Pace contributiva 2025: ecco la scadenza per fare domanda
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La pace contributiva è tornata a offrire ai lavoratori una possibilità concreta per recuperare anni privi di contribuzione e migliorare così la posizione pensionistica: ecco la scadenza per fare domanda nel 2025.
Introdotta con la legge di bilancio 2024 e chiarita dall’INPS con la circolare n. 69 del 29 maggio 2024, la misura è operativa per il biennio 2024–2025 e consente, a certe condizioni, di richiedere il riscatto di periodi non coperti da contributi.
In termini pratici, la norma permette di acquisire fino a cinque anni di contribuzione che non risultano registrati — anche se non continuativi — purché collocati tra la fine del 1995 e l’entrata in vigore della legge (1° gennaio 2024). L’obiettivo è duplice: anticipare il diritto alla pensione e potenzialmente incrementare l’importo dell’assegno.
Chi può aderire e quali periodi sono ammessi
La misura è riservata agli iscritti alle gestioni obbligatorie della previdenza pubblica (ad esempio l’AGO per i lavoratori dipendenti, le gestioni speciali per autonomi e la Gestione Separata), nonché ai superstiti aventi diritto.
I periodi che si possono riscattare devono essere privi di qualsiasi forma di contribuzione obbligatoria, figurativa, volontaria o già riscattata in precedenza e devono trovarsi tra il primo e l’ultimo accredito contributivo presente nella stessa gestione o in altre casse rilevanti.
Pace contributiva 2025: ecco la scadenza per fare domanda
La finestra temporale per aderire è limitata al biennio 2024–2025: dunque la domanda deve essere presentata entro il 31 dicembre 2025, esclusivamente in modalità telematica attraverso i servizi online dell’INPS oppure tramite patronati, intermediari abilitati o il Contact Center. Per le aziende private sono previsti canali specifici e moduli dedicati.
È essenziale rispettare la procedura prevista dall’Istituto, perché la richiesta fuori termine non è ammessa.
Come si calcola il costo del riscatto
Il versamento richiesto per riscattare i periodi non coperti si calcola secondo regole tecniche indicate dall’INPS: in linea generale si applicano le aliquote vigenti nelle singole gestioni e il montante ottenuto incide sia sul diritto che sulla misura della pensione. Il contributo da corrispondere è fiscalmente deducibile dal reddito complessivo, aspetto che può ridurre l’onere netto a carico del richiedente.
Poiché il calcolo è influenzato da vari elementi (gestione di appartenenza, redditi percepiti, anni da riscattare), è consigliabile avvalersi di simulazioni o del supporto di un patronato per valutare la convenienza economica.
Perché può convenire — e quando invece no
L’operazione può risultare vantaggiosa per chi ha interruzioni consistenti e intende anticipare l’accesso alla pensione o aumentare l’importo dell’assegno. Tuttavia, non è automaticamente conveniente per tutti: il rapporto fra costo del versamento e vantaggio previdenziale dipende dall’età, dalla platea contributiva già maturata e dal sistema di calcolo della pensione applicabile (retributivo, contributivo o misto).
Per questo motivo la valutazione deve essere personalizzata: in alcuni casi il beneficio in termini di importo pensionistico potrebbe impiegare molti anni a compensare l’esborso effettuato oggi.
Step pratici
- Verificare la propria posizione contributiva attraverso il cedolino o il fascicolo previdenziale disponibile nel portale INPS.
- Individuare i periodi scoperti che ricadono nella finestra temporale ammissibile (dopo il 31/12/1995 e prima del 01/01/2024).
- Richiedere una simulazione del costo del riscatto o rivolgersi a un patronato per un calcolo dettagliato.
- Presentare la domanda online entro la scadenza prevista del biennio 2024–2025.
Aspetti procedurali e tempi d’esame
Dopo la presentazione, l’INPS istruirà la pratica verificando la sussistenza dei requisiti e la non coincidenza con periodi già coperti. In caso di accoglimento, l’Istituto comunicherà l’importo da versare e le modalità (anche rateali, se previste) per regolarizzare la posizione. È importante conservare tutta la documentazione e monitorare lo stato della richiesta nel portale.
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