La stampa internazionale denuncia il disastro comunicativo di von der Leyen sul bilancio

Lug 19, 2025 - 06:30
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La stampa internazionale denuncia il disastro comunicativo di von der Leyen sul bilancio

Bruxelles – Nello svelare il suo piano di bilancio comunitario post-2027, Ursula von der Leyen ha irritato una quantità ragguardevole di individui, istituzioni, enti ed organizzazioni. Oltre alle proteste squisitamente politiche piovute addosso alla presidente della Commissione per i contenuti della sua proposta, la timoniera del Berlaymont è finita anche sotto il fuoco incrociato degli organi di stampa per la gestione comunicativa e organizzativa della giornata, risoltasi in un vero e proprio caos.

Al punto che l’Associazione internazionale della stampa (Api-Ipa), che rappresenta i corrispondenti di stanza a Bruxelles, ha inviato all’esecutivo a dodici stelle una lettera aperta di protesta formale. È datata 18 luglio la missiva con cui l’Api “deplora vivamente la mancanza di trasparenza dimostrata dalla Commissione europea durante la presentazione del quadro finanziario pluriennale (Qfp) rivisto“, avvenuta lo scorso mercoledì (16 luglio).

L’associazione ha riscontrato “diverse violazioni dell’accordo formale tra la Commissione e l’Api, aggiornato l’ultima volta il 15 marzo 2023″, compromettendo “gravemente la capacità dei giornalisti di riferire in modo accurato e tempestivo su un evento politico di primaria importanza“, si legge nel documento, che reca in calce la firma del presidente Dafyyd ab Iago.

stampa giornalisti
Foto: Consiglio europeo

Considerando da un lato la rilevanza della questione e, dall’altro, il ruolo fondamentale rivestito dalla stampa indipendente, Eunews pubblica nella sua interezza il testo della lettera. Come sostenuto in quest’ultima, infatti, “il funzionamento della democrazia dipende dall’accesso tempestivo e affidabile alle informazioni. Le ripetute violazioni dei protocolli di comunicazione rischiano di minare la fiducia dei cittadini e di ridurre la capacità della stampa di chiamare le istituzioni a rispondere del proprio operato“.

L’accordo che l’Api presume violato “stabilisce regole chiare per fornire ai giornalisti le informazioni di cui hanno bisogno per svolgere il loro compito: fornire informazioni affidabili al pubblico. Ciò è chiaramente nell’interesse sia della Commissione che della stampa. Violando l’accordo, la Commissione non solo danneggia il suo rapporto con i giornalisti accreditati, ma mette anche in dubbio la propria affidabilità nei confronti del grande pubblico”.

“È stato assurdo – incalza ab Iago – presentare un bilancio settennale altamente complesso, del valore di 2mila miliardi di euro, con una struttura radicalmente diversa dai precedenti Qfp, senza nemmeno fornire una tabella di base con i dati. Questo sembra essere un tentativo di strumentalizzare e confondere, fornendo contenuti di pubbliche relazioni senza alcuna possibilità di verifica da parte dei corrispondenti. Anche il materiale stampa era incompleto”.

L’Api punta il dito contro le seguenti violazioni: “Mancanza di trasparenza nella pianificazione: non sono stati forniti dettagli sufficienti sulla pianificazione della giornata. L’ordine del giorno non è stato comunicato fino al comunicato stampa che annunciava la conferenza stampa della presidente von der Leyen, inviato solo sei minuti prima dell’inizio. Ciò viola l’accordo che richiede che l’ordine del giorno della giornata corrente e di quella successiva sia inviato ogni mattina nei giorni lavorativi”.

conferenza stampa
La presentazione del piano di bilancio comunitario post-2027 da parte di Ursula von der Leyen, il 16 luglio 2025 nella sala stampa del Berlaymont (foto: Dati Bendo/Commissione europea)

Inoltre, c’è stata una “comunicazione ritardata delle decisioni: il comunicato stampa sul Qfp è stato diffuso solo al termine della conferenza stampa della presidente, molto tempo dopo la conclusione della riunione del Collegio in cui sono state prese le decisioni legislative. Ciò costituisce una violazione dell’accordo” dove viene stabilito “che i giornalisti devono essere informati immediatamente delle decisioni”.

Infine, l’Api segnala la mancanza di accesso ai documenti legali e ai dati tecnici pertinenti. “Nessun testo legislativo è stato messo a disposizione della stampa fino alla tarda serata del 16 luglio. Un numero limitato di testi legislativi è stato poi caricato sul sito web della Commissione. Anche nella mattinata di giovedì 17 luglio, quasi 24 ore dopo l’adozione delle decisioni, la Commissione non aveva ancora comunicato che sarebbero seguiti ulteriori testi. Ulteriori documenti sono stati pubblicati solo con discrezione intorno a mezzogiorno“, si legge nella lettera.

Nella stessa si nota anche che “presentare un bilancio a lungo termine complesso con una nuova struttura, senza nemmeno pubblicare la tabella di base che riassume le principali categorie di spesa, sembra violare l’impegno assunto dall’Api di fornire dati tecnici accurati” al pubblico.

Normalmente, in occasione della presentazione di file legislativi importanti, la documentazione – legale e tecnica – viene inviata in anticipo al corpo stampa sotto embargo: cioè non per darne pubblicazione ma per la sola consultazione, in modo che i cronisti arrivino preparati alle conferenze stampa e possano rivolgere a chi di dovere domande precise, puntuali e coerenti. Nulla di tutto ciò è accaduto in occasione della presentazione di quella che è probabilmente la proposta legislativa più importante del von der Leyen bis, e che condizionerà in maniera determinante le capacità di agire dell’Ue nei prossimi anni.

Piotr Serafin
Il commissario europeo al Bilancio, Piotr Serafin (foto: Laurie Dieffembacq/Parlamento europeo)

Come diretta conseguenza, tanto von der Leyen quanto il suo commissario al Bilancio Piotr Serafin hanno dovuto condurre le rispettive esposizioni – la prima al Berlaymont, di fronte ai giornalisti, quando il secondo aveva iniziato da pochi minuti ad affrontare degli eurodeputati agguerritissimi – muniti unicamente di slide. Per tutta la giornata, briefing tecnici, punti stampa, audizioni e presentazioni sono stati posticipati senza posa e molti di loro sono finiti per essere cancellati o rimandati al giorno successivo.

Oltre ai problemi comunicativi e organizzativi, il progetto di Qfp targato von der Leyen si è dovuto scontrare subito con forti resistenze politiche. A partire dall’interno dello stesso Collegio: la riunione di mercoledì mattina, stando alle ricostruzioni circolate nelle scorse ore, si è protratta di diverse ore per l’apparente “ribellione” di una mezza dozzina di commissari alla bozza di bilancio proposta della presidente. Che, a quanto trapelato, non era stata anticipata nemmeno a loro.

Sedate le tensioni – e riasserito il proprio controllo, descritto da molti come verticistico, sul Collegio – von der Leyen ha poi incontrato la stampa mentre Serafin affrontava le Forche Caudine dell’Eurocamera. Stamattina, il commissario al Bilancio ha informato i Ventisette durante il Consiglio Affari generali.

Anche tra gli Stati membri, come ampiamente previsto, si sono già manifestate molte e diverse resistenze da superare per mettere in cassaforte il Qfp 2028-2034. Si annunciano due anni e mezzo intensi. La speranza, di Eunews e dei giornalisti tutti, è di essere messi nelle condizioni di poterli raccontare.

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