Meloni alla Camera: “Pretese di Mosca irragionevoli, non abbandoneremo Kiev” – La diretta
Giorgia Meloni interviene in parlamento in vista del Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre. La presidente del Consiglio, nel corso del suo discorso alla Camera dei deputati, affronta diversi temi: dalla situazione nella Striscia di Gaza all’attentato di Bondi Beach, passando per la guerra in Ucraina. Quest’ultimo dossier sarà al centro del vertice di Bruxelles, a partire dall’accordo di pace tra Kiev e Mosca e dai finanziamenti per l’esercito di Volodymyr Zelensky.
“Non tornerò su una risposta che ho dato moltissime volte in quest’Aula. Questa pretesa che il Governo stia con l’Europa o stia con gli Stati Uniti, io vi ho detto mille volte che non considero che il ruolo dell’Italia in politica estera debba essere un ruolo da cheerleader. Non è questione di stare con, è questione di costruire delle prospettive strategiche: l’Italia è in Europa, e vuole rafforzare l’Occidente. Le due cose non si escludono. Non si escluderanno mai, ma se voi continuerete a chiedermi con chi sta Giorgia Meloni, io vi darò per i prossimi mille anni la stessa risposta: sta sempre e solo con l’Italia”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle repliche nell’Aula della Camera dopo la discussione sulle comunicazioni in vista del Consiglio europeo, rispondendo agli interventi dei deputati Pd.
“Ci ha abituato a urla e a silenzi, presidente Meloni, e sono stati molti in questi anni, a volte imbarazzati. Le sparate di un vicepremier in cerca di popolarità per lei sono folklore? Affari vostri, ma quando viene elogiato dal governo russo, lo stesso governo che attacca il Presidente della Repubblica, non è più un problema della maggioranza, è un problema dell’Italia, anche suo”. Così il responsabile Esteri del Pd Peppe Provenzano intervenendo in aula alla Camera dopo le comunicazioni della premier Giorgia Meloni sul prossimo Consiglio europeo. “Oggi di fronte agli attacchi di Trump, i suoi silenzi invece appaiono compiaciuti: pensa di trarre vantaggio dall’ambiguità, ma nei momenti decisivi della storia non è mai stato così e non sarà così nemmeno per lei – ha aggiunto – Non è facile governare un cambiamento storico di tale portata nelle relazioni transatlantiche, per nessuno, certo non per lei che sulla scommessa trumpiana ha puntato tutto. Gli Stati Uniti devono restare un alleato fondamentale? D’accordo, ma lo dice a noi, lo dica a Trump, negare l’evidenza come ha fatto oggi non è un insulto alla nostra intelligenza, lo è anche alla sua. O patriota o vassalla, presidente, le due cose insieme non stanno insieme. Guardi, io lo so che adesso lei prepara la sua replica perdendo al solito l’equilibrio che dovrebbe caratterizzare il suo ministero, ma qui non si tratta della sua persona, si scansi ogni tanto, non c’è solo lei, c’è l’Italia”, ha concluso.
“È venuta a dirci che lei vuole arrestare il declino dell’Unione Europea, vede io invece l’accuso di essere la regista del declino dell’Unione Europea, sa perché signora presidente? Perché di fatto lei con il suo no alla riforma dell’Unione Europea, contro il veto, è di fatto diventata la migliore alleata da una parte di Putin e dall’altra parte di Trump che non vogliono un’Europa forte, che guardi ai veri problemi, che sappia affrontare la transizione ecologica, la questione sociale, che sappia essere un’Europa vicino ai cittadini, è molto più vicino a Orban che alle vere grandi questioni”. Così il co-portavoce di Avs Angelo Bonelli intervenendo in aula
“Presidente Meloni, la conosco come una donna che non fugge dinanzi a nulla, le farò perciò una domanda scomoda. Ho ascoltato nel suo discorso frasi che condivido, come ad esempio il fatto che la Russia, dall’inizio del conflitto, ha conquistato solo l’1,45 del territorio ucraino. Presidente, allora cosa pensa delle frasi del suo vicepremier Matteo ‘Salvinovsky’ che paragona le azioni dell’Europa a difesa dell’Ucraina alle guerra di invasione di Hitler e Napoleone alla Russia?”. Così il deputato e segretario del Partito Liberaldemocratico, Luigi Marattin, nel suo intervento in Aula. “Mi dica, presidente, ne ho diritto come cittadino, se il mio governo condivide le affermazioni del suo vicepremier oppure pensa che quelle stesse affermazioni siano una vergogna, in bocca a un leader di paese occidentale”, conclude Marattin.
“Riteniamo che qualunque strumento – di sostegno a Kiev o di pressione su Mosca – debba sempre rispettare i nostri valori, principi e le regole su cui poggia lo Stato di diritto. Questo vale sicuramente per le prospettive europee dell’Ucraina”. “Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo. “Stiamo vigilando attentamente e incoraggiando ogni sforzo per assicurare il rispetto degli impegni che Kiev ha assunto in termini di riforme e di contrasto alla corruzione – ha aggiunto -. Ma, sul tema della corruzione, voglio dire che consideriamo molto incoraggianti gli anticorpi mostrati in queste settimane dalle istituzioni ucraine. E questo ragionamento si applica anche al dibattito sulle modalità con cui l’Unione Europea sarà chiamata a reperire le risorse per aiutare finanziariamente Kiev, con l’obiettivo di evitare un collasso che rappresenterebbe un grave danno per tutti noi”.
“Oltre la cortina fumogena della propaganda russa, la realtà sul campo è che Mosca si è impantanata in una durissima guerra di posizione, tanto che, dalla fine del 2022 ad oggi, è riuscita a conquistare appena l’1,45% del territorio ucraino, peraltro a costo di enormi sacrifici in termini di uomini e mezzi. È questa difficoltà l’unica cosa che può costringere Mosca a un accordo, ed è una difficoltà che, lo voglio ricordare, è stata garantita dal coraggio degli ucraini e dal sostegno occidentale alla nazione aggredita”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo. “Insieme a numerosi partner, a partire da quelli G7 ed europei, l’Italia resta impegnata anche a mantenere la pressione economica sulla Russia, con l’obiettivo di limitare le risorse che alimentano la sua macchina bellica”, ha aggiunto.
“Esattamente come in Italia siamo chiamati a razionalizzare le spese delle nostre amministrazioni pubbliche così esigeremo la stessa disciplina finanziaria da parte delle istituzioni europee. Ad esempio, insieme a diversi altri Stati membri, l’Italia ha recentemente chiesto di rivedere il piano di ristrutturazione di uno dei palazzi del Consiglio dell’Unione europea a Bruxelles, con un costo stimato in oltre 800 milioni di euro. Non è questo il tipo di investimenti europei che ci pare prioritario in questa fase”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo.
“Il prossimo Consiglio Europeo – ha spiegato Meloni – sarà l’occasione per una prima discussione a livello leader sulla proposta avanzata dalla Commissione europea, il 16 luglio scorso, sul prossimo Quadro Finanziario Pluriennale, ovvero il bilancio dell’Unione Europa, per il periodo 2028-2034. Per quanto riguarda la dimensione del bilancio, i prossimi anni ci vedranno impegnati su un numero crescente di priorità strategiche, mentre allo stesso tempo inizieremo a rimborsare i prestiti legati al Piano NextGenerationEU. È dunque probabile che sarà necessario aumentare le dimensioni del bilancio. Non siamo in principio contrari, ma lo si potrà fare solo a determinate condizioni. Dovremo anzitutto evitare che un bilancio europeo più grande pesi eccessivamente sulle nostre finanze. La sostenibilità dei conti pubblici è per questo Governo una priorità assoluta, come dimostra il lavoro fatto negli ultimi anni, e lo è ancor più alla luce del ruolo di contributori netti al bilancio UE, quali siamo da oltre 20 anni. A questo si aggiunge il fatto che la proposta della Commissione prevede da un lato maggiori contributi, e dall’altro minori allocazioni a politiche tradizionali e per noi fondamentali come la Politica Agricola Comune e la Coesione, veri e propri pilastri dell’Unione Europea e dei suoi Trattati. Lo dirò senza giri di parole: non accetteremo di pagare di più per ottenere di meno”.
Rispetto alle politiche green degli ultimi anni in Europa, “da subito questo governo si è impegnato senza sosta per garantire che il percorso di de-carbonizzazione fosse sostenibile per le imprese e per la società, per evitare che la neutralità climatica andasse a scapito della competitività, portando alla deindustrializzazione de facto del nostro continente. L’approccio italiano continua a fondarsi sul principio di neutralità tecnologica e su una visione pragmatica, posizioni che cominciano a farsi spazio a partire dalle proposte presentate ieri dalla Commissione Europea nell’ambito del nuovo pacchetto automotive fortemente richiesto dall’Italia”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo. “Prendiamo atto con soddisfazione che gli sforzi profusi dal nostro Governo negli ultimi mesi hanno portato ad aprire una breccia nel muro del dogmatismo green, che ha caratterizzato gli ultimi anni. Ben vengano dunque i passi in avanti in termini di maggiore flessibilità per i costruttori di veicoli pesanti, ben venga la rinnovata spinta per un’alleanza europea sulle batterie, ben venga l’esclusione dei veicoli pesanti e delle piccole e medie imprese, nonché i target nazionali e non più aziendali nel provvedimento sulle flotte aziendali verdi, e ben vengano il superamento del tutto elettrico per auto e furgoni al 2035, nonché l’affermazione del principio di neutralità tecnologica”.
Il prossimo sarà “un Consiglio europeo denso di temi delicati, di sfide che approcceremo come sempre con grande responsabilità, allo stesso tempo con grande determinazione, come si conviene al Governo di una grande nazione che sta in Europa non da comprimaria ma da protagonista. La forza del mandato che il Parlamento mi ha conferito prima di ogni Consiglio mi ha sempre consentito di svolgere questo ruolo sapendo che ho le spalle coperte non soltanto da un voto parlamentare ma da ciò che l’Italia rappresenta. Perché l’Italia esiste e conta in Europa non per gentile concessione di qualcuno, ma per la straordinaria forza del suo tessuto sociale, delle sue famiglie, dei suoi lavoratori e delle sue imprese. Non dobbiamo mai dimenticarlo. E per quanto mi riguarda porto con me questa forza a Bruxelles come ovunque nel mondo con orgoglio e responsabilità, e chiaramente lo considero il privilegio più grande che ho”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo.
“Al Consiglio Europeo faremo il punto sulla competitività europea, anche alla luce dell’attuale situazione geo-economica, un tema fondamentale per affrontare le sfide che l’Unione si trova di fronte, inclusa quella della sicurezza e della difesa. Siamo convinti che la complessità di questo momento imponga uno sguardo ampio e pragmatico capace di abbandonare i dannosi dogmatismi ideologici che hanno ispirato le scelte passate, di cui oggi vediamo limiti e contraddizioni. E io penso che questa sia anche la strada maestra per rispondere alle sfide poste dalla nuova strategia di sicurezza americana”.
“Personalmente penso che sia inutile o forse addirittura dannoso lanciare strali contro un nemico immaginario, perché il vero nemico da combattere è la nostra incapacità di decidere e l’ideologia del declino che l’Unione Europea ha drammaticamente sposato negli ultimi anni. Un continente che non riesce a invertire il suo inverno demografico, che ha scelto la strada della iper-regolamentazione asfissiante a scapito dell’innovazione, che si rassegna alla dipendenza militare dagli Stati Uniti e a quella tecnologica dalla Cina è un continente che sembra essersi arreso ma in declino ancora una volta non è un destino”.
“È una scelta invertire quel declino, è la nostra scelta: reagire, decidere, scegliere perché l’Europa che amiamo è certo un continente ma è soprattutto un contenuto valori, identità, visione, innovazione, competitività, tutto ciò che ha reso grande l’Europa nei secoli deve essere aggiornato e rilanciato. E quello che non funziona si cambia”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo.
“L’Italia è pienamente impegnata ad assicurare che il Consiglio Europeo di domani veicoli un messaggio politico forte sull’allargamento per dare un segnale di unità e credibilità collettiva, viceversa senza progressi nel percorso di adesione alle Ue dei nostri partner rischiamo di consegnarli ai nostri rivali sistemici destabilizzando in modo permanente il nostro vicinato e consegnando l’Unione Europea all’irrilevanza”.
“Non possiamo in particolare permetterci di rimandare ulteriormente l’adesione dei Balcani occidentali che fanno già parte della famiglia europea e sono fondamentali per la nostra autonomia strategica. Lo ribadirò anche questa sera al vertice UE-Balcani, dove mi recherò dopo la fine del dibattito in aula. I risultati ottenuti da Albania e Montenegro nel corso dell’ultimo anno sono infatti molto incoraggianti, dimostrano che i due Paesi hanno concrete possibilità di adesione in un futuro molto prossimo”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo.
“Al Consiglio europeo parleremo di immigrazione. Un quadro giuridico europeo più solido ci consentirà di mettere al riparo iniziative nazionali di grande importanza, come i centri in Albania, da pronunce ideologiche di una certa magistratura politicizzata che ne hanno bloccato l’attuazione, ostacolando l’azione di contrasto da parte del Governo all’immigrazione illegale di massa”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo.
“La normativa italiana è stata disapplicata interpretando in modo forzato quella europea, ebbene stiamo risolvendo intervenendo direttamente sulla normativa europea – sottolinea -. Come ho già avuto modo di dire, il modello Albania a cui molti altri Paesi europei guardano con grande interesse, funzionerà e sono convinta che ci aiuterà concretamente a ridurre ulteriormente i flussi irregolari e a esercitare quella deterrenza necessaria all’interno di una politica multidimensionale di contrasto alla tratta di esseri umani. Piaccia o no, alla sinistra di ogni ordine e grado”.
“La proposta della Commissione prevede maggiori contributi e minori allocazioni a politiche tradizionali per noi fondamentali come la Politica agricola comune e la Politica di coesione. Lo dirò senza giri di parole: non accetteremo di pagare di più per ottenere di meno”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo, parlando del bilancio europeo.
“Gli Stati Uniti ci hanno chiesto di contribuire a un progetto pilota per l’addestramento di 50 unità della polizia palestinese da dispiegare a Gaza in tempi rapidi, è un’attività in linea con l’impegno già in atto e che quindi siamo pronti a realizzare”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo.
“Pochi giorni fa ho ricevuto qui a Roma il presidente Abu Mazen per la seconda volta in poco più di un mese. Il presidente palestinese ha chiesto con convinzione un impegno italiano forte e ambizioso nei passaggi necessari a fissare il piano di pace proposto dagli Stati Uniti e sottoscritto da tutti i protagonisti. E io credo che l’Italia non si debba sottrarre a questo impegno, che le viene richiesto appunto da più parti in un momento tanto decisivo”.
“Il piano di pace del presidente Trump ha avuto il grande merito di porre fine al conflitto a Gaza, un conflitto che aveva provocato un numero di vittime civili e una crisi umanitaria ingiustificabili, e che non lasciano indifferente nessuno di noi. Ma si tratta di una tregua fragile e di un percorso complesso e ambizioso, e credo che ogni persona di buona volontà, chiunque abbia sinceramente a cuore il futuro di Israele e della Palestina e la stabilità in una regione così strategica, sia chiamato a fare la sua parte per consolidare la cessazione delle ostilità che possa durare nel tempo e aprire la strada, la stabilizzazione a lungo termine della striscia fino a realizzare la prospettiva dei due Stati”, ha detto ancora Meloni.
“Alla politica e alle istituzioni spetterebbe il compito di preservare la Repubblica dai rischi per la propria sicurezza inclusi quelli derivanti dalle predicazioni violente di autoproclamati Imam che, come nel caso di Shahin, fanno addirittura apologia dei pogrom del 7 ottobre. Un impegno che dovrebbe valere per tutte le istituzioni, magistratura compresa, e credo che a nessuno sfugga la sfacciata ipocrisia di chi riesce nelle stesse ore a chiedere la censura delle case editrici di libri non graditi e a invocare la libertà di espressione a difesa di chi inneggia ai terroristi di Hamas e alla strage del 7 ottobre”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo.
“L’Italia è determinata a fare la propria parte non solo a sostegno del popolo ucraino, ma anche in Medio Oriente, dove sta partecipando attivamente agli sforzi internazionali per raggiungere pace e stabilità nella regione. Permettetemi di ribadire anche in questa sede il cordoglio del Governo per il brutale attacco antisemita a Sydney, la nostra vicinanza al popolo australiano e alla comunità ebraica presa di mira da terroristi probabilmente affiliati all’Isis, il nostro pensiero alle molte vittime, ai molti feriti”.
“La nostra gratitudine va a quel cittadino, anche lui musulmano, che con il suo intervento ha evitato che la strage fosse addirittura peggiore, nel suo gesto eroico sta un messaggio potentissimo: la pace è difficile, i nemici della pace proveranno a sabotarla in ogni modo, spetta agli uomini di buona volontà di qualunque fede e origine fare di tutto per costruirla e preservarla. Alla politica e alle istituzioni spetta invece il compito di rafforzare le misure di sicurezza e di protezione delle comunità ebraiche che hanno il diritto di vivere in libertà nelle nostre città senza divenire bersaglio di intollerabili attacchi terroristici per il solo fatto di esistere”.
“È tempo di non ammettere più distinguo o reticenze nella condanna a ogni forma di antisemitismo, perché da lungo tempo si assiste a una inaccettabile sottovalutazione dell’antisemitismo di stampo islamista e di quello connesso alla volontà di cancellazione dello stato di Israele”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo.
“L’Italia ha deciso venerdì scorso di non far mancare il proprio appoggio al regolamento che ha fissato l’immobilizzazione dei beni russi, senza tuttavia – lo voglio sottolineare con chiarezza – ancora avallare alcuna decisione sul loro utilizzo. Lo abbiamo fatto pur non condividendo il metodo utilizzato, perché non vi siano ancora una volta dubbi sulla linea coerente di sostegno che il Governo ha sempre mantenuto nei confronti dell’Ucraina”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo.
“Nell’approvare il regolamento abbiamo infatti voluto ribadire un principio che consideriamo fondamentale: decisioni di questa portata giuridica, finanziaria e istituzionale come anche quella dell’eventuale utilizzo degli asset congelati non possono che essere prese a livello dei leader. Sarà questo il compito che spetta al Consiglio Europeo di domani chiamato ad assicurare la continuità del sostegno finanziario per il prossimo biennio. Individuando la soluzione complessivamente più sostenibile per gli Stati membri nel breve e nel lungo periodo”, aggiunge.
“Mosca sta veicolando ai suoi interlocutori pretese irragionevoli, la principale delle quali riguarda la porzione di Donbass non conquistata dai russi. A differenza di quanto narrato dalla propaganda, il principale ostacolo a un accordo di pace è l’incapacità della Russia di conquistare le quattro regioni ucraine che ha unilateralmente dichiarato come annesse già alla fine del 2022, addirittura inserendole nella Costituzione russa come parte integrante del proprio territorio”.
“Questo azzardo ha portato al paradosso che territori formalmente inseriti nella Costituzione della Federazione Russa siano oggi sotto controllo ucraino. Da qui la richiesta russa che l’Ucraina si ritiri quantomeno dall’intero Donbass. È chiaramente questo oggi lo scoglio più difficile da superare nella trattativa e penso che tutti dovremmo riconoscere la buona fede del Presidente ucraino che è arrivato a proporre un referendum per dirimere questa controversia, proposta però respinta dalla Russia”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo.
“Il rafforzamento della posizione negoziale Ucraina si ottiene soprattutto mantenendo chiaro che non intendiamo abbandonare l’Ucraina al suo destino nella fase più delicata degli ultimi anni”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo.
“Il cammino verso la pace, dal nostro punto di vista, non può prescindere” da alcuni “fattori fondamentali. Lo stretto legame tra Europa e Stati Uniti, che non sono competitor in questa vicenda, atteso che condividono lo stesso obiettivo, ma hanno sicuramente angoli di visuale non sovrapponibili, dati soprattutto dalla differente posizione geografica”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo.
“Il Consiglio europeo del 18 e 19 dicembre ha, in agenda diversi temi di estrema rilevanza per l’Italia e l’Europa, ma a occupare un ruolo di primo piano nella discussione sarà ancora una volta la guerra di invasione russa all’Ucraina. Come sapete, nella serata di lunedì ho partecipato al vertice di Berlino insieme al presidente Zelensky, a diversi colleghi europei, ai negoziatori americani Steve Witkoff e Jared Kushner, in un clima costruttivo e unitario che penso valga la pena di sottolineare. Ne è scaturita una dichiarazione finale dei leader europei che riprende tutte le priorità che l’Italia ha sostenuto in questi mesi difficili”. Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso delle comunicazioni alla Camere in vista del Consiglio europeo.
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