Sitip chiude il 2024 a 98 milioni e stima una crescita del 10%

Lug 16, 2025 - 04:30
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Sitip chiude il 2024 a 98 milioni e stima una crescita del 10%
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Si è chiuso a quota 98 milioni di euro di ricavi il 2024 di Sitip, azienda bergamasca specializzata nella produzione di tessuti tecnici per abbigliamento sportivo, urbanwear e industriale. Un risultato in linea con quello dell’anno precedente e che “riflette la capacità dell’azienda di coniugare performance economica, sostenibilità ambientale e responsabilità sociale, in uno scenario di mercato complesso”.

Il player, che ha preso parte all’edizione numero 41 di Milano Unica, la kermesse dedicata al tessile e accessori alto di gamma conclusasi pochi giorni fa nei consueti spazi espositivi di Fiera Milano Rho, conta oggi 548 dipendenti (di cui l’85,3% con contratto a tempo indeterminato, sottolinea) ed è guidata dalla seconda generazione della famiglia Pezzoli, fondatrice dell’azienda.

“Il 2024 è stato di mantenimento a livello di fatturato – ha spiegato a Pambianconews l’amministratore delegato Giancarlo Pezzoli – ma migliorativo in termini di profitti: abbiamo recuperato in maniera significativa i costi, che nel 2023 avevano subito un duro colpo a causa di un 2022 sopra la media, in un dinamica che ha interessato pressoché tutti gli attori del settore”. Spiegando ancora: “Nel 2025 stiamo mantenendo i volumi sulla stessa linea del 2024 e contiamo di chiudere a 100 milioni di ricavi. E nonostante gli oneri a cui dobbiamo fare fronte, tra i costi dell’energia ai nuovi contratti definiti da Confindustria, riusciamo comunque a mantenere un ebitda positivo che ci fa stare a testa alta sul mercato in questo momento”.

Giancarlo Pezzoli

All’orizzonte, inoltre, una crescita compresa tra il 7% e il 10% “nell’arco dei prossimi anni”. Intanto, “i primi sei mesi dell’anno si sono rivelati in linea con le previsioni, anzi, anche leggermente superiori grazie al contenimento dei costi”, anticipa Pezzoli. Sullo sfondo, un momento ancora complesso per il tessile, da tempo in attesa di una ripartenza: “Ci sentiamo fiduciosi pur nelle criticità, che non dipendono da noi ma hanno a che fare con lo scenario geopolitico e macroeconomico e abitudini di consumo ormai sempre più orientate verso i servizi più che sui beni durevoli”.

Tra le criticità esogene, Pezzoli appare poco preoccupato dalle ripercussioni dei conflitti che dai dazi trumpiani: “Gli Stati Uniti sono un mercato marginale per noi, che pesa circa il 5 per cento. I nostri timori sono più che altro rivolti ai nostri clienti, che oltreoceano trovano uno sbocco importante”.

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Redazione Redazione Eventi e News