Venezuela. Caso Trentini: Tajani nomina Vignali “inviato speciale per i detenuti italiani”

Lug 27, 2025 - 22:30
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Venezuela. Caso Trentini: Tajani nomina Vignali “inviato speciale per i detenuti italiani”

di Enrico Oliari

Il direttore generale per gli Italiani nel mondo, Luigi Vignali, è stato nominato oggi inviato speciale della Farnesina per i detenuti italiani in Venezuela, una decisione assunta dal ministro degli Esteri Antonio Tajani d’intesa con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
A preoccupare le autorità italiane, l’ong di cui fa parte e la famiglia, è il caso del cooperante veneziano Alberto Trentini, 46 anni, il quale è stato arrestato insieme al suo autista lo scorso 15 novembre mentre si recava per lavoro dalla capitale Caracas a Guasdualito, nel sud ovest del Venezuela, e da allora le notizie sono state sporadiche, quasi assenti da parte delle autorità venezuelane.
Il vice ministro degli Esteri Edmondo Cirielli ha espresso oggi “sollievo per la telefonata di Alberto Trentini ai suoi familiari, intercorsa ieri, a oltre 8 mesi dall’inizio della sua detenzione nelle carceri venezuelane”. “Registro – ha aggiunto – un passo in avanti per la tutela dei diritti dei detenuti e rinnovo l’auspicio, grazie anche al lavoro diplomatico in corso, che si giunga presto alla scarcerazione del connazionale”.
Trentini lavora per la ong Humanity & Inclusion, un’organizzazione impegnata nell’assistenza umanitaria alle persone con disabilità, ed era in Venezuela da metà ottobre. Nonostante siano passati mesi, non si conoscono i motivi della detenzione, si pensa alla generica accusa di cospirazione alla quale sono stati sottoposti già in passato altri cooperatori umanitari.
Trentini aveva lavorato in precedenza per altre ong in diverse aree disagiate del mondo, dal Nepal all’Etiopia al libano, e non vi erano mai stati problemi di alcun genere.
A complicare la situazione sono i difficili rapporti diplomatici fra l’Italia e in Venezuela, e non è detto che vi sia proprio un tentativo di pressione dietro l’arresto del cooperante italiano. In un’azione comune con l’Ue, il cui Parlamento europeo ha assegnato il premio Sakharov alle opposizioni venezuelane, dal 2019 l’Italia non riconosce l’elezione e quindi la presidenza di Nicolas Maduro, con il conseguente assottigliarsi delle relazioni tra i due paesi e la riduzione al minimo della rappresentanza diplomatica, senza un ambasciatore effettivo. A gennaio il governo venezuelano, in evidente risposta all’iniziativa di riconoscere la vittoria alle elezioni di Edmundo Gonzales Urrutia, ha provveduto all’espulsione di alcuni diplomatici di Italia, Francia e Olanda ufficializzando la decisione con il fatto che sarebbe stato limitato a tre il numero dei diplomatici accreditati per paese, peraltro sottoposti alla restrizione di “un’autorizzazione scritta per spostarsi a più di 40 chilometri da Plaza Bolivar”.
Sono 160mila gli italiani residenti in Venezuela, quasi tutti con doppia cittadinanza.

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Redazione Redazione Eventi e News