo è contro la legge”, scandisce in Aula. E poi, spiega, l’attacco condotto dal governo di Benjamin Netanyahu “è criminale perché sono morti bambini” a seguito delle operazioni. In terzo luogo, continua Botenga, “è stata attaccata una centrale nucleare” (quella di Natanz, ndr), il che rende il tutto “pericoloso”.
L’europarlamentare solleva un tema, quello dei diritto e dei principi, e l’universalità di questi. Offre un parallelismo di attualità, mettendo a confronto il conflitto in corso in Ucraina con le tensioni crescenti e cresciute in Medio Oriente: “Quando la Russia ha attaccato l’Ucraina abbiamo condannato, mentre ora la presidente della Commissione europea non ha condannato“, scandisce Botenga, che accende i riflettori sulla questione dei due pesi e delle due misure.
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C’è anche la pericolosità del principio di fondo. Nel dire che non si può attaccare militarmente ponendosi al di sopra delle regole, Botenga avverte che se il principio si impone a quel punto chiunque può attaccare chiunque, visto che ognuno, all’occhio dell’altro, può rappresentare una minaccia. “Non possiamo continuare a sostenere azioni illegali che vano contro il diritto internazionale“, insiste Botenga.
Sempre dai banchi de laSinistra, la francese Rima Hassan condanna Netanyahu e il suo governo per aver fermato in acque internazionali la nave Freedom Flotilla e fermato gli aiuti umanitari diretti a Gaza. “L’azione era illegale e non c’è stata condanna”, denuncia l’europarlamentare, che punta il dito contro il Parlamento europeo: “Il silenzio del Parlamento europeo va contro la credibilità dell’istituzione“, scandisce, prendendosi gli applausi scroscianti di tutto il suo gruppo. La presidente dell’Eurocamera, Roberta Metsola, deve intervenire per ristabilire ordine e silenzio in Aula, dove Hassan rincara la dose, accusando pubblicamente Israele di “genocidio e carestia” nella Striscia.
L’intervento di Hassan trova la pronta risposta di Jordan Bardella (Rn/PfE): “Questo intervento dimostra ciò che è: non un’eurodeputata ma un’ambasciatrice di Hamas”, l’attacco dell’euro-scettico. Israele dunque non solo irrompe nell’agenda della sessione plenaria, ma divide l’Aula e avverte l’Alta rappresentate per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, Kaja Kallas, attesa a discutere della questione: il clima, anche a Strasburgo, non è dei più distesi.
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