Porti turistici a basso impatto ambientale: lo insegna Marinedi

Tecnologia e conoscenza sono alla base della trasformazione ecologica dei porti. Per questo Marinedi, network di porti turistici, ha lanciato una nuova iniziativa educativa dedicata agli studenti delle superiori
Rendere l’impatto sull’ambiente costiero sempre più soft, in un’ottica di ecologia del rispetto: da dove iniziare? Per Renato Marconi, Ceo e fondatore di Marinedi, un network di porti turistici nel Mediterraneo la “consapevolezza che ogni porto ha un impatto sull’ambiente costiero c’è“.
Proprio per questo Marinedi – come ci racconta in questa intervista – adotta un approccio sostenibile che va dalla riqualificazione di porti esistenti alla gestione quotidiana, con il coinvolgimento di esperti come ingegneri e biologi marini per minimizzare l’impatto e favorire l’integrazione con il territorio.
“Abbiamo introdotto sistemi concreti come Seabin e droni per la pulizia delle acque, prodotti eco-compatibili per la manutenzione, e stiamo implementando un piano per l’autosufficienza energetica basato su fonti rinnovabili.
Crediamo anche nella formazione: lavoriamo con le scuole per educare le nuove generazioni alla tutela del mare. Il nostro obiettivo è offrire una gestione portuale che sia sostenibile, responsabile e replicabile“.
Incontriamo Marconi perché Marinedi – che ha appena allargato il network di porti includendo la Marina di Brindisi – ha anche lanciato un’iniziativa educativa in collaborazione con la startup a vocazione sociale Sea the Change.
Obiettivo: accrescere la consapevolezza sui danni prodotti dall’inquinamento da plastica in mare di studenti e studentesse che vivono nei pressi dei porti dove lavora il gruppo.
“Abbiamo scelto di rivolgerci ai giovani – ribadisce Marconi – perché crediamo che il cambiamento culturale passi prima di tutto dall’educazione. Le scuole sono il luogo ideale per seminare consapevolezza e responsabilità ambientale: formare oggi i marinai di domani significa costruire un futuro più sostenibile per il nostro mare e per le comunità costiere“.
Come vuole essere percepita Marinedi con questo progetto?
Con questo progetto, vogliamo rafforzare l’identità di Marinedi come promotore di una portualità turistica consapevole e radicata nel territorio. Coinvolgere le scuole e le comunità locali significa, per noi, fare sostenibilità in modo concreto e partecipato.
Il progetto nasce dalla convinzione che educare le nuove generazioni al rispetto del mare sia una delle forme più efficaci di tutela ambientale. Non si tratta solo di sensibilizzare, ma di creare un legame attivo e creativo tra i giovani e il Mediterraneo.
È un progetto che unisce formazione, arte e azione concreta e che ci auguriamo possa lasciare un segno positivo nelle località in cui operiamo.
Come contribuiscono queste collaborazioni/iniziative agli obiettivi aziendali?
Non ci aspettiamo da queste iniziative nessun ritorno economicamente tangibile, ma saremo orgogliosi se anno dopo anno, con tenacia e pazienza, il nostro Gruppo possa essere percepito come un’entità che incontra il Mare salvaguardandolo senza imporre alcuno sfruttamento a fini meramente economici.
La formazione delle giovani leve è parte integrante di questo sforzo. Un approccio gentile alla risorsa Mare.
Come viene finanziato il progetto e quali sono le prospettive nel lungo periodo?
Questi progetti, come altri tesi sempre a valorizzare la sostenibilità ambientale delle nostre Marine, sono autofinanziati dalla Capogruppo e dalle singole società operative.
Nel futuro proseguiremo in questo solco senza mai stancarci. La salvaguardia del Pianeta Mare è il nostro obiettivo.
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