Libia: l’Italia porta a Tripoli il primo master in chirurgia con riconoscimento europeo

Lug 17, 2025 - 20:00
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Libia: l’Italia porta a Tripoli il primo master in chirurgia con riconoscimento europeo

Per la prima volta nella storia della Libia, 21 medici inizieranno un percorso di alta formazione in chirurgia traumatologica riconosciuto a livello europeo e organizzato da istituzioni italiane. Il master biennale – frutto di una collaborazione tra Italia e Libia – sarà presentato il pomeriggio di sabato 20 luglio, in una cerimonia ufficiale presso l’hotel Radisson Blu Mahari di Tripoli, alla presenza del primo ministro Abdulhamid Dabaiba, dell’ambasciatore d’Italia Gianluca Alberini e del ministro della Salute del Governo di unità nazionale, Mohamed Alghoj.

Il progetto nasce su iniziativa dell’Emsc (Emergency Medical and Support Center), struttura d’emergenza sanitaria attiva a Tripoli, ed è stato organizzato in convenzione con il Policlinico Luigi di Liegro – partner dell’Università UniCamillus di Roma – e con la partecipazione di docenti italiani e libici provenienti da prestigiose università, tra cui La Sapienza. Le lezioni si svolgeranno in parte da remoto, in collegamento con l’Italia, e in parte in presenza a Tripoli, dove è previsto l’arrivo periodico dei docenti italiani. Il programma include moduli teorici e 300 ore di pratica chirurgica direttamente nelle sale operatorie di strutture pubbliche e private libiche, con un approccio integrato tra formazione accademica e operatività clinica.

Il master – riconosciuto dal sistema universitario europeo – ha come presidente per la parte libica lo stesso ministro Alghoj, mentre per la parte italiana il ruolo è affidato al professor Giorgio De Toma, già prorettore della Sapienza Università di Roma e past president della Società italiana di chirurgia. A presiedere il comitato scientifico per la componente italiana saranno il professor Massimiliano Iannuzzi Mungo e il dottor Carlo De Biase. Tra i docenti figurano nomi di rilievo del panorama accademico italiano, come il professor Antonio Santoro, titolare della cattedra di Neurochirurgia alla Sapienza, e il professor Tiziano De Giacomo, direttore del dipartimento di specializzazione in Chirurgia toracica della stessa università. A loro si affiancheranno specialisti libici selezionati da Emsc per garantire la continuità didattica e l’applicazione pratica dei contenuti.

Secondo Mohamed Benothman, membro del Consiglio scientifico dell’Emsc, “l’obiettivo principale del master è formare medici, chirurghi e personale sanitario – sia civile che militare – in grado di gestire ogni tipo di emergenza legata a eventi bellici, disastri naturali, incidenti stradali e infortuni sul lavoro”. I partecipanti, spiega Benothman, riceveranno una preparazione avanzata per “assistere i feriti direttamente sul luogo del trauma, effettuare diagnosi immediate e applicare i primi trattamenti salvavita, gestendo anche il trasporto verso strutture sanitarie primarie o centri altamente specializzati, anche a livello internazionale”.

“Per completare la formazione – aggiunge Benothman – il master prevede una didattica multidisciplinare che copre a 360 gradi le competenze di rianimazione, medicina d’urgenza, malattie infettive, ortopedia e chirurgia”. La scelta della traumatologia come primo ambito specialistico non è casuale. “La Libia ha vissuto diversi conflitti negli ultimi anni – osserva Benothman – e le lesioni da incidente stradale restano la prima causa di morte e disabilità nel Paese. I medici specializzati in traumatologia e ortopedia sono ancora troppo pochi: con questo programma intendiamo colmare una carenza critica del nostro sistema sanitario”.

L’iniziativa si inserisce in un contesto sanitario complesso, dove le fragilità non dipendono solo dalla scarsità di risorse, ma anche da fattori strutturali e culturali. In Libia, la domanda di assistenza medica resta elevata a causa della diffusione di patologie croniche – come il diabete e le malattie cardiovascolari – spesso legate a stili di vita non equilibrati, in particolare all’eccessivo consumo di carboidrati come pasta e zuccheri.

A ciò si aggiunge una significativa incidenza di malattie genetiche, dovute alla pratica dei matrimoni tra consanguinei, diffusa soprattutto nelle aree rurali. Il sistema sanitario nazionale, già messo a dura prova dalla lunga instabilità politica e dalla carenza di investimenti, fatica a rispondere a queste esigenze, spingendo molti cittadini a cercare cure all’estero: in Tunisia, in Turchia, o – per chi può permetterselo – in Italia o in Germania. In questo scenario, l’introduzione di un master biennale in chirurgia traumatologica riconosciuto a livello europeo rappresenta un tentativo concreto di colmare un vuoto formativo, rafforzando le competenze locali e riducendo progressivamente la dipendenza dall’assistenza sanitaria straniera. Non si tratta solo di formare specialisti, ma di costruire – con il sostegno del know-how italiano – una base strutturata per una medicina libica più autonoma, qualificata e duratura.

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