Lettera della Cgil alla Commissione Ue: «Sospendere l’autorizzazione del Ponte, violato il diritto comunitario»

Si legge nella lettera: «Oggetto: Richiesta di verifica di conformità e sospensione dell’iter autorizzativo del progetto di “Collegamento stabile tra Sicilia e Calabria” ai sensi dell’art. 6, par. 4 della Direttiva Habitat – Violazioni delle disposizioni europee in materia ambientale e infrastrutturale – Richiesta di incontro». La missiva è stata recapitata questa mattina alla commissaria europea per l’Ambiente Jessika Roswall. E porta la firma della Cgil, per la precisione quella del segretario confederale Pino Gesmundo.
L’iniziativa del principale sindacato italiano punta ad accendere un ulteriore faro su tutte quelle che sono le criticità insite nel progetto del ponte sullo Stretto di Messina. Alla commissaria Roswall vengono evidenziate «le gravi criticità tecniche, ambientali, normative e sociali connesse all’iter di approvazione». Il progetto è stato recentemente trasmesso alla Commissione europea mediante la relazione Iropi approvata dal Consiglio dei ministri. Relazione che, sottolinea la Cgil, «non soddisfa le condizioni necessarie e sufficienti previste dal diritto comunitario e, pertanto, a nostro avviso, non può costituire base giuridicamente ammissibile per autorizzare l’opera».
Nella lettera, con la quale viene richiesto «un apposito incontro per meglio chiarire tutti gli aspetti della materia in oggetto», vengono evidenziati i motivi per i quali, a giudizio del sindacato, l’iter del progetto del Ponte non sarebbe conforme alle disposizioni europee e, nello specifico, non soddisferebbe le stringenti condizioni previste per la deroga alla Direttiva Habitat in materia ambientale e infrastrutturale. Deroga che permetterebbe l’autorizzazione di progetti o piani che possono causare danni alle zone speciali di conservazione della rete Natura 2000, ovvero alle aree di interesse comunitario destinate alla conservazione della biodiversità.
Innanzitutto, per la Cgil è mancata «un’adeguata analisi delle alternative meno impattanti sull’integrità dei siti Natura 2000 interessati», e non vi sono, come richiesto per la deroga alla Direttiva, «motivi riguardanti la salute umana, la sicurezza pubblica o effetti ambientali positivi di primaria importanza». Inoltre, il progetto riporta una valutazione ambientale «incompleta e viziata», con lacune non conformi alla normativa europea e in contraddizione con la strategia europea per una mobilità a zero emissioni. Infine, sono trascurati «rischi strategici e di sicurezza». Si legge nella lettera inviata a Bruxelles dalla Cgil: «La dichiarazione del ponte come infrastruttura di rilevanza militare, oltre a non essere suffragata da documenti ufficiali Ue o Nato, espone l’area dello Stretto a rischi specifici in caso di conflitti, aggravando le condizioni di sicurezza per oltre un milione di residenti nelle aree metropolitane coinvolte».
Alla luce di tutto questo, scrive il segretario confederale della Cgil Gesmundo, riteniamo non siano soddisfatte le condizioni per l’applicazione della deroga, che, come già evidenziato da soggetti pubblici competenti come l’Ispra, la procedura risulti viziata da carenze metodologiche sostanziali, e che la Commissione sia tenuta ad esprimere un parere formale vincolante».
Per il segretario confederale «la via scelta dal Governo delle deroghe alle regole nazionali ed europee in nome di un ‘imperativo interesse pubblico’ è completamente sbagliata per un intervento infrastrutturale di questa rilevanza. Solo pochi giorni fa – sottolinea – è dovuto intervenire il Presidente della Repubblica per respingere un provvedimento di deroga alle norme sui controlli antimafia per il Ponte di Messina, chiarendo che per esso valgono le regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale».
La lettera termina con una sollecitazione a sospendere l’iter autorizzativo e ad aprire una procedura formale di verifica di conformità del progetto alle disposizioni europee.
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