Le sanzioni tributarie non si ereditano, parola della Cassazione

Settembre 1, 2025 - 11:30
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Le sanzioni tributarie non si ereditano, parola della Cassazione

lentepubblica.it

Una delle ultime, in ordine temporale,  sentenze della Corte di Cassazione, ribadisce una decisione su di un tema spesso dibattuto, sul quale c’è molta attenzione.


Il pronunciamento potrà  dare luogo a importanti conseguenze per gli eredi di chi ha tutt’oggi pendenze con il Fisco. La Suprema Corte ha, infatti, chiarito con la propria ordinanza n. 22476/25, inequivocabilmente che le sanzioni tributarie sono da ritenersi non ereditabili. Questa tipologia di sanzioni è stato rimarcato sono di natura strettamente personale e, in caso di morte del contribuente, non si trasmettono agli eredi.  In gergo tecnico e con maggiore dovizia di termini legali, la morte dell’autore della violazione contestata va ad estinguere il credito erariale. Va da se che, dopoLa Cassazione. Il decesso del contribuente estingue il debito che sia stato comprovato il decesso, “cessa la materia del contendere” in qualsiasi contenzioso.

L’ordinanza citata, dunque, va a porre un punto fermo su una questione di diritto fiscale e successorio, pronunciando un ammonimento chiaro e definitivo per il Fisco, a vantaggio degli eredi, le sanzioni tributarie non si ereditano. Le sanzioni tributarie sono personali e non si trasmettono agli eredi.

Il decesso del contribuente, debiti cancellati

Entrando nel dettaglio, il caso specifico esaminato dalla Cassazione vedeva un contribuente con seri problemi con il Fisco a causa di investimenti irregolari, non dichiarati, detenuti all’estero. Il lavoro di indagine aveva portato alla luce diversa documentazione, sottoposta a sequestro. Proprio sulla base dei documenti sequestrati al contribuente l’Agenzia delle Entrate aveva calcolato sanzioni per un importo totale di circa mezzo milione di euro, suddivisi su due anni, il 2008 ed il 2009.

Mentre era in essere un lungo contenzioso con il Fisco, il contribuente era venuto a mancare, nel giugno 2024. A questo punto tutta la questione è stata sottoposta alla Cassazione, che è stata chiamata a decidere se il contenzioso potesse o meno proseguire questa volta avendo come controparte gli eredi del de cuius.

Le sanzioni personali, intrasmissibili per legge

La Cassazione si è espressa a favore degli eredi ai sensi dell’articolo 8 del Decreto Legislativo n. 472/1997. In questa norma il legislatore ha stabilito come credito erariale origini da una violazione delle leggi tributarie effettuato da una persona fisica, va da se che questo si estingua con la morte dell’autore della violazione. Nel momento in cui il decesso del destinatario delle sanzioni è documentato, il contenzioso è, dunque, da considersi concluso,

Questa norma, ha spiegato la Corte, detta un principio di ordine generale e un corollario del principio della responsabilità personale delle sanzioni tributarie, specificamente codificato nell’articolo 2 dello stesso decreto.

Niente spese legali per gli eredi

Un altro aspetto importante, questa volta piuttosto inusuale, quindi di maggiore importanza, è dato dal fatto che la Suprema Corte ha specificato che nulla andasse corrisposto a titolo di spese legali. Infatti, chiarisce la sentenza, il sopravvenire della morte del destinatario della contestazione impedisce del tutto ai giudici di verificare i motivi di rimostranza del contribuente. Testualmente si legge come tali motivi “restano inesplorati” e conseguentemente “non vi è luogo a regolare le spese”, escludendo l’applicazione del principio della soccombenza virtuale, quel principio giuridico che vede le spese legali finire ‘ a carico’ della parte che risulta aver perso.

Tirando le somme

L’ordinanza della Cassazione chiarisce come un evento luttuoso accorso al contribuente che ha commesso la violazione estingue il debito, e qualsiasi contenzioso in corso si deve considerare concluso, senza che si possa procedere nei confronti dei suoi eredi. Le sanzioni tributarie hanno dunque un carattere strettamente personale, come anche chiarirne l’origine a tutti gli eredi, periodicamente. Parallelo il richiamo ad avere più rispetto di noi stessi e delle e la necessità di rispettare la sfera giuridica di chi non ha commesso l’illecito.

Sanzioni si, tasse no

Quanto stabilito dalla Suprema Corte nell’ordinanza non fa che ribadire un principio già esistente. Non si tratta di una novità perché altre sentenze precedenti avevano già stabilito la differenza tra sanzioni e debito.  Inoltre numerosi pronunciamenti stralciano le sanzioni fiscali da quanto invece legittimo inoltrarle tale e quale agli eredi. Ciò non significa, però, che la regola valga per tutti i debiti. Le tasse non pagate, le imposte dovute che vengono invece trascurate ed accumulate, queste possono invece rientrare nell’eredità. Dunque, la cancellazione di una certa tipologia di debito si estende anche a sanzioni e le multe – le cosiddette penalità – e non per il capitale delle imposte. Multe e sanzioni non costituiscono un’eredità poiché cessano proprio nel momento nel quale il contribuente muore.

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