Terra Rara, l’arte fatta di rifiuti elettronici in mostra a Palazzo Estense

Dicembre 12, 2025 - 14:53
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Terra Rara, l’arte fatta di rifiuti elettronici in mostra a Palazzo Estense
Terra rara, l’opera d’arte con i rifiuti

C’è tempo solo fino all’ 11 gennaio prossimo per vedere l’installazione “Terra Rara”  di Livia paola di Chiara che rappresenta il punto finale di un progetto promosso dal consorzio Ecolight in collaborazione con il Comune di Varese, la curatela di Karakorum Impresa Sociale e il sostegno di Impresa Sangalli e Fondazione Molina.

Un’installazione che è stata possibile grazie al contributo dei varesini, molti dei quali hanno raccolto e consegnato rifiuti RAEE (cioè di tipo elettronico) fino a permettere la raccolta di oltre cinque quintali di piccoli elettrodomestici e dispositivi elettronici. Con questi materiali l’artista Livia Paola Di Chiara ha realizzato un’opera temporanea selezionando, pulendo e assemblando i materiali più adatti alla sua ispirazione.

«Questo lavoro è sostanzialmente un globo che va in rarefazione verso l’alto, costituito di oggetti RAEE – spiega l’artista – In un certo senso racconta di questo ciclo produttivo nel quale siamo ormai inseriti, una sorta di ingranaggio che continua a vorticare, a produrre oggetti tecnologici che possono avere una nuova vita se solo sappiamo riconvertirli e riciclarli in maniera corretta».

Il risultato è un’opera che mette in scena una cosmogonia tecnologica dove il pianeta diventa un nucleo compatto di RAEE che evolve in una costellazione più rarefatta di oggetti, a rappresentare il passaggio “dallo scarto alla possibilità”.

Un’opera partecipata dal territorio

Dal Nintendo al phon, dalla minitelevisione al Nokia, dai bigodini riscaldanti al joystick: una delle più interessanti “azioni artistiche” di chi guarda la struttura, installata davanti alla porta del salone Estense, è riconoscere i vari pezzi che, visti da lontano (sono tutti verniciati di nero) sembrano un unico amalgama di un mondo che esplode, ma visti da vicino assomigliano tremendamente a ciò che noi usiamo, e abbandoniamo, tutti i giorni.

«Il lavoro è stato davvero partecipato – racconta Di Chiara – Abbiamo lavorato nello spazio ex Tezenis sotto il Teatro Politeama e le persone si fermavano e chiedevano, erano incuriosite. Poi a Palazzo Estense, quando siamo venuti per l’installazione, siamo stati due giorni qui e c’erano tanti studenti che facevano un altro progetto e che erano davvero affascinati perché si riconoscevano in questi oggetti, in questa tecnologia. Sono stati anche educati dal nostro team sul corretto riuso di questi materiali, quindi è stato un aspetto interessante».

I materiali raccolti sono stati infatti perlopiù piccoli elettrodomestici, smartphone, caricabatterie, dispositivi non funzionanti e oggetti elettronici di uso quotidiano che, senza questa iniziativa, sarebbero rimasti dimenticati nei cassetti delle case: ma che, grazie al percorso di partecipazione attivato sul territorio, hanno trovato invece una nuova funzione simbolica.

Un’opera destinata al riciclo

Il luogo finale dell’esposizione non sarà, però, il cortile settecentesco di palazzo Estense, ma la discarica: l’installazione sarà esposta al pubblico dal 13 dicembre 2025 all’11 gennaio 2026 negli spazi al piano terra di Palazzo Estense, ma poi sarà smontata e avviata al trattamento di recupero, esattamente come deve succedere ai materiali che sono stati conferiti dai cittadini.

Un destino che non spaventa l’artista, anzi. «Io normalmente lavoro con materiali naturali, che ritornano alla natura: questa è la prima volta che ho a che fare con materiali che non sono immediatamente naturali, per quanto ovviamente vengano da un processo di estrazione – spiega Di Chiara – E le mie opere sono sempre destinate  a ritornare alla natura. Per cui mi è sembrato davvero fare un passo successivo nel mio processo creativo attraverso un lavoro che può dare ancora più senso a quella che è la mia idea di creare opere d’arte non necessariamente eterne, ma passeggere».

Un’opera preziosa, varesina ma altamente temporanea: come sono gli oggetti che quotidianamente compriamo.

Terra rara, l’opera d’arte con i rifiuti

La storia del progetto Terra rara

Terra Rara è un percorso di cittadinanza attiva durato oltre tre mesi che ha trasformato Varese in un laboratorio di economia circolare. Realtà differenti hanno aderito al progetto facendosi testimonial di una raccolta che ha permesso di intercettare cellulari, caricabatterie, giochi elettronici, mouse, piccoli elettrodomestici, ma anche vecchi walkman e apparecchi radio risalenti a prima degli anni 90.

Il Comune ha aperto la biblioteca, l’anagrafe e l’ufficio tutela ambientale, la Camera di Commercio ha messo a disposizione l’infopoint; le associazioni sportive, come Pallacanestro Varese e Canottieri, hanno aperto le loro sedi; Filmstudio 90 ha ospitato un contenitore al Cinema Teatro Nuovo, Karakorum ha attrezzato lo Spazio YAK per la raccolta e il negozio Bubusettete si è attivato sensibilizzando i propri clienti. Il progetto ha coinvolto inoltre gli istituti superiori della città: anche gli studenti della Scuola Europea, dell’IPSSCTS Einaudi e del liceo Manzoni di Varese, grazie a workshop e attività di sensibilizzazione in aula, hanno contribuito alla raccolta.

«Sarebbe stato molto più semplice mettere dei manifesti o fare degli spot pubblicitari – spiega Walter Camarda, presidente del Consorzio Ecolight – Invece abbiamo messo in campo questo progetto che partendo dal basso ha coinvolto istituzioni, ma non solo: anche associazioni, enti e soprattutto studenti e scuole. Questo è stato penso il risultato positivo di questa scelta».

«In un percorso che ha unito partecipazione civica, educazione ambientale e responsabilità collettiva abbiamo raggiunto un importante obiettivo: far conoscere i RAEE e far comprendere il loro valore ambientale – continua il presidente del Consorzio Ecolight – I 512 kg di piccoli rifiuti elettronici raccolti a Varese (parliamo di oltre 1.300 oggetti)- sono il frutto di un progetto che ha saputo coinvolgere una comunità, facendo svuotare i cassetti da quelle apparecchiature elettroniche vecchie e non più utilizzate. Il risultato finale è nell’opera Terra Rara che ci mostra come anche un gesto semplice come quello di conferire correttamente i RAEE possa contribuire a un’economia più sostenibile».

Il presidente di Ecolight anticipa inoltre che «Questo risultato positivo ci permette di utilizzare questo test, che abbiamo fatto grazie alla grande collaborazione con il Comune di Varese, anche in altre città: sicuramente nell’anno 2026 lo faremo perché riteniamo che sia un’iniziativa di grande risultato».

Le voci dell’Amministrazione

«È un progetto che ha coinvolto sicuramente i cittadini e ha suscitato grandissimo interesse, ma ha coinvolto anche tantissimi enti e associazioni, gli artisti e l’amministrazione – commenta Nicoletta San Martino, assessora alla Tutela ambientale, Sostenibilità sociale ed Economia circolare del Comune di Varese – Ne è venuta fuori un’opera veramente interessante, secondo me molto bella da vedere. Io vedo proprio questo: da un lato questo modello di consumo malato che ci fa continuare a comprare e a smaltire. Dall’altro però la possibilità con la responsabilità personale di generare qualcosa di positivo quando le cose acquistate che non servono più. Con questo pensiero l’Amministrazione ha sostenuto Terra Rara, progetto che trasforma i piccoli RAEE in un’azione artistica dal forte messaggio di sostenibilità. E come Comune siamo lieti di aver messo a disposizione i mezzi per la raccolta dei materiali e di ospitare l’esposizione dell’installazione temporanea a Palazzo Estense».

«Credo che questa sia un’esperienza di natura sociale e politica – ha aggiunto l’assessore alla cultura Enzo Laforgia  – Perchè ci richiama al segno indelebile che stiamo lasciando sulla terra. Le guerre che si stanno combattendo proprio sulle terre rare: la guerra in Ucraina non si spiegherebbe senza questa motivazione non detta».

«Anche Fondazione Molina ha aderito con entusiasmo e responsabilità al progetto Terra Rara promosso da Ecolight in collaborazione con il Comune di Varese. I dipendenti e non solo hanno smaltito, attraverso i due punti di raccolta predisposti e organizzati in Fondazione, circa 32 kg di piccole apparecchiature elettriche ed elettroniche – dichiara Carlo Nicora, direttore generale di Fondazione Molina – Come sottolineato sin dall’inizio del progetto, smaltire i RAEE non è semplicemente smaltire i rifiuti: questi contengono materiali riciclabili e risorse preziose, come le terre rare, fondamentali per lo sviluppo tecnologico, troppo spesso disperse nell’ambiente».

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