Tavolo Nazionale Giovani della Protezione civile: un nuovo laboratorio partecipazione attiva

Viene messa a disposizione dei giovani una palestra di partecipazione attiva, un’iniziativa non soltanto pensata per i giovani, ma concepita dai giovani stessi, costruita e animata da loro in prima persona
A Roma, nei giorni 24 e 25 giugno si è ufficialmente insediato il Tavolo Nazionale Giovani della Protezione civile, un progetto promosso dal Dipartimento Nazionale per coinvolgere le nuove generazioni nel sistema di protezione civile italiano.
Istituito nel novembre 2024, il Tavolo è composto da 29 giovani tra i 16 e i 28 anni, selezionati su base nazionale tra i volontari con almeno due anni di esperienza all’interno di Organizzazioni di volontariato iscritte all’elenco nazionale.
Cos’è il Tavolo Nazionale Giovani della Protezione civile
Questo progetto non è solo un simbolo. È una palestra di partecipazione attiva, dove i giovani possono contribuire in modo diretto alla cultura della prevenzione e della resilienza.
I componenti, in carica per due anni, lavoreranno insieme su temi specifici, parteciperanno a eventi nazionali e avranno la possibilità di proporre idee concrete per migliorare l’intero sistema di protezione civile.
Si tratta insomma di una sorta di laboratorio permanente nel quale l’energia giovane incontra l’esperienza e l’eccellenza del sistema nazionale di protezione civile.
Dopo l’insediamento abbiamo intervistato Davide Luzzini (Lares Italia) che ci ha raccontato così l’atmosfera dei primi giorni: “le sensazioni sono ottime: siamo un gruppo entusiasta, pieno di energia e voglia di fare. Ho incontrato ragazzi che si sono svegliati alle quattro del mattino per essere presenti, che portano con sé storie incredibili.
Molti hanno iniziato a fare volontariato proprio dopo essere stati delle vittime degli eventi estremi. Questo mi ha colpito profondamente: si percepisce un coinvolgimento reale, autentico. Siamo al centro di un sistema che ci ascolta davvero. Il Tavolo non è solo un’iniziativa è pensata per i giovani, ma è concepita dai giovani stessi, costruita e animata da noi in prima persona“.
Giovani e volontariato: una relazione da rafforzare
Negli ultimi anni il mondo del volontariato in Italia ha perso terreno. Secondo l’ultimo rapporto Istat, uscito nel 2023 che è riferito a dati che giungono al 2021, i volontari attivi sono passati da 5,5 a 4,6 milioni in meno di dieci anni.
Oggi appena l’8% degli italiani svolge attività di volontariato. E tra questi, i giovani sono una minoranza (fonte dati AgenSir – marzo 2025).
Tante realtà locali continuano a reggere il peso della solidarietà quotidiana, ma quello che è mancato fino ad adesso è il passaggio di testimone tra generazioni.
Ed è qui che il Tavolo Nazionale Giovani può fare la differenza: inserire i giovani nei processi decisionali, dare loro fiducia e responsabilità. Non spettatori, ma protagonisti.
Come ci ha spiegato ancora il giovane intervistato: “mi aspetto che da questo biennio nasca un nuovo modello di volontariato giovanile. Ci è stata affidata una grande responsabilità. Ora tocca a noi dimostrare che possiamo trasformarla in qualcosa di concreto, duraturo e utile per tutti“.
Il volontariato: un settore che pesa più di quanto immaginiamo
Spesso si pensa al volontariato come a qualcosa di immateriale, ma in realtà ha un impatto, anche economico, fortissimo. I dati Istat raccontano di oltre 360.000 organizzazioni non profit attive in Italia.
Molte di queste lavorano proprio nella protezione civile. Nel 2022, il comparto ha prodotto 84 miliardi di euro, secondo la Fondazione per la Sussidiarietà. Se si tiene conto anche del valore generato dai volontari, sfiora i 100 miliardi: è come se una parte del nostro Pil fosse costruita a forza di altruismo.
In questo quadro. il Tavolo Nazionale Giovani non è un’iniziativa simbolica ma una scommessa; un seme piantato nel presente per costruire un futuro più partecipato, consapevole e coeso.
È un modo per dire ai giovani: ci fidiamo di voi, aiutateci a migliorare il sistema. Un’idea che si intreccia con le riflessioni che vogliono sottolineare il valore diffuso del volontariato in Italia e quanto sia cruciale coinvolgere le nuove generazioni per garantirgli continuità.
In fondo, se vogliamo una società più resiliente, forse dovremmo partire proprio da chi quella società la erediterà.
articolo realizzato da Laura Franceschi
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