Vita da celiaco: c’e molto di piu rispetto al mero aspetto clinico

Regione Lombardia vara la prima legge sulla celiachia riconoscendo quanto sia pervasiva nella vita quotidiana il bisogno di seguire una dieta senza glutine. Ne parliamo con Isidoro Piarulli, presidente di Aic Lombardia
“Posso baciare il mio fidanzato anche se lui non è celiaco e mangia glutine?” Le domande che arrivano a Aic, Associazione italiana celiachia, sono le più disparate. Ma é giusto così: chi scopre di essere celiaco deve affrontare la quotidianità in maniera diversa.
Per questo proprio Aic Lombardia plaude alla decisione di Regione Lombardia di varare una legge – la 2023/XII.2.2.2.87 Norme per il riconoscimento della rilevanza sociale della celiachia – e per il presidente Isidoro Piarulli il valore più importante è poter avere “maggiore forza e autorevolezza per cercare di raggiungere un numero di soggetti da informare e formare“.
Ci spieghi meglio…
Spesso la celiachia è guardata sotto l’aspetto clinico: sintomatica, asintomatica, refrattaria che si cura con una dieta che deve essere rigorosamente senza glutine e per tutta la vita con una puntuale attenzione anche alla contaminazione crociata.
La vita, però, ha tanti altri molteplici aspetti. I più importanti, a mio avviso, sono la convivialità e la relazione con gli altri. Quanta forza di volontà ci vuole per “dire di no” a un bambino che vorrebbe mangiare la torta di compleanno dell’amichetto, perché non è realizzata con la farina senza glutine.
Quanto coraggio ci vuole a “dire di no” a un adolescente, perché non lo hanno invitato alla uscita in comitiva in quanto non avrebbero potuto scegliere quel locale di tendenza, perché non attrezzato per il senza glutine.
Quanto coraggio ci vuole a “dire di no“, inventando una scusa, all’invito a partecipare a una cena con i colleghi di lavoro, perché in quel locale non sei sicuro o perché sai che passerai la serata a giustificarti perché ordini solo di una bistecca e una insalata.
Questa è la rilevanza sociale che la legge vorrebbe cambiare e rendere la vita del celiaco uguale a quella di tutti gli altri.

Che tutele in più assicura dunque questa nuova legge regionale?
Innanzitutto, l’informazione della cittadinanza e la formazione di tutti gli operatori: dalla scuola ai professionisti della sanità, fino ai ristoratori per una corretta gestione dell’Alimentazione Fuori Casa.
Aic Lombardia ha molti progetti in essere che spaziano, appunto, dalla spiegazione della celiachia ai bambini della scuola dell’infanzia, fino a quelli per la formazione dei ragazzi delle scuole alberghiere, passando per quelli ideati per dirimere i dubbi degli adolescenti.
Questi progetti sono realizzati con le sole forze dell’associazione, che vive per la quasi totalità dai fondi che derivano dalle quote associative.
Che cosa vi aspettate che avvenga in maniera pratica?
Ci aspettiamo una pronta convocazione della cabina di regia, dove saremo presenti, e con questo strumento cercare di indirizzare le risorse verso quelle aree che adesso non riusciamo a presidiare come, per esempio, le Rsa per anziani.
Ci aspettiamo che sia finalmente realizzata la “circolarità della spendibilità del buono mensile” in tutto il territorio nazionale, evitando di doversi portare dietro una valigia di alimenti perché non è possibile acquistare i prodotti specificamente formulati per i celiaci al di fuori della propria regione.
Ci aspettiamo che l’unanimità emersa nell’approvazione della norma, unita ai tanti complimenti espressi da tutti i relatori per l’opera svolta da Aic Lombardia in oltre 46 anni, ci permettano di ottenere rapidamente tutte queste ovvietà, che invece non lo sono per un celiaco.
Come sono messe a vostro giudizio il resto delle Regioni italiane rispetto al tema celiachia?
Tutte le regioni, tranne il Molise, hanno ormai l’erogazione dei prodotti specificamente formulati in modo dematerializzato, per lo più attraverso la tessera sanitaria. La Lombardia, però, resta un faro per le altre.
Questo grazie alla sensibilità della classe politica che ha, nel tempo, accolto le istanze che provenivano da Aic Lombardia a tutto ed esclusivo vantaggio dei celiaci, non solo lombardi, ma per tutti colo che vivono in Lombardia per lavoro, studio o diletto: e questa legge ne è la dimostrazione.
Crediti immagine: Depositphotos
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