Vertice Onu oceani, l’Italia si è distinta per non aver ratificato il Trattato né sostenuto lo stop al Deep sea mining

Giugno 17, 2025 - 03:00
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Vertice Onu oceani, l’Italia si è distinta per non aver ratificato il Trattato né sostenuto lo stop al Deep sea mining

La Conferenza delle Nazioni Unite sugli Oceani (Unoc) si è conclusa nel fine settimana con significativi progressi verso la ratifica del Trattato globale sugli oceani, l'unico strumento giuridico in grado di creare aree protette in acque internazionali e raggiungere così l’obiettivo di proteggere il 30% degli oceani del mondo entro la fine del decennio. Nei giorni precedenti alla Conferenza, il numero dei Paesi che hanno ratificato il Trattato è arrivato a 50, più l'Unione Europea. Mancano altre dieci ratifiche per giungere alla soglia di 60 e far entrare in vigore il Trattato. L’Italia è tra i Paesi che lo hanno firmato ma non ancora ratificato.

«Abbiamo sentito tante belle parole a Nizza, ma queste devono tradursi in azioni concrete. L’entrata in vigore del Trattato sugli oceani è ormai a portata di mano, ma questa conferenza delle Nazioni Unite si conclude senza impegni tangibili per fermare le attività minerarie in acque profonde, il cosiddetto Deep Sea Mining», commenta Valentina Di Miccoli, campaigner mare di Greenpeace Italia. «I Paesi devono essere coraggiosi, impegnarsi per la cooperazione globale e scrivere la storia fermando l'estrazione mineraria in acque profonde già quest'anno. L’Italia è clamorosamente indietro, non ha ratificato il Trattato e non è tra i Paesi che sostengono una moratoria contro l’avvio del Deep Sea Mining».

La società civile e un ampio gruppo di Stati, si aspettavano che i governi facessero progressi per fermare le estrazioni minerarie in alto mare durante la Conferenza di Nizza. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato che le acque profonde non dovrebbero diventare il Far West. Il Presidente francese Emmanuel Macron ha affermato che una moratoria sull'estrazione mineraria in acque profonde è una necessità internazionale. Quattro nuovi Paesi hanno annunciato all’Unoc il loro sostegno a una moratoria, portando il totale a 37, ma l’Italia non è tra questi. 

Il nostro Paese è molto indietro per quanto riguarda la protezione del mare, basti pensare che oltre al Trattato sugli Oceani non ha ratificato diversi trattati internazionali, che se entrassero in vigore aiuterebbero a proteggere e tutelare la fragile biodiversità del mar Mediterraneo, messa già a dura prova da cambiamenti climatici, inquinamento e sovrasfruttamento della pesca.

Per spingere il governo italiano a ratificare il Trattato globale sugli oceani e denunciare gli impatti della crisi climatica sulla biodiversità marina, oltre che sulle comunità costiere, la nave Arctic Sunrise di Greenpeace sta navigando in questi giorni nei mari italiani. Partita dalla Francia, farà tappa a Venezia il 21 e il 22 giugno con un calendario di attività aperte al pubblico, per poi proseguire il suo tour nel Mediterraneo verso Croazia e Grecia.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia