Trump minaccia dazi all’Europa: stangata del 30%, Italia rischia molto

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Escalation nella guerra commerciale tra Stati Uniti ed Europa: i nuovi dazi promessi da Donald Trump preoccupano Bruxelles e rischiano di travolgere l’export italiano, soprattutto nel Mezzogiorno. Ecco le possibili conseguenze della mossa degli USA.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump torna a scuotere gli equilibri commerciali globali. In un post pubblicato sulla sua piattaforma Truth Social, ha annunciato l’intenzione di imporre a partire dal 1° agosto tariffe doganali del 30% sulle importazioni provenienti dall’Unione Europea e dal Messico, in risposta alla mancata conclusione di un nuovo accordo commerciale con i due blocchi. Un’eventualità che, se realizzata, potrebbe assestare un colpo durissimo alle economie europee, Italia compresa.
Secondo Maroš Šefčovič, commissario europeo al Commercio, un’imposta del genere equivarrebbe a un blocco quasi totale degli scambi. “Un dazio del 30% o superiore rende praticamente impossibile mantenere i flussi commerciali attuali”, ha dichiarato a margine di una riunione ministeriale a Bruxelles. Šefčovič ha ribadito che l’Unione punta ancora a un’intesa negoziata, sottolineando i danni potenziali di una guerra commerciale aperta per entrambe le sponde dell’Atlantico.
L’Europa frena, la Francia spinge per reagire
In attesa di sviluppi concreti da Washington, Bruxelles ha optato per la cautela. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha sospeso l’entrata in vigore di dazi già approvati (dal 10 al 25%) su beni statunitensi per un valore di 21 miliardi di euro, inizialmente previsti in risposta alle tariffe americane su acciaio e alluminio.
Una strategia definita “saggia” dal ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, che ha invitato a evitare reazioni impulsive e a mantenere salda la linea del dialogo. Posizione condivisa anche dalla Germania, che chiede “serietà e concretezza nei negoziati”.
Diversa la posizione della Francia. Il ministro per gli Affari europei Laurent Saint-Martin ha esortato Bruxelles a prepararsi a una risposta energica, auspicando un’accelerazione sul fronte delle contromisure: “Serve mostrare capacità di reazione”, ha dichiarato, lasciando intendere che Parigi non esclude misure di ritorsione.
Un rapporto da 1680 miliardi a rischio
I numeri in gioco sono enormi. Secondo il Consiglio europeo, lo scambio di beni e servizi tra UE e Stati Uniti ha raggiunto lo scorso anno un valore di 1680 miliardi di euro. Insieme, le due economie rappresentano circa il 30% del commercio mondiale. L’introduzione di dazi generalizzati su larga scala rischierebbe quindi di innescare effetti a catena ben oltre i confini transatlantici.
Effetti devastanti sull’Italia: il Sud più vulnerabile
Per l’Italia, i potenziali effetti delle misure annunciate da Trump sarebbero pesantissimi. Secondo le stime dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre, le nuove tariffe potrebbero comportare un danno economico fino a 35 miliardi di euro l’anno. Un impatto paragonabile a quello di una legge di bilancio, con effetti diretti e indiretti: dal rallentamento delle esportazioni all’aumento dei costi delle materie prime, passando per l’instabilità sui mercati e l’eventuale rafforzamento dell’euro.
A pagare il prezzo più alto sarebbero le regioni meridionali, che risultano meno diversificate dal punto di vista merceologico. L’esposizione a pochi settori trainanti – come l’industria metallurgica, l’automotive e l’agroalimentare – rende infatti queste aree più vulnerabili alle turbolenze internazionali. In particolare, il Mezzogiorno rischia di subire contraccolpi più pesanti rispetto al Centro-Nord, dove l’export è distribuito su un ventaglio più ampio di comparti produttivi.
PMI e made in Italy sotto attacco
Anche Confartigianato lancia l’allarme: le piccole e medie imprese italiane hanno esportato negli Stati Uniti beni per un valore di oltre 17 miliardi di euro nell’ultimo anno. Settori di eccellenza come l’occhialeria, la gioielleria, la lavorazione dei metalli e l’arredamento sono già sotto pressione a causa della debolezza del manifatturiero. Le regioni più esposte al rischio dazi, secondo l’organizzazione, sono Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia-Romagna. A livello provinciale spiccano Firenze, Vicenza, Belluno e Arezzo.
Nel frattempo, Coldiretti evidenzia un ulteriore elemento: il contraccolpo sulle famiglie americane. Secondo l’associazione agricola, i rincari derivanti dai dazi europei potrebbero superare i 2,3 miliardi di euro all’anno negli USA. L’agroalimentare italiano, già colpito durante il primo mandato di Trump, rischia di tornare nel mirino, con nuove flessioni a doppia cifra per prodotti come vino, formaggi e salumi.
Italia rischia conseguenze serie
La minaccia di nuovi dazi da parte di Donald Trump rappresenta una seria sfida per l’Unione Europea e, in particolare, per l’Italia. Le conseguenze economiche, se le tariffe del 30% dovessero concretizzarsi, potrebbero essere devastanti: l’export nazionale – specialmente quello del Sud e delle piccole imprese – verrebbe colpito in modo durissimo. Con il rischio concreto che la guerra commerciale, se non fermata in tempo, travolga interi comparti del made in Italy. Il prossimo mese sarà cruciale per capire se prevarrà la diplomazia o l’ennesima prova di forza.
La nota della CGIA Mestre sui dazi di Trump all’Europa e all’Italia
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