Trump minaccia restrizioni per aziende europee
L’amministrazione Trump ha minacciato restrizioni nei confronti delle aziende europee, se continueranno ad essere applicate sanzioni, tasse e direttive contro le aziende statunitensi. Si tratta in pratica di una ritorsione per aver imposto il rispetto delle leggi digitali alle Big Tech. Il Presidente degli Stati Uniti aveva minacciato dazi aggiuntivi a fine agosto.
Dichiarazione di guerra commerciale?
Come è noto, diversi politici repubblicani hanno criticato il Digital Markets Act (DMA) e Digital Services Act (DSA), in quanto sarebbero leggi discriminatorie (scritte solo per colpire le aziende statunitensi) che prevedono sanzioni equivalenti a tasse. Il DSA sarebbe addirittura una legge di censura.
Ieri sera è accaduto un fatto senza precedenti. Sul profilo X del Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti d’America (Jamieson Greer) è stata pubblicata una vera e propria minaccia. Il post inizia così:
L’Unione europea e alcuni Stati membri dell’UE hanno continuato a perseguire cause legali, imposte, multe e direttive discriminatorie e vessatorie contro i fornitori di servizi statunitensi. Le società di servizi statunitensi forniscono servizi gratuiti sostanziali ai cittadini dell’UE e servizi aziendali affidabili alle aziende dell’UE, e sostengono milioni di posti di lavoro e oltre 100 miliardi di dollari di investimenti diretti in Europa.
Quasi certamente, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la multa di 120 milioni di euro inflitta a X dalla Commissione europea per la violazione del DSA. Sia Elon Musk che vari membri dell’amministrazione avevano criticato la decisione. Apple e Meta hanno invece ricevuto una sanzione di 500 e 200 milioni di euro per la violazione del DMA.
Nel post su X viene sottolineato che molte aziende europee operano liberamente negli Stati Uniti da molti anni, tra cui Accenture, Amadeus, Capgemini, DHL, Mistral, Publicis, SAP, Siemens e Spotify. Viene quindi minacciata l’introduzione di dazi o restrizioni, se l’Unione europea continuerà a discriminare le aziende statunitensi:
Se l’UE e gli Stati membri dell’UE insistono nel continuare a limitare, restringere e scoraggiare la competitività dei fornitori di servizi statunitensi attraverso mezzi discriminatori, gli Stati Uniti non avranno altra scelta che iniziare a utilizzare ogni strumento a loro disposizione per contrastare queste misure irragionevoli. Qualora fossero necessarie misure di risposta, la legge statunitense consente, tra le altre azioni, la determinazione di dazi o restrizioni sui servizi esteri.
La legge in questione è il Trade Act del 1974 (Sezione 301). Sembra quindi una chiara dichiarazione di guerra commerciale. C’è il rischio che l’accordo sottoscritto a fine agosto possa essere annullato, se non verranno abrogate le leggi digitali.
Un portavoce della Commissione europea ha dichiarato che le regole vengono applicate a tutte le aziende, incluse quelle europee, quindi non c’è nessuna discriminazione.
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