Siamo in una bolla cosmica? L'eco del Big Bang risponde
Da anni, i cosmologi si trovano di fronte a un rompicapo che mette in discussione la nostra comprensione dell'universo: la "tensione di Hubble". Questo frustrante problema nasce da una discrepanza fondamentale: le misurazioni della velocità di espansione dell'universo producono risultati diversi a seconda del metodo utilizzato.
Quando osserviamo l'universo locale, vicino a noi, sembra espandersi più velocemente di quanto suggerito dalle misurazioni che considerano l'universo nella sua interezza, basate sulla radiazione cosmica di fondo, la prima luce emessa dopo il Big Bang. Una nuova e affascinante ricerca, però, offre un'ipotesi tanto suggestiva quanto potente: e se la risposta a questo enigma non si trovasse in una falla dei nostri modelli, ma nel nostro indirizzo cosmico?
L'idea è che la Terra, insieme alla nostra galassia, la Via Lattea, e a tutto il nostro vicinato cosmico, potrebbe trovarsi al centro di un'immensa regione di spazio a bassa densità, una sorta di "bolla" o "vuoto locale". Questo vuoto sarebbe gigantesco, con un diametro stimato di circa 2 miliardi di anni luce, e una densità di materia inferiore di circa il 20% rispetto alla media cosmica. Se così fosse, la gravità delle regioni più dense che circondano questa bolla attirerebbe la materia verso l'esterno, svuotando progressivamente il nostro "quartiere". Di conseguenza, gli oggetti celesti vicini a noi si allontanerebbero a una velocità maggiore, dando l'impressione di un'espansione locale più rapida e risolvendo così la tensione di Hubble.
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