Pakistan. Attacco in Kashmir: gli Usa mettono il Fronte della Resistenza nella lista dei terroristi

Lug 20, 2025 - 06:30
 0
Pakistan. Attacco in Kashmir: gli Usa mettono il Fronte della Resistenza nella lista dei terroristi

di Giuseppe Gagliano

La decisione degli Stati Uniti di designare il Fronte della Resistenza (TRF), considerato una filiazione del Lashkar-e-Taiba, come “organizzazione terroristica straniera” segna un nuovo capitolo in una regione già intrappolata in un equilibrio instabile. L’attacco del 22 aprile nel Kashmir amministrato dall’India, che ha provocato la morte di 26 persone, ha accelerato un’escalation militare tra Nuova Delhi e Islamabad, culminata in raid aerei, scambi di artiglieria e un fragile cessate il fuoco raggiunto il 10 maggio.
Per Washington la scelta di inserire il TRF nelle liste nere è tanto un gesto simbolico quanto una mossa strategica. Marco Rubio, segretario di Stato, ha sottolineato che la decisione risponde alla richiesta di giustizia del presidente Trump per le vittime di Pahalgam, ma in realtà rappresenta un segnale diretto sia al Pakistan sia all’India in un momento in cui gli equilibri in Asia meridionale si intersecano con il confronto globale tra Stati Uniti e Cina.
Il Lashkar-e-Taiba, già responsabile dell’attacco di Mumbai del 2008, è da tempo accusato di operare come proxy dei servizi pakistani in Kashmir. La sua nuova incarnazione, il TRF, tenta di presentarsi con un volto meno compromesso, ma le dinamiche restano le stesse: Islamabad nega ogni legame con il gruppo, mentre Nuova Delhi punta il dito contro i servizi pakistani, alimentando una retorica di confronto che tiene la regione sull’orlo di una guerra aperta.
Il confronto militare di maggio ha ricordato al mondo che India e Pakistan non sono solo vicini rivali, ma potenze nucleari. Gli scontri aerei e i bombardamenti di precisione hanno dimostrato la capacità di entrambi i Paesi di proiettare forza oltre i propri confini, ma anche la vulnerabilità di una regione dove un errore di calcolo può trasformarsi in catastrofe.
L’intervento di Washington, culminato in un cessate il fuoco annunciato dallo stesso Trump sui social media, evidenzia il ruolo degli Stati Uniti come mediatore esterno, ma anche la riluttanza dell’India ad accettare ingerenze. Per Nuova Delhi, il conflitto con Islamabad deve restare una questione bilaterale, mentre per Washington la crisi rappresenta un’opportunità per consolidare l’asse strategico con l’India e mantenere un minimo di influenza su un Pakistan sempre più tentato dall’abbraccio cinese.
L’India, partner chiave degli Stati Uniti per contenere la Cina in Asia, interpreta la designazione del TRF come una conferma del sostegno americano alla sua narrativa sul terrorismo transfrontaliero. Il Pakistan, invece, si trova in una posizione delicata: storicamente alleato di Washington, oggi vede la sua dipendenza economica e militare dalla Cina aumentare in modo esponenziale. Il recente incontro tra Trump e il capo dell’esercito pakistano, il feldmaresciallo Asim Munir, suggerisce però che Washington non è ancora disposta a rinunciare completamente a Islamabad, temendo che un allineamento totale con Pechino rafforzi l’asse sino-pakistano e destabilizzi ulteriormente la regione.
Oltre alla dimensione militare e diplomatica, la crisi ha un impatto diretto sugli scambi economici e sulle rotte energetiche strategiche. Il Kashmir, pur essendo una regione montuosa e poco sviluppata, rappresenta un crocevia tra i corridoi economici che la Cina sta costruendo verso il Medio Oriente e l’Africa. Un conflitto prolungato rischierebbe di compromettere il Corridoio Economico Cina-Pakistan (CPEC), uno dei pilastri della Belt and Road Initiative di Pechino.
Washington, consapevole di queste dinamiche, cerca di usare la leva economica per mantenere il Pakistan agganciato al sistema occidentale. La possibilità di sanzioni secondarie legate al TRF e la minaccia di tagliare i colloqui commerciali con Islamabad sono strumenti per costringere il governo pakistano a controllare i gruppi armati che operano dal suo territorio, evitando di trasformare il Paese in un epicentro di instabilità regionale.
La designazione del Fronte della Resistenza come organizzazione terroristica non è solo una questione di sicurezza. È un tassello di una partita più ampia in cui Washington cerca di bilanciare i rapporti con India e Pakistan per contenere la Cina, evitare una guerra in una regione nucleare e mantenere una presenza strategica in Asia meridionale. Per l’India, è un riconoscimento importante; per il Pakistan, un avvertimento. Per entrambi, però, la sfida resta quella di non farsi stritolare in un confronto globale che potrebbe avere costi altissimi per la stabilità interna e per l’economia.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News