Tunisia: approvato il decreto legge sul lavoro, vietato il subappalto per le attività continuative
L’Assemblea dei rappresentanti del popolo (Arp) della Tunisia ha approvato oggi, al termine di una lunga sessione plenaria, il disegno di legge numero 16 del 2025 che disciplina i contratti di lavoro e introduce il divieto di subappalto per mansioni permanenti ed essenziali. La novità principale è contenuta nel secondo capitolo, che sancisce il divieto del subappalto per le attività principali e continuative, tanto nel settore pubblico quanto in quello privato. Rimangono ammissibili solo interventi tecnici o occasionali, a condizione che non si trasformino in strumenti per aggirare i diritti dei lavoratori. Questa misura mira a porre fine a una prassi diffusa che, negli anni, ha favorito la diffusione di condizioni lavorative instabili e la frammentazione del rapporto di lavoro.
Il provvedimento è passato con 121 voti favorevoli, quattro astensioni e nessun voto contrario. Il testo, illustrato in aula dal ministro degli Affari sociali Issam Lahmar, è stato definito “una riforma necessaria per tutelare la dignità dei lavoratori e contrastare la precarietà”, e si inserisce nel quadro di una più ampia revisione delle normative sul lavoro in Tunisia. L’approvazione è arrivata dopo un dibattito serrato che ha costretto il presidente dell’Arp, Ibrahim Bouderbala, a sospendere i lavori per due volte. Il primo capitolo del nuovo testo di legge stabilisce che il contratto a tempo indeterminato rappresenta la regola, mentre i contratti a tempo determinato saranno consentiti solo in situazioni giustificate, come l’aumento temporaneo dell’attività, la sostituzione di un lavoratore assente o l’esecuzione di lavori stagionali. È previsto un periodo di prova massimo di sei mesi, rinnovabile una sola volta.
La legge prevede meccanismi rigorosi per l’attuazione, incluse sanzioni pecuniarie e la possibilità di escludere le imprese inadempienti dai contratti pubblici. Inoltre, è riconosciuto il rapporto diretto tra lavoratore e istituzione beneficiaria della prestazione lavorativa, superando la figura dell’intermediario contrattuale. Sono previste anche disposizioni transitorie per permettere alle aziende di adeguarsi al nuovo quadro giuridico entro termini definiti, evitando shock produttivi e garantendo la continuità delle attività. Nel documento esplicativo allegato al provvedimento, il governo tunisino sottolinea che l’obiettivo principale della legge è “combattere il lavoro precario e le pratiche di assunzione abusive, assicurando nel contempo flessibilità e stabilità all’organizzazione del lavoro”. Il testo ha ricevuto un ampio sostegno parlamentare. La maggioranza degli interventi ha evidenziato la portata storica della riforma e la necessità di attivare controlli stringenti per impedirne l’elusione. “Questa legge mette fine a una delle piaghe più dure del nostro mercato del lavoro: l’uso distorto del subappalto per mascherare rapporti di lavoro subordinato privi di tutele”, ha affermato il ministro Lahmar. L’adozione della nuova normativa si inserisce nel contesto di un più vasto processo di riforme strutturali avviato dal governo tunisino, anche su impulso delle istanze sociali e delle raccomandazioni degli organismi internazionali.
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