L’autunno caldo di Palazzo Chigi: perché Giorgia Meloni vuole Chiocci come nuovo portavoce

Settembre 3, 2025 - 09:30
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L’autunno caldo di Palazzo Chigi: perché Giorgia Meloni vuole Chiocci come nuovo portavoce

Nei corridoi di Palazzo Chigi, non lo si dice apertamente, lo si sussurra: “Ci aspetta un autunno molto caldo”, dicono sommessamente in tanti.

La sinistra è in trincea, tenta un’altra carta per sferrare il colpo da KO alla destra. Lo spunto parte dalle elezioni regionali su cui l’opposizione conta molto.

Nelle Marche, in Campania, in Calabria si respira l’ottimismo della vigilia. Elly Schlein è convinta che uniti si può vincere. Ma il problema rimane sempre lo stesso: a che punto è l’unione? C’è o non c’è? Un giorno mostra quell’amicizia che il giorno dopo si sfalda.

Ma indipendentemente dalle previsioni è sicuro che stavolta la guerra non farà prigionieri. L’obiettivo è Giorgia Meloni che continua ad avere in suo favore la maggioranza degli italiani. Questo non è, comunque, un buon motivo per rimanere a guardare senza prepararsi allo scontro.

La premier è nell’occhio del ciclone del Pd e dei suoi cespugli che ritengono questo il momento giusto per veder vacillare il governo. Il piano ha mille sfaccettature, le mette in fila e le porrà senza tanti complimenti a chi è alla guida del Paese.

Ad esempio, sul piano internazionale l’attacco è sul silenzio continuo che la maggioranza ha nei confronti di Israele. È vero: a parole condanna la violenza con cui Netanyahu ha reagito all’invasione del 7 ottobre.

Palazzo Chigi e Israele

L’autunno caldo di Palazzo Chigi: perché Giorgia Meloni vuole Chiocci come nuovo portavoce, nella foto Carri armati israeliani
L’autunno caldo di Palazzo Chigi: perché Giorgia Meloni vuole Chiocci come nuovo portavoce – BlitzQuotidiano.it (foto ANSA)

Però, le chiacchiere non bastano, ci vuole ben altro. Una presa di posizione chiara ed inequivocabile sullo sterminio di Gaza e sulle atrocità compiute nei confronti di un popolo che muore per le bombe e soprattutto per la mancanza di viveri che Tel Aviv non vuol far arrivare a gente che chiede spesso solo un pezzo di pane.

Se è così, perché il governo non prende una decisione forte e chiara, ma si limita a puntare il dito contro il leader israeliano? Per quale ragione non si è pronunciata a favore della Flotilla, la nave partita da Barcellona per portare viveri e quant’altro a quei civili che non ne possono più di patire tante sofferenze?

Per quale motivo, la premier non si pronuncia a favore di uno stato della Palestina così come hanno fatto diversi paesi europei, ben ultimo il Belgio?

L’opposizione grida a gran voce che la Meloni deve andare alla Camera per spiegare il perché di questo suo atteggiamento. L’invito le è stato rivolto più volte senza alcuna risposta. Orecchie da mercante, insomma.

Le spese militari fanno orrore alla sinistra 

Così è stato per i dazi su cui è sceso il silenzio, per le spese militari che l’Europa deve fare a favore del riarmo: 343 miliardi (si dice), più di quanto verserà Putin.

È un punto, questo, su cui la sinistra mostra il suo volto più battagliero. “Diventeremo tutti più poveri se non si tornerà indietro”, sostengono i falchi.

È un tema che l’opposizione cavalca perché (afferma) sono milioni le famiglie che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Per far arricchire le aziende che producono ordigni infernali?

È inutile nascondersi e continuare e far finta di non capire . La pentola bolle e non la si deve lasciare sul fuoco. La Meloni, una giovane-vecchia volpe della politica, non arretra ed è pronta a difendersi con ogni mezzo (civile s’intende).

Vuole, ad esempio, che arrivi il più presto possibile a Palazzo Chigi Gianmarco Chiocci, l’attuale direttore del Tg1 che dovrebbe diventare il portavoce del governo. È un giornalista di cui si fida ciecamente, ritenendolo anche un professionista che si sa barcamenare tra le mille insidie che si nascondono quando è in atto un vero e proprio assalto alla diligenza.

Fra pochissimo, il 6 settembre, scenderanno in piazza i portuali di Genova e i centri sociali del Veneto per far sentire forte la loro voce in favore di quella gente che muore di stenti in quella Striscia di terra.

Forse la cartina di tornasole potrebbe essere rappresentata dalle elezioni che si terranno prestissimo in sei regioni. Nel caso in cui Giorgia Meloni dovesse ancora vincere si potrebbe cantare il De profundis per la sinistra e i suoi vertici, con in testa Elly Schlein.Per qualche giorno ( è una speranza) non sentiremo più strepitare Emmanuel Macron: la sua Francia è messa malissimo e l’otto settembre (una data che noi italiani con i capelli bianchi ricordiamo bene) il governo potrebbe alzare bandiera bianca. Il futuro? Una incognita. Forse solo il presidente francese lo conosce. Sarà vero?

L'articolo L’autunno caldo di Palazzo Chigi: perché Giorgia Meloni vuole Chiocci come nuovo portavoce proviene da Blitz quotidiano.

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