Perché la moda vuole vestirci come bambole?

Bisogna saperla riconoscere, una tendenza, prima che diventi virale. E quando Julia Fox si è presentata al Tribeca Film Festival 2025 con un mini-dress bianco a palloncino, il messaggio è apparso più chiaro: siamo ufficialmente entrati nell’era dollcore. Un’estetica che, ben lontana dalla dolcezza zuccherosa del Barbiecore, mescola teatralità e inquietudine, nostalgia e artifizio.

È la moda del giocare a far finta, ma con un sottotesto molto più adulto. Perché ci vestiremo presto come bambole? Forse perché in un mondo sempre più complesso, è rassicurante indossare un’estetica che finge semplicità.

Julia Fox, come una bambola

Nessuna, meglio di Julia Fox, poteva trasformare un’estetica estrema in fenomeno pop. Alla première di Fior di Latte al Tribeca Film Festival, il 10 giugno 2025, ha indossato un mini-dress bianco a palloncino firmato Reparto, portando alla ribalta il dollcore. La forma esagerata, i dettagli rétro, la palette panna e le spalline in pizzo sembrano citare le sottovesti delle bambole d’altri tempi: un look che gioca con l’infanzia ma non è affatto infantile.

Il look da bambolina di Julia Fox al Tribeca Festival 2025. (Photo by John Nacion/WireImage)

Dal Barbiecore al dollcore: evoluzione o rigressione?

Di bambole se ne era cominciato a parlare già nel 2023, con il successo del film Barbie diretto da Greta Gerwig. Lì era nata la tendenza Barbiecore, spinta dal method dressing di Margot Robbie, che in tour promozionale si è trasformata in una Barbie vivente tra tailleur rosa, minigonne a ruota e accessori coordinati. Un’estetica iperfemminile, subito diventata virale. Ma oggi quella stessa estetica si è evoluta (o forse è implosa) nel Dollcore: una versione più estrema, più teatrale, a tratti persino disturbante. Perché il dollcore non celebra la perfezione, la distorce.

Margot Robbie nei panni di Barbie ai Golden Globe Awards 2024. EPA/ALLISON DINNER

Le passerelle lo confermano: siamo tutte (di nuovo) bambole

Il dollcore è approdato persino in passerella e lo ha fatto in grande stile. Marc Jacobs nella collezione FW25 ha trasformato le modelle in sagome da ritagliare, tra silhouette esagerate e dettagli da cartone animato. Pioniera del genere è Simone Rocha,che prosegue il suo racconto fiabesco con fiocchi maxi, spalle imbottite e borse con peluche incorporati. Natasha Zinko esplora l’infantilizzazione spingendosi fino a tutine satin e bloomers imbottiti. È il trionfo dell’estetica bambola, tra kawaii e gotico.

Dalla sfilata Marc Jacobs 2025 alla New York Public Library. (Photo by Dimitrios Kambouris/Getty Images for Marc Jacobs)

Anche Fendi ha intercettato il trend: in passerella sono comparsi maxi doll charms dalle fattezze vintage, appesi alle borse come accessori personalizzabili. E tra i fenomeni social più virali degli ultimi mesi spiccano i Labubu, i mostriciattoli teneri e inquietanti di POP MART, protagonisti di capsule e pop-up sempre più presenti nel linguaggio visivo della moda. Ma anche la sfilata Haute Couture SS24 di Maison Margiela by John Galliano, dove modelle che sembravano bambole di porcellana distorte hanno riportato in vita i défilé del passato.

Maison Margiela Haute Couture SS24.

Da TikTok e Pinterest alla vita vera

Non solo alta moda: Pinterest segnala un +130% nelle ricerche di doll shoes, mentre Depop registra l’89% in più nell’uso dell’hashtag #DollCore. In parallelo, su TikTok ogni cameretta si trasforma in un set da shooting: frange, gonnelline, pettinature da Lolita e scarpe lucide si moltiplicano nei contenuti virali. E per portarlo nella vita vera? Si può iniziare dai dettagli: un cerchietto bombato, un fiocco oversize tra i capelli, un abito baby doll smorzato da un blazer maschile. L’estetica bambola funziona se resta un gioco, divertente.

Le bambole con i fiocchi di Simone Rocha.

The post Perché la moda vuole vestirci come bambole? appeared first on Amica.