Paul Smith: “Non riesco a fare a meno dell’Italia. Potrei sfilare ancora qui”
Il rapporto speciale tra Sir Paul Smith e l’Italia continua. Dopo essere stato special guest durante l’edizione estiva di Pitti Uomo lo scorso anno, il designer inglese fondatore dell’omonimo brand ha scelto di sfilare per la prima volta a Milano durante la recente fashion week. Il défilé organizzato presso l’ampio showroom in viale Umbria ha confermato la verve ottimista dello stilista, come si evince dall’intervista a PambiancoTv.
Dopo Firenze è qui a Milano. Non riesce proprio a fare a meno dell’Italia?
Decisamente non riesco a fare a meno dell’Italia. Ho una casa vicino Lucca da oltre 30 anni e questo showroom da molto tempo e amo l’Italia, amo le persone, il cibo, l’ambiente. Ho preferito allestire una sfilata intima che desse la possibilità di osservare i molti dettagli di questa collezione.
Che cosa ha ispirato questa sfilata e come descriverebbe la collezione?
È una collezione piuttosto eclettica con colori molto brillanti e vividi così come nuance classiche, ci sono dettagli ispirati agli oggetti trovati negli street market, e anche da un viaggio che ho fatto anni fa con mia moglie in Egitto, al Cairo. Ho trovato questo libro vintage favoloso con colori stupendi e ciò ha ispirato la collezione.
Da alcuni anni non è più presente uno store di Paul Smith a Milano, quando tornerà?
Mi manca non avere una boutique a Milano ma trovare uno spazio a un prezzo sostenibile in una buona location è dura, non solo a Milano ma in tutto il mondo. Tornerò quando troverò il posto giusto che funzioni dal punto di vista finanziario.
Ha intenzione di tornare a sfilare a Parigi la prossima stagione?
Non ho ancora deciso dove sfilerò all’inizio del prossimo anno. Chi lo sa? Magari potrei tornare qui!
Da stilista e imprenditore, cosa pensa dell’attuale situazione in cui versa il sistema moda?
Da quanto leggo mi sembra che il sistema stia attraversando un trauma da un po’ di tempo, forse a causa dell’over-distribution, di troppi negozi, e-commerce… E poi ‘on the top’ c’è il fast fashion. Essendo indipendenti possiamo prendere decisioni in maniera veloce e entrare in azione.
Quanto costa oggi essere un designer indipendente?
Essere un brand indipendente oggi è molto faticoso perché il potere dei grandi conglomerati è enorme, hanno tanti brand e negozi ma ci sono anche dei lati positivi. Ad esempio quando mi rado al mattino posso guardarmi allo specchio e decidere da solo se aprire o meno uno store a Milano.
La London fashion week è in affanno da diversi anni, cosa dorrebbe fare per tornare a essere rilevante?
Il problema con le capitali della moda è lo stesso che sta attraversando il mondo intero: ci sono tanti musei, ristoranti, compagnie aeree e fashion week. Bisognerebbe creare un legame sinergico con stampa e buyer, in questo senso Milano e Parigi mi sembra stiano bene e anche Pitti Uomo.
Come sta andando Paul Smith quest’anno e quali sono le previsioni per il futuro?
L’azienda è ok, ci siamo riorganizzando e siamo in forma per il futuro.
Qual è la tua reazione?
Mi piace
0
Antipatico
0
Lo amo
0
Comico
0
Furioso
0
Triste
0
Wow
0




