Stellantis chiude il programma per i veicoli a idrogeno. E il titolo continua a perdere quota in Borsa

Stellantis ha deciso di interrompere il programma di sviluppo della tecnologia a celle a combustibile a idrogeno. L’annuncio è arrivato nei giorni scorsi con un comunicato del gruppo in cui si motiva la scelta con la «limitata disponibilità di infrastrutture per il rifornimento di idrogeno, degli elevati requisiti di capitale e della necessità di maggiori incentivi all'acquisto da parte dei consumatori». Tutti motivi che hanno indotto l’azienda a «non prevedere l'adozione di veicoli commerciali leggeri alimentati a idrogeno prima della fine del decennio» e a stabilire che «quest'anno non lancerà più la sua nuova gamma di veicoli Pro One alimentati a idrogeno». Questa decisione, viene spiegato, «non avrà alcun impatto sul personale». Ma ricadute negative per l’azienda, che già non navigava in buone acque, non sono mancate. Anche dal punto di vista del titolo azionario, che nel giorno dell’annuncio ha perso il 4% arrivando a 8,19 euro e, dopo un leggero recupero nella giornata di ieri, oggi ha chiuso nuovamente in calo arrivando vicino ai minimi, a quota 7,94 euro (era oltre i 18 euro a luglio 2024, dopo aver toccato 27 euro a marzo dello scorso anno).
Jean-Philippe Imparato, chief operating officer per l'Europa allargata di Stellantis, ha spiegato così la decisione: «In un contesto in cui l'azienda si sta mobilitando per rispondere alle stringenti normative europee sulle emissioni di CO2, Stellantis ha deciso di interrompere il suo programma di sviluppo della tecnologia a celle a combustibile a idrogeno. Il mercato dell'idrogeno - aggiunge - rimane un segmento di nicchia, senza prospettive di sostenibilità economica a medio termine. Dobbiamo fare scelte chiare e responsabili per garantire la nostra competitività e soddisfare le aspettative dei nostri clienti con la nostra offensiva di veicoli elettrici e ibridi per passeggeri e veicoli commerciali leggeri».
La produzione in serie di Stellantis della nuova gamma di veicoli Pro One avrebbe dovuto iniziare quest'estate a Hordain, in Francia (furgoni di medie dimensioni) e a Gliwice, in Polonia (furgoni di grandi dimensioni). La situazione attuale in cui si trova il segmento dell'idrogeno presenta anche sfide finanziarie per diversi stakeholder. In questo contesto, Stellantis ha avviato dei dialoghi con gli azionisti di Symbio per valutare le attuali conseguenze di mercato e preservare al meglio gli interessi di Symbio, nel rispetto dei rispettivi obblighi.
Il problema è che la vicenda, viene spiegato proprio da diversi stakeholder, non è stata gestita nel migliore dei modi. Symbio è una joint venture tecnologica sull’idrogeno tra Stellantis stessa, il produttore di pneumatici Michelin e il fornitore automobilistico Forvia. Ma come riportato in un ampio servizio da Euractiv, la Michelin è stata tutt’altro che contenta di come è stata gestita la vicenda. Un portavoce ha riferito al sito web che, pur essendo stata informata già a maggio dell’intenzione di Stellantis di abbandonare l’idrogeno, l’annuncio ufficiale è arrivato senza coordinamento né preavviso. «Questa decisione improvvisa, inaspettata e non coordinata è tanto più sorprendente se si considera che Stellantis ha sempre dichiarato l’ambizione di essere un pioniere in questo nuovo mercato», ha dichiarato il portavoce. «Proprio con questa visione, Stellantis, principale cliente di Symbio, è diventata co-azionista della joint venture nel luglio 2023, insieme a Michelin e Forvia». Il portavoce ha inoltre sottolineato che questa inversione di rotta avrà gravi ripercussioni operative e finanziarie per Symbio, esprimendo particolare preoccupazione per l’impatto sui dipendenti dell’azienda in Francia e all’estero.
C’è da dire che l'idrogeno è un vettore utile per decarbonizzare i settori hard to abate (cementifici, acciaierie, ecc.) ma per le automobili rimane una tecnologia che attualmente risulta meno conveniente rispetto all’elettrificazione unita a un’accelerazione verso le rinnovabili. E il motivo è semplice: senza entrare troppo in dettagli tecnici, per realizzare idrogeno sostenibile (verde) è necessario scindere l’acqua in idrogeno e ossigeno, tramite il processo dell’elettrolisi; poi l'idrogeno va nella cella a combustibile che alimenta l’auto, e funziona tramite un processo elettrochimico che genera elettricità e - come scarto - vapore acqueo; ma siccome in ogni trasformazione di energia/materia una quota parte si degrada in forme non più utilizzabili (tipicamente calore dissipato), resta più conveniente produrre elettricità da fonti rinnovabili e usarla per alimentare direttamente l’auto, senza la rottura di carico dell’idrogeno, perché SI risparmia in termini di energia e di costi. Per i settori hard to abate è utile perché l'idrogeno ha una buona densità energetica, ed è stoccabile per lunghi periodi, per le auto lo è molto meno. Ma tutto ciò detto, l’interruzione del programma sull’idrogeno da parte di Stellantis non è un bel segnale. Né per quel che riguarda le prospettive di innovazione dell’azienda né dal punto di vista dell’impegno a esplorare tutte le strade utili alla decarbonizzazione.
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