Maurice Ravel, «Genio senza sregolatezza»

Dicembre 13, 2025 - 03:18
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Maurice Ravel, «Genio senza sregolatezza»
Generico 08 Dec 2025

Maurice Ravel, compositore francese tra i più raffinati del Novecento, è stato protagonista del venerdì musicale di Materia, lo spazio culturale di VareseNews a Castronno. Un artista fondamentale, raccontato non solo attraverso le sue opere ma anche per la sua straordinaria complessità umana. A guidare il pubblico, Dario Monticelli di Officine Musicali, che ha saputo intrecciare aneddoti, analisi e vicende personali per restituire al pubblico un ritratto vivo e sorprendente.

Un’eleganza fuori dal tempo

Ravel era un personaggio di stile e fascino. Estremamente attento al proprio aspetto, aveva un guardaroba che rasentava la maniacalità: durante un viaggio negli Stati Uniti portò con sé 25 pigiami, 66 camicie, 75 cravatte e 20 paia di scarpe. In Francia fu il primo a sdoganare la moda del “total white”.

Eppure, dietro l’apparenza impeccabile si celava un uomo riservato, ironico, malinconico. Ravel amava la notte parigina, frequentava i salotti culturali, ma era anche una persona schiva, solitaria e profondamente riservata. Non si conoscono storie d’amore certe nella sua vita, se non vaghi accenni a rapporti mai consumati o appena intuibili. La sua vita affettiva rimane, ancora oggi, in gran parte un mistero.

La Valse e il trauma della guerra

Uno dei momenti centrali della serata è stato il racconto della genesi di La Valse, scritta dopo la Prima guerra mondiale, un’opera che racchiude la vertigine e il crollo di un’epoca. Dietro quel valzer c’è l’eco della Vienna imperiale caduta, la tragedia del conflitto, ma anche il desiderio di rinascita. «È l’espressione della vertigine condotta fino alla distruzione», ha ricordato il relatore.

Bolero: un’ossessione che travolge

Il Bolero è stato il grande successo di Ravel, composto quasi di getto nel 1928. Un brano nato da un’idea semplice – ripetere lo stesso tema crescendo fino all’esplosione finale – che si è trasformato in un fenomeno mondiale. «Un organismo che si autodistrugge», così è stato definito durante la conferenza, mostrando come la struttura circolare del pezzo sia tanto ipnotica quanto drammatica.

Declino e fine di un artista

La parte finale della serata ha toccato l’ultimo arco della vita del compositore, colpito da una malattia neurologica che lo privò lentamente delle facoltà motorie e cognitive, pur mantenendo intatta la sua lucidità musicale. Fino agli ultimi giorni, Ravel non smise mai di cercare la perfezione. Morì il 28 dicembre 1937, lasciando un’eredità artistica immensa, ma anche un’immagine di uomo enigmatico e profondamente umano.

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Redazione Redazione Eventi e News